Il Tirreno

Lutto nella medicina

La scomparsa del professor Gaetano Azzolina, mito della cardiochirurgia

La scomparsa del professor Gaetano Azzolina, mito della cardiochirurgia

Aveva 91 anni, era stato anche deputato dei radicali. Villa in Lunigiana, ma ultimamente viveva a Sarzana. I ricordi: «Un genio assoluto». Ha salvato tantissimi bambini

22 gennaio 2023
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LICCIANA NARDI. Lutto nella cardiochirurgia mondiale: è morto il professor Gaetano Azzolina, luminare innovativo, aveva 91 anni. Da qualche tempo aveva problemi di salute, non viveva ultimamente nella sua villa di Amola di Licciana Nardi, ma a Sarzana, dove aveva aperto anche uno studio medico. Gaetano Azzolina è stato un mito della cardiochirurgia: nato a Riesi, in provincia di Caltanissetta,  il 29 maggio 1931, poi trasferito a Palermo, si laurea in Medicina nel 1955, poi va negli Stati Uniti, e lavora all’ospedale De Paul di Saint Louis nel Missouri. Passa al Baylor University Medical Center di Dallas, altri quattro anni di esperienza di chirurgia generale, ma il suo obiettivo è specializzarsi in  chirurgia toracica e cardiovascolare.

Torna  in Italia nel 1965, quale  assistente di chirurgia pediatrica nell'Ospedale Maggiore di Bergamo, dove conosce il dottor Achille Pasquè che sarà per decenni al suo fianco. Dall’Ospedale Maggiore, alla Clinica Gavazzeni di Bergamo. E’ qui che con la sua supervisione furono condotte ricerche immunologiche relative ai trapianti cardiaci.

Nel 1970 l’arrivo a Massa, grazie all’interessamento del professor Pasquinucci, notissimo pediatra, e qui  il reparto di cardiochirurgia riuscì ad imporsi come fra i migliori d’Italia, pazienti arrivavano da tutto il mondo: tutti ricordano un intervento a un bambino cardiopatico che venne portato da Houston a Massa, aprì il cuoricino per intervenire sulle malformazioni congenite.

Fu anche docente universitario a Pisa, per tre anni, dal 1985  al 1988. Dal 1990 al 1992 è stato eletto nella circoscrizione del Piemonte deputato del partito Radicale al parlamento italiano. Contribuì all’apertura dell’ospedale del cuore di Montepepe, sempre a Massa, e a seguire lavorò in clinica a Firenze. Insieme a Pasquè, tornò in attività anche a Rapallo. “Un genio assoluto – lo ricorda il dottor Achille Pasqué –sapeva sempre dove mettere le mani, aveva una sensibilità chirurgica eccezionale e la sapeva trasmettere. Cardiochirurgia infantile ma non solo” 

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