Il Tirreno

Avenza La Pro Loco: risarciteci per il patrimonio Finelli disperso

Avenza La Pro Loco: risarciteci per il patrimonio Finelli disperso

Del lascito dello scultore morto a Roma nel 1853 resta solo parte dello stabile ex Cat

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CARRARA. La Pro Loco Avenza sulla Francigena riaccende i riflettori sul Palazzo Cat, «Costruito nel 1957 su progetto dell’architetto Ottaviano Matelli, era la piccola city di Avenza. Infatti ospitava diversi uffici: Tranvia, acquedotto, nettezza, ambulatori Inam, condotta medica, un patronato e il distretto minerario. Il tutto creava un indotto importante per via Giovan Pietro salotto buono della cittadina. Oggi è praticamente un rudere, ma una riflessione è d’obbligo. Era un patrimonio del Comune di Carrara di quasi due milioni di Euro. Il comune lo aveva avuto con esproprio dal Lascito Testamentario Finelli (allora amministrato dall’Ospedale). Infatti lo scultore Carlo Finelli, morto a Roma nel 1853, lasciava alla collettività il suo cospicuo patrimonio in Avenza allo scopo di mantenere la scuola di “leggere, scrivere e dottrina cristiana” presso la sua splendida villa settecentesca, “per i poveri fanciulli di Avenza” , in un tempo in cui la pubblica istruzione era di la da venire».

Il patrimonio, si ricorda, «a poco a poco si dileguò “per motivi di pubblica utilità”. Già nell’ottocento il lotto tra la Carriona e l’attuale banca Bper, veniva tagliato in due per il tracciato di via Marina a servizio della stazione. Nel 1905 in uno dei due lotti così ricavati vi si costruiva il palazzo Liberty delle scuole elementari “Carlo Finelli” appunto (e la villa divenne asilo infantile), cinque anni dopo un campo isolato veniva espropriato per la costruzione del Viale XX Settembre (più o meno dove Findomestic). Nel 1915 per la costruzione della linea tranviaria veniva espropriato il lotto sopra la via Emiliana (Giovan Pietro) per costruirvi il deposito dei tram (mezzo secolo dopo anche il palazzo). Alla fine degli anni venti dietro la scuola si ricavava il campo sportivo “Pino Volpi”. Nel 1939 un terreno di 10mila mq, tra via Passo Volpe e via Antica Massa, veniva espropriato per la Zona Industriale. Nel lotto della Tranvia nel 1957 si costruiva il palazzo degli uffici. Nel 1967 la vecchia villa settecentesca era diventata inadatta per un asilo infantile e l’arch. Dante Petrucci progettò il nuovo Asilo tutto su un piano, nell’ormai dismesso campo sportivo. La Cassa di Risparmio di Carrara si offrì di finanziarlo in cambio della parte di campo sportivo a fronte strada, per la propria filiale con un condominio di quattro piani. Per l’omissione in convenzione del costo della recinzione del nuovo asilo, la banca pretese a distanza di anni interessi consistenti, ripianati dal Comune alla metà degli anni settanta. Fu creata una Fondazione ad hoc per l’amministrazione di ciò che restava del lascito, cioè la Scuola Materna, non potendo più l’Ospedale provvedere per le nuove leggi sulla sanità. Passò al comune tutto il lotto della vecchia villa (che nel 1974 era stata demolita in quanto pericolante) col giardino: divenne il parco del Partigiano spostandovi il monumento di Dunchi e, nel 1980, vi fu costruito il Centro Culturale Amendola formato dalla Biblioteca dalla Sala Convegni con un vano sotto tribuna». Si ricorda che «Negli ultimi anni, il deposito tranviario era stato trasferito e negli hangar trovò posto la Protezione Civile. Il Palazzo, al tempo del sindaco Segnanini, fu conferito per metà al Cat, cioè un immobile invece di denaro. È da ritenersi tuttavia che ciò non si dovesse pare perché, essendo parte del lascito testamentario Finelli, dovesse rimanere patrimonio indisponibile degli avenzini, ma avvenne. Il Cat non esiste più e la parte di palazzo fu messa in vendita. Il resto, dopo il breve uso come “casa dei diritti e delle culture” al tempo della Sindaca Emilia Fazzi Contigli, cadde in disuso. Oggi apprendiamo che sarà messo in vendita, però, visto il suo stato, ad una frazione minima del suo valore. Orbene se il bene fosse stato conservato, sarebbe un patrimonio, invece progressivamente e “trasversalmente” è stato ridotto al prezzo di un appartamento. In definitiva “i poveri fanciulli di Avenza“ hanno perso, come si suol dire “una milionata” di euro (e altrettanto per le perdite pregresse). Non è azzardato quindi chiedere che, a titolo di risarcimento, venga investita una cifra similare per i fini del testamento di Carlo Finelli, vale a dire per la cultura e l’istruzione dei giovani di Avenza. La biblioteca non ha avuto ampliamenti adeguati, per tutta una serie di motivi si sono ridotti i libri e non si fanno fotocopie (e una donazione di 2000 volumi, di questa Pro Loco giace in magazzino), la Sala Convegni è da anni in osservazione senza essere utilizzata. Chiediamo che venga al più presto progettato un ampliamento che consenta l’utilizzo razionale di tutta la volumetria, in modo che il Centro Culturale Amendola riprenda quella funzione per cui, fino a pochi anni fa, era uno dei fulcri delle attività socio culturali e che, anzi, possa protendersi verso le sfide del futuro».

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