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Marina di Carrara, imprenditore alza i salari ai dipendenti dello stabilimento balneare per farli lavorare meglio

Luca Barbieri
Claudio Santi, l'imprenditore "illuminato" della costa apuana
Claudio Santi, l'imprenditore "illuminato" della costa apuana

Il progetto di Claudio Santi. l’accordo integrativo vale per i contratti a termine: gli stagionali. Principalmente giovani, ma non solo, del territorio, tra spiaggia, bar e ristorante

02 luglio 2022
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MARINA DI CARRARA. «Se i miei dipendenti sono felici l’azienda è felice». Prova a ribaltare il paradigma che da mesi ha polarizzato il dibattito sugli stagionali, Claudio Santi, imprenditore carrarese storicamente legato al lapideo e, negli ultimi quattro anni, alla guida del bagno Doride di Marina di Carrara. Da pochi giorni è diventato pioniere di un accordo integrativo che garantirà a ragazze e ragazzi, come li chiama, una maggiorazione in busta paga, formazione pagata, una prelazione per il prossimo anno e un premio alla fine della stagione estiva. Non chiamatelo però imprenditore “illuminato”, perché per lui, nipote del “Memo”, di quell’Alessandro Brucellaria che ha fatto la storia della Resistenza apuana, solidarietà e diritti «dovrebbero essere semplicemente la norma».

Lo dice a poche ore dalla nota della Filcams che annuncia l’epilogo di una trattativa portata avanti dal segretario generale Sebastiano Salaro e dalla funzionaria Valentina Conti in materia di lavoro stagionale. A fare da “apripista”, come auspica il sindacato di categoria, è uno dei bagni cosiddetti “super” della costa apuana: piscina, ristorante vista mare, promotore del “mare d’inverno”. In estate si raggiunge però il “clou” dell’attività, anche qui all’ombra del marmo bianco. Una rosa – prendendo in prestito il gergo sportivo, visto che Santi è anche nella cordata di imprenditori della Carrarese calcio – di 23 persone, in media, occupate.

L’accordo integrativo vale per i contratti a termine: gli stagionali. Principalmente giovani, ma non solo, del territorio, tra spiaggia, bar e ristorante. Certo, se sarà una svolta per l’intero comparto lo dirà soltanto il tempo.

Intanto, questo sì, c’è l’accordo: premio stagionale, prelazione per il 2023, stipendio aumentato, con tanto di formazione. E dalla sigla trapela soddisfazione: «Il tema della stagionalità ogni anno irrompe nel lessico quotidiano in drammatica assonanza con sfruttamento, precarietà, instabilità, sommerso e tutte le molteplici “ombre scure” di un settore di punta come il turismo nel quale il potenziale di territori come il nostro stride con condizioni di lavoro troppo spesso insostenibili per tantissime lavoratrici e lavoratori. Nonostante ciò, da mesi numerosi datori di lavoro lamentano la difficoltà di reperire personale: diverse le presunte “colpe”, giovani svogliati o impreparati, carenza di professionalità qualificate, reddito di cittadinanza e bonus erogati dallo Stato, nessuna responsabilità lato imprese, avverso le quali abbiamo con forza attenzionato a quelle che sono a nostro avviso le cause, ossia l’ancora elevata diffusione del lavoro sommerso, l’applicazione di contratti grigi, assunzioni con monte ore inferiore anche in modo consistente rispetto al lavorato, sotto inquadramento, difficoltà nel recupero delle spettanze di fine rapporto, in un clima di elevata precarizzazione», premettono nella nota di Filcams. C’è una ma, sottolineano: «Imprese etiche: esempi virtuosi che meriterebbero quel “bollino rosso” che proponemmo come riconoscimento per le realtà in cui si è capito che il valore e la dignità del lavoro sono parte integrante».

Il caso è appunto quello del Doride, seguito dallo studio di consulenza Covelli, fresco di accordo sindacale aziendale per i contratti a termine. «Già la premessa ha trovato tutte le parti d’accordo: la volontà di preservare la permanenza nel settore delle professionalità esistenti, garantendone da un lato la valorizzazione e dall’altro una reciproca fidelizzazione. Si dimostra come stagionalità e sfruttamento non siano necessariamente sinonimi e si capovolge il paradigma del settore, i cui lavoratori e lavoratrici sono professionalità da valorizzare e non manodopera da spremere e svilire. Non sarà certo un singolo accordo aziendale a ribaltare un modello di turismo cristallizzato negli anni, ma crediamo che un primo passo in direzione contraria sia un segnale importante da valorizzare e riproporre. Muoversi entro il perimetro dei contratti collettivi nazionali e aziendali garantisce dignità al lavoro, che si ripercuote in positivo sulla qualità dei servizi».

L’imprenditore però ribadisce: «Dovrebbe essere la norma: ho sempre messo al primo posto la squadra, se valorizzo la squadra, valorizzo l’impresa, chi lavora contento farà sicuramente bene». l

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