Il Tirreno

Bancarotta fraudolenta Sequestrata una cava denunciati i tre titolari

di Cinzia Chiappini
Bancarotta fraudolenta Sequestrata una cava denunciati i tre titolari

Maxi operazione della Guardia di Finanza nel bacino di Fantiscritti Sigilli alla “Fiordichiara B”, interviene anche un elicottero

19 febbraio 2016
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CARRARA. Blitz della Guardia di Finanza con tanto di elicottero a Fantiscritti: ieri mattina, alla cava 76, sono scattati i sigilli. L’accusa per il titolare della concessione e per altri due presunti complici è di bancarotta fraudolenta. Una sorta di gioco delle tre carte, studiato e architettato con il dichiarato intento di rientrare in possesso del patrimonio “perduto” e di sottrarsi ai creditori. A spostarsi da un lato all’altro del tavolo però in questo caso non erano semplici carte da gioco ma rami d’azienda, quote societarie e diritti di concessione che, proprio come nella più celebre delle truffe da strada, alla fine, erano destinate a tornare in mano agli organizzatori del gioco. O almeno questo è quello che pensavano di fare due imprenditori del marmo e un commercialista, finiti nel mirino della Procura della Repubblica con l’accusa di bancarotta fraudolenta.

Sulla scia di questa indagine, ieri mattina, alle cave è scattata una maxi operazione delle Fiamme Gialle, con un gran dispiegamento di uomini e mezzi, incluso l’elicottero.

Ma andiamo con ordine. Siamo nel bacino di Fantiscritti: ieri mattina poco dopo le 9.30 i militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Massa Carrara, incaricati dal sostituto procuratore Rossella Soffio mettono i sigilli alla cava 76, la “Fiordichiara B.” Titolare dei diritti di concessione era la Fiordichiara srl di Davide Montefiori 48 anni (amministratore unico e legale rappresentante della società) che a febbraio del 2013 aveva ceduto un ramo d’azienda e i diritti di concessione alla Cmv Marmi di Milano, di Alessandro Macchione 32 anni (anche lui nel ruolo di amministratore unico e legale rappresentante). Due anni dopo, ovvero a febbraio 2015, la Fiordichiara Srl aveva dichiarato fallimento.

Secondo l’ipotesi accusatoria della Procura, costruita sulla base delle indagini effettuate dalla Guardia di Finanza sui documenti amministrativi e contabili delle due società, Montefiori e Macchioni, con la collaborazione del commercialista massese Giampiero Ciarleglio avrebbero appositamente costituito una terza società con sede a Londra, la Marble&Stone Ltd, per “recuperare” i beni della Fiordichiara , evitare il pagamento dei creditori e occultare i reali beneficiari dell’operazione. Le cifre in ballo sono decisamente importanti: basti pensare che il valore del ramo d’azienda e delle concessioni cedute dalla Fiordichiara alla Cmv ammonta a 2.630.000 euro e che la stessa società fallita doveva al suo principale creditore, l’erario, 7.500.000 di euro. E proprio per nascondere i vari passaggi e occultare i nomi degli ideatori di questo schema – che dovevano trarre beneficio dall’intera operazione - era stata creata la Marble&Stone, fondata appunto da Ciarleglio, già depositario delle scritture contabili della CMV, di cui la società londinese detiene a tutt’oggi il 75% del capitale sociale.. Montefiori, Macchione e Ciarleglio sono accusati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e preferenziale. La posizione più difficile è quella del patron della Fiordichiara, Montefiori, che dovrà rispondere anche di emissione di note di credito ideologicamente false per 145.000 euro, sottrazione di liquidità del saldo di cassa per oltre 100.000 euro e pagamenti di contributi non dovuti, a suo favore, per oltre 60.000 euro.

A seguito del sequestro il complesso aziendale della Fiordichiara B, inclusi i diritti di concessione della cava, sono stati immessi nella disponibilità dell’amministratore giudiziario nominato dalla Procura della Repubblica, per assicurare la continuità e la redditività della produzione, a tutela degli indagati, dei dipendenti e dei creditori.

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