Carabiniere ucciso sulla porta di casa. L'assassino: "Mi sono vendicato dei miei figli", uno di loro si firmava Diabolik

La palazzina e il carabiniere ucciso (foto Cuffaro)
La palazzina e il carabiniere ucciso (foto Cuffaro)

Carrara: l'omicida, un ex postino, prima è scappato poi si è costituito. Ha agito per vendetta nei confronti dei figli condannati per droga: uno di loro fu anche responsabile di una serie di furti delle scuole nel 2013, si firmava "Diabolik"

27 gennaio 2016
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CARRARA. «Scusi signore può scendere un attimo? Sono un musicista e dovrei parlarle». Ha citofonato e gli ha raccontato una bugia per trovarselo di fronte e compiere la sua vendetta. Il maresciallo dei carabinieri Antonio Taibi, 47 anni, sposato e padre di due ragazzi di 17 e 14 anni, è sceso come farebbe qualunque persona a posto con la coscienza. Portandosi appresso il figlio più grande. Non era ancora arrivato al portone quando ha visto Roberto Vignozzi, ex postino di 72 anni. Il sottufficiale non ha avuto nemmeno il tempo di capire cosa stava accadendo che è stato colpito da distanza ravvicinata. Al cuore. Morendo sul colpo, sotto gli occhi del figlio. Mentre l’assassino si dileguava senza scomporsi.

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Vignozzi ha agito da killer spietato per vendicarsi delle indagini che il maresciallo aveva compiuto nei confronti dei suoi figli, Riccardo di 31 anni e Alessandro di 23, quando era in servizio al nucleo operativo di Carrara, dal 1996 al 2006. Il più grande dei due era anche balzato agli onori delle cronache perché era l’autore di alcuni furti nelle scuole carrarine. Colpi sui quali metteva la firma, facendosi chiamare come il suo eroe dei fumetti preferito: Diabolik. Tanto che quando rubava si calava in testa una sorta di passamontagna nero che lasciava scoperti soltanto gli occhi. Riccardo dopo quella vicenda aveva giurato che avrebbe cambiato vita, invece il suo passato continuava a chiedergli di pagare il conto. E il padre non ne poteva più. E ha deciso che tutto quello che stava capitando era perché quel maresciallo aveva preso di mira i suoi ragazzi. Una follia.

VIDEO La palazzina in cui è avvenuto l'omicidio

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Le indagini di Taibi avevano portato ad alcune condanne. Piccole. Non all’ultima, però. La sentenza è di martedì mattina, per una direttissima celebrata in più udienze e coinvolge sia Riccardo sia Alessandro. Una pena di un anno e otto mesi per il possesso di una modica quantità di eroina. Ma visti i precedenti, il giudice Alessandro Trinci non ha potuto concedere le attenuanti. Questo ennesimo guaio giudiziario, però, nella mente dell’omicida, si è trasformato nella goccia che fa traboccare il vaso. E la sua rabbia si è sfogata alle 7.35. Come aveva previsto, come aveva sperato.

È questo che praticamente è emerso dalle indagini e dalle dichiarazioni di Vignozzi, a lungo sentito dal sostituto procuratore Alberto Dello iacono nella caserma La Plava, a pochi metri dall’ufficio della vittima. L’ex postino, dopo aver sparato, si è costituito in procura. Ha raggiunto Massa - l’omicidio è avvenuto in via Monterosso a Carrara - e, lasciata l’arma in auto è entrato in procura. Poi si è diretto dal cancelliere che conosceva perché era quello che gli firmava i permessi per le visite in carcere ai figli e gli ha detto che aveva ammazzato un uomo. L’uomo ha chiamato gli agenti e sono scattate le manette.

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L'ASSASSINO: "HA ROVINATO LA MIA FAMIGLIA"

Vignozzi dopo essere scappato si è costituito. Il movente, come detto, è quella di una vendetta per i guai giudiziari: il maresciallo ha avuto a che fare con i figli dell'ex postino quando era in servizio al nucleo operativo di Carrara, dal 1996 al 2006. "Aveva rovinato la vita a me e ai miei figli", ha detto confessando. La furia omicida, come spiegato sopra, ha avuto come scintilla la condanna dei figli, per una vecchia questione di droga. Uno di loro, Riccardo di 31 anni, nel 2013 venne fermato dopo una lunga serie di furti nelle scuole: in un caso aveva lasciato un biglietto su cui si definì Diabolik "per colpa della crisi".

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FREDDATO SUL PIANEROTTOLO

Sul luogo del delitto si è precipitato il comandante provinciale Giovanni Semeraro: "Perdiamo un grande lavoratore, un padre di famiglia, ucciso in una maniera terribile sul pianerottolo di casa". Sul posto anche il procuratore capo Aldo Giubilaro: "Posso dire poco o nulla delle indagini. Solo che c'è una vita spezzata".

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ALFANO: MI UNISCO AL DOLORE DELLA FAMIGLIA

"È con commozione che mi unisco al dolore della famiglia del maresciallo dei Carabinieri, Antonio Taibi, e a tutta l'Arma, colpita da un terribile lutto". Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha espresso il proprio cordoglio nel corso di una telefonata al comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Tullio Del Sette. "I carabinieri, ancora una volta - ha affermato Alfano - pagano un alto tributo per garantire ogni giorno la sicurezza dei cittadini e dello Stato".

"COMMENTI INTOLLERABILI": L'INTERVENTO DEL DIRETTORE

Carabiniere ucciso: intollerabili i commenti che offendono l'Arma. L'intervento del direttore Omar Monestier - Il Tirreno

Pubblicato da Il Tirreno su Mercoledì 27 gennaio 2016

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