Lavoro: «Ma il futuro è in Romania», Fosco Bianchetti controcorrente
Carrara: il re dei navigatori satellitari, intanto, cerca ingegneri per la sua azienda. «Non sono troppo ottimista, ho un ufficio a Cluj, là tutti parlano più lingue»
CARRARA. C’è chi cerca sarti come Brunello Cucinelli per la sua D’Avenza e chi va a caccia di ingegneri. Fosco Bianchetti, il re apuano dei navigatori satellitari, è una vita che cerca ingegneri per la sua azienda, la Av-Map: 80 dipendenti qui, 40 sparsi nel mondo.
Alla fine, chiediamo, li ha trovati? Macché. «È un dramma che si perpetua – dice – Si lavora, certo. Lavoriamo per Toyota, per Peugeot; in questi giorni in azienda abbiamo una squadra di giapponesi della Furuno (multinazionale nipponica, ndr) a cui vendiamo i nostri prodotti. Si va avanti. Fare qualcosa di innovativo però è difficile: bisognerebbe trovare le persone giuste». Prima di essere un imprenditore, Bianchetti è un creativo: sarà anche per questo che gli hanno affidato uno dei due interventi di apertura di Creainrete (l’altro è stato di Cucinelli). In molti lo definiscono un genio: «Non lo sono, non ho fatto nulla di geniale» dice.
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E come tutti i geni si annoia a fare sempre le stesse cose, anche se sono remunerative: è una mosca bianca, i più si accontentano degli utili, ma tant’è. Quando sale sul palco, Bianchetti prova a fare l’ottimista: «Mi hanno detto che devo darvi segnali positivi..». E allora racconta la sua storia d’impresa, da cui di ottimismo non può che sprigionarsene a barili, dato che ha costruito un impero: dall’idea primordiale, geniale, alla cessione agli americani di Boeing – lo hanno cercato loro – di una divisione, la C-Map, quella che ormai nel 2006 considerava matura e non più stuzzicante, all’avventura che va avanti. «Mi piacerebbe poter condividere l’ottimismo di Cucinelli – dice al microfono – Lui è un motivatore più bravo di me, ma nel campo del software, se non si ha una grande passione è difficile essere creativi ed è la creatività che rende competitivi. Se c’è entusiasmo, si possono fare grandi cose – continua – Le grandi cose che ho fatto, le ho realizzate grazie all’entusiasmo delle persone».
Oggi il clima è cambiato. Giù dal palco il re dei navigatori satellitari si toglie del tutto la maschera dell’ottimista. E racconta: «Noi abbiamo un ufficio in Romania, a Cluj, città universitaria. È un posto bellissimo, dove chiunque sa la lingua madre e l’inglese perfettamente, e chi è nella media sa anche il francese e l’italiano. Locali carini per tutte le fasce di reddito, vai in Municipio, ci trovi tre donne che parlano perfettamente l’inglese: tutte e tre. Se io vedo un futuro, lo vedo là».