Omicidio Turri, sì agli accertamenti sui cellulari di vittima e testimone
Nuovi approfondimenti disposti nel processo a carico dell’ex compagno
BARGA. Accertamenti sulla possibile esistenza di altri cellulari intestati alla vittima e la verifica dell’aggancio delle celle tra il telefonino dell’imputato e quella di una testimone.
Dopo aver sentito cinque testi, la Corte d’Appello ha disposto ulteriori approfondimenti tecnici nel processo per omicidio volontario a carico di Fabio Picciolo, 59 anni, già impiegato del Comune di Barga, in relazione alla morte dell’ex compagna Ursula Turri, l’operatrice sanitaria di 49 anni trovata senza vita per soffocamento nella sua camera da letto a Barga il 19 novembre 2019.
In primo grado, con rito abbreviato, Picciolo venne assolto. La Procura (pm Antonio Mariotti) aveva impugnato la sentenza al pari della parte civile rappresentata dall’avvocato Paolo Mei. La Corte vuole valutare l’attendibilità dei testimoni e il fronte delle comunicazioni telefoniche diventa un passaggio significativo per chiarire punti ancora nebulosi. Per l’accusa, Picciolo, difeso dagli avvocati Riccardo Carloni, Gianmarco Romanini e Francesco Marenghi, non avrebbe un alibi dalle 17 e per tutto il 19 novembre: in quel lasso di tempo per 10 volte invia 5 messaggi sul cellulare e dichiara ai carabinieri di essere sempre rimasto in casa a guardare la tv.
Ma per il consulente tecnico del pm «alle 22, 12 il database del suo dispositivo registra un tentativo di collegamento con il wifi nella casa della vittima e il tono dei suoi sms cambia improvvisamente e i messaggi degli ultimi giorni mostrano un crescendo di delusione e gelosia per aver capito che la Turri aveva ripreso il rapporto con un’altra persona».
Sull’ex dipendente comunale erano state rilevate tracce di ferite al volto ed ecchimosi al dorso delle mani compatibili con una colluttazione. Contestato da accusa e parte civile anche il fatto che il giudice di Lucca non abbia ritenuto attendibile la testimonianza di un’amica barista la quale dichiarò che alle 19 Ursula era da loro per un aperitivo con noccioline, le stesse che il medico legale aveva poi trovato con l’autopsia. E se l’autopsia aveva circoscritto il decesso tra le 19 e mezzanotte (quando Picciolo non aveva alibi), il giudice di contro aveva sostenuto la morte tra le 15 e le 17 quando l’imputato era in Comune. Prossima udienza il 12 novembrel
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