Piano arenile, protestano i balneari. «Incontri solo prima della stesura»
Il Consorzio puntualizza che non è stato coinvolto nella messa a punto
MASSA. Il sindaco Francesco Persiani non accenna alcun dietrofront sul Piano dell’arenile: iniziano però a essere tante le voci che ne chiedono una revisione, se non proprio un ritiro. E chi quell’atto lo difende non lo apprezza fino in fondo, condividendo la necessità di ulteriori approfondimenti. Questioni per certi versi tutte politiche, dovute alla ormai guerra aperta nella maggioranza che governa palazzo civico, ma soprattutto di sostanza, visto che nel frattempo in molti hanno lamentano uno scarso coinvolgimento in quelle scelte progettuali, presentate quando ormai il pacchetto era completo. I nodi sono emersi via via con l’approfondimento delle carte. Lettura non facile, data la complessità della materia che spesso richiede l’ausilio di esperti.
I punti caldi
Ciò si è visto ad esempio in commissione Urbanistica, dove – nonostante l’audizione a più riprese dei progettisti – molte cose non sono emerse: in primis la scelta di destinare a spiagge libere il litorale della Partaccia; l’argomento venne affrontato, ma senza dire effettivamente dove esse sarebbero state “recuperate”. Non solo: vennero anche spiegate – ma i dubbi restano – le scelte sulla pista ciclopedonale, i vincoli per le manutenzioni degli stabilimenti, i nuovi varchi, l’impossibilità di installare pannelli fotovoltaici, l’allargamento della passeggiata a Marina di Massa che farebbe venir meno un centinaio di posti auto tra il Pontile e la foce del Brugiano. Le obiezioni sono emerse via via, ma in un primo momento la politica pensava di risolverle con emendamenti, o osservazioni. Da qui il parere favorevole in commissione, più o meno condizionato. Poi, però, la situazione è precipitata: a questi malumori si è prima aggiunto il caso della spiaggia libera davanti all’ex Torre Fiat e poi di tutta la Partaccia, e infine gli interventi di alcune associazioni, tra cui Confesercenti, hanno svelato come quel percorso non fosse stato così partecipativo. É esplosa la polemica, per una progettazione che a molti è apparsa “sottotraccia”.
I balneari
Persiani è intervenuto per ribadire il processo trasparente, però oggi è il Consorzio dei balneari di Massa a prendere la parola, per elencare quello che non ha funzionato e i rischi che si correrebbero se il Piano, così com’è stato realizzato, venisse approvato. Già giovedì scorso i balneari avevano incontrato l’Amministrazione comunale per evidenziare le criticità riscontrate: l’incontro sembrava fatto proprio per correggere questi aspetti. «E invece apprendiamo che è ancora all’ordine del giorno l’adozione del Paav, sebbene l’incontro riguardava la possibilità da parte nostra di evidenziare le criticità riscontrate». Il Consorzio riconosce l’iter del percorso descritto dal sindaco, a cui anche loro hanno partecipato; però – spiegano – si è trattato di incontri preparatori nell’estate 2021, prima cioè della stesura a cui hanno dato alcuni contributi, salvo poi non sapere più nulla fino alla pubblicazione di agosto 2022, quando cioè il Paav era pronto. «La partecipazione vera e reale – precisa il Consorzio – doveva essere fatta al momento della stesura, quando i tecnici avrebbero dovuto chiamarci per un confronto. Se fossimo stati coinvolti, saremmo intervenuti prima su quegli aspetti che andranno inevitabilmente a modificare l’assetto economico degli otto chilometri di costa». Dunque: queste perplessità si sarebbero risolte prima e oggi non ci sarebbe questa contestazione.
Questione Partaccia
La più eclatante criticità del Piano per i balneari è la Partaccia, «dove la previsione di spiagge libere creerà un problema di ingestibilità turistica, impoverendone l’offerta. Lì si concentra una forte domanda di servizi balneari, grazie al sistema campeggi, che però la zona non potrà più soddisfare. Il sindaco ha motivato la scelta di realizzare qui le spiagge libere per “tutelare” gli operatori balneari, ma è davvero questa – si domandano i balneari – l’unica soluzione? » .
Erosione
Un altro esempio sono le zone funzionali, «che, come previste, comportano una duplice problematica: non permettono in caso di avanzamento del fenomeno erosivo la possibilità di collocare le strutture in un’altra area, e sono più restrittive rispetto al precedente Piano dell’arenile. Tutto ciò che in oltre cinquant’anni abbiamo vissuto non ci ha insegnato nulla? Già a Marina centro le mareggiate hanno costretto l’arretramento delle strutture sul lungomare, mentre in zona Ronchi il mare arriva già sulla strada».
E adesso?
Queste sono solo alcune delle criticità segnalate, che poi i balneari approfondiranno meglio con una conferenza aperta a tutti, prevista per lunedì 19 dicembre alle 11 all’ex Torre Fiat. Ma come già detto, la questione è anche politica. Lunedì, su proposta della Lega, si terrà una riunione di capigruppo per decidere il da farsi. Il voto in consiglio comunale è previsto per il 20 dicembre, ma la riunione serve a chiedere un posticipo. Il Carroccio votò a favore in commissione, come le altre forze di maggioranza; ma vista la situazione, ha ritenuto opportuno chiedere tempo per ulteriori approfondimenti, così da capire tecnicamente qual è l’oggetto del contendere. La Lega prova a metterci una pezza, ma è operazione difficile viste le granitiche posizioni di Fratelli d’Italia e parte di Forza Italia. La loro richiesta continua a essere il ritiro dell’atto, che non può più essere corretto con maxi emendamenti. In alternativa, il Paav potrebbe andare in consiglio, ma non avrebbe i voti. Le posizioni restano le stesse dei giorni scorsi, ma il mancato dietrofront del sindaco, che ha parlato anche di intimidazioni, ha contribuito a esacerbare gli animi in un conflitto sempre più aperto.