Il sindaco: sancita la fine delle gestioni illegali
Palazzo civico interpreta così le sentenze del Tar: è solo grazie a noi se è stato introdotto il 58 bis ed è stato così scongiurata la chiusura delle cave
CARRARA. «Il Tar con le sentenze sui “fuori piano” ha definitivamente sancito la fine una gestione all’insegna dell’illegalità. E ora le aziende la smettano con i ricorsi»: è questo il commento a caldo del sindaco Francesco De Pasquale agli ultimi pronunciamenti del Tribunale amministrativo regionale che, a suo avviso, «ribadiscono definitivamente il principio rivendicato e condiviso dall’amministrazione comunale sulla interpretazione del concetto di perimetro estrattivo e sull'illegittimità delle varianti postume con l’obiettivo di tutelare la sicurezza dei lavoratori, il paesaggio e l’ambiente. Anche i pronunciamenti più recenti, aldilà dei tecnicismi, confermano dunque che la linea tenuta dal primo cittadino e dalla sua giunta sui “fuori piano” era corretta e non certamente influenzata, come si voleva far credere, da un “semplice parere”. Il Tar conferma che il Comune ha effettuato una corretta e doverosa interpretazione della Legge Regionale e che chi sosteneva il contrario voleva solo portare avanti una gestione all’insegna dell’illegalità».
Secondo il Comune, «Alla luce di questa lettura che secondo il Tar - lo ribadiamo - è stata legittima e giusta, l’amministrazione la scorsa estate si è mossa per evitare la chiusura di diverse attività, chiusura che era prevista dalla legge regionale attraverso la decadenza dell’autorizzazione per chi scava senza titolo. Ed è proprio il Tar, oggi, a ribadire che quelle cave stavano scavando senza titolo. L’azione dell’amministrazione, anche attraverso l’ormai nota lettera del sindaco del 31 luglio scorso – che in questi giorni viene sbandierata un po’ da tutti, inclusi industriali e partiti di sinistra, cosa che fa sorgere il sospetto di una bizzarra convergenza di posizioni – si è subito concentrata sull’obiettivo di garantire la sopravvivenza delle attività, fermo restando l’obbligo di sanzionare chi aveva violato la legge. Se è stata scongiurata la chiusura delle cave, se sono stati salvati i posti di lavoro e se le famiglie di quei cavatori hanno ancora un futuro è grazie al 58 bis e dunque il merito è anche della delicata e faticosa opera diplomatica portata avanti dal sindaco e dalla sua giunta nei confronti dell’amministrazione regionale. Così è nato il 58bis, sostenuto dai sindacati e da tutte le forze politiche presenti in consiglio regionale, la norma transitoria che ha scongiurato la decadenza delle concessioni. Coloro che in queste ore senza alcun pudore annunciano l’ennesima raffica di ricorsi forse dimenticano che senza il 58bis, oggi non avrebbero più in mano alcuna autorizzazione. Se questi imprenditori invece di minacciare ricorsi e paventare richieste di risarcimento prendessero esempio da chi, in modo più lungimirante, ha applicato la legge ed è tornato a concentrarsi sulla propria azienda, probabilmente ne beneficerebbe l’intero settore e tutta la città. Coloro che hanno provato a sostenere posizioni estreme giocando alla roulette russa con il futuro delle persone, come ad esempio Confindustria, almeno oggi potrebbero guardarsi indietro, ammettere i propri errori e ringraziare l’amministrazione che ha avuto la capacità e il buonsenso di salvare il futuro e la dignità di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie». E conclude: «In riferimento poi alle valutazioni sul limite dei mille metri cubi ricordiamo che questo esula dal 58 bis ma è previsto dall’articolo 23 della legge regionale già in vigore dal 2015. In attesa della sentenza della Corte Costituzionale l’amministrazione continuerà a dialogare, come detto, con la Regione per una modifica normativa a favore dell’introduzione di un sistema di tolleranze condiviso da tutti gli enti coinvolti nei controlli». —