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Lucca, più turisti nelle case in affitto che negli hotel. Gli albergatori: «Bisogna migliorare i servizi della città, ecco le priorità»

di Valentina Landucci

	Turisti in centro a Lucca
Turisti in centro a Lucca

Gli operatori del settore analizzano i dati della stagione e spiegano quali sono gli interventi più importanti: «Servono più taxi, spesso siamo noi a dover accompagnare gli ospiti»

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LUCCA. «Non mi risulta che ci siano poche strutture alberghiere a Lucca. O meglio: non punterei il dito sulla quantità delle strutture di fronte al fenomeno di turisti che invece di andare in hotel scelgono altre soluzioni. Se il fenomeno esiste le cause sono da ricercare altrove». È netta la valutazione di Sara Barbieri, dell’hotel La Luna, rispetto ai numeri forniti dal Comune sulle presenze in città tra gennaio e giugno 2025. Il dato è macroscopico: più vacanzieri nelle case in affitto (201.000) che negli hotel (144.000, senza considerare l’extralberghiero). E questa dinamica «può essere calmierata – continua l’imprenditrice – intervenendo sui servizi turistici prima di parlare della necessità di costruire nuovi alberghi». Per quanto «i numeri forniti contengono una contraddizione di fondo – aggiunge Mario Maraviglia, general manager dell’hotel Palazzo Alexander – si parla di un generale aumento delle presenze a fronte di posti letto “emersi”, che prima non c’erano. E ancora di alberghi con un minor numero di presenze come, probabilmente, conseguenza della preferenza data dai turisti a strutture che prima non apparivano». Il riferimento è alla quantità di case per affitti turistici brevi entrati in maniera massiccia nell’economia delle vacanze in città, non più invisibili con l’obbligo del codice Cin e i cui effetti sono, almeno in parte, ancora da capire tanto da far parlare di «dati falsati quelle presenze, ameno per quest’anno», secondo Roberto Calabrò di Casa Paolina.

Prima i servizi: il caso taxi

Ad aprire il dibattito sull’ipotesi di nuove strutture alberghiere venerdì era stato l’assessore Remo Santini. Ma la risposta di almeno alcuni degli operatori lucchesi del settore è netta: prima vengano i servizi. «Si potrebbe migliorare l’accesso alla città, difficoltoso soprattutto per gli stranieri – osserva Barbieri – migliorando la segnaletica. Va bene quella per i risciò ma non basta, serve far capire al turista dove deve andare e come può raggiungerci, cosa problematica per molti come testimonia il fatto che noi albergatori ci troviamo spesso a fare da navigatore agli ospiti». E i cartelli sono solo una parte del problema: «Siamo sempre noi albergatori a dover far fronte alla carenza di taxi – continua – lo diciamo da tempo e quest’anno, nonostante le lamentele e i confronti non si è riusciti a trovare una soluzione al problema. Così continuiamo ad essere noi ad accompagnare i nostri ospiti perché prenotare un taxi è impossibile». «Io sono stato uno di quelli che ha condotto la battaglia sui taxi – aggiunge Calabrò – perché non fare come Forte dei Marmi che ha i taxi stagionali?». Perché è evidente, – come sottolinea a Maraviglia – che il problema della carenza si senta maggiorente «nei periodi alta stagione» e sia accentuato dal fatto che «non esiste un servizio taxi nei comuni vicini e ogni richiesta che viene da fuori, ad esempio da qualche ospite di una villa di Capannori, si ripercuota su tutto il resto».

La sosta

Del resto se Lucca è sempre più città chiusa alle auto non solo occorrono mezzi pubblici e servizi privati alternativi. Ma anche parcheggi. «Sono tra quelli che vorrebbero le strade del centro il più possibile libere dalle automobili – aggiunge Maraviglia – ma prima di chiudere una città bisogna pensare ai parcheggi. Di ipotesi negli anni, anche di aree per la sosta interrata, se ne sono fatte tante e intanto passa il tempo. Si potrebbero organizzare soluzioni anche meno impattanti e offrire servizi di sosta a custodia: non mancherebbero aree adatte».

Le prenotazioni

E se ci sono servizi carenti, come appunto quelli legati alla mobilità, ce ne sono altri che funzionavano ma sono stati cancellati: «Se da un alto ci fa piacere che siano riaperti uffici informazioni – aggiunge Barbieri – non si capisce perché, come accadeva in passato, non sia possibile prenotare direttamente una struttura dall’ufficio informazioni quando il turista arriva in città. Si tratterebbe di offrire un servizio al turista vedendo impiegati in maniera proficua i nostri sforzi sulla tassa di soggiorno».

Parola d’ordine: qualità

Va detto che, se sui dati e le strategie da adottare per il turismo il confronto è aperto e vivace, rimane un obiettivo comune: la qualità. Lucca vuole – e lo ribadiscono tanto gli operatori quanto l’amministrazione – un turista “medio-alto” pronto a spendere e a farlo volentieri perché trova sistemazioni e servizi adeguati, ottimi ristoranti, negozi esclusivi. Per arrivarci, all’obiettivo, «serve maggiore cura» osserva Calabrò. E occorre pensare al turismo «non solo in termini di strutture alberghiere la qui qualità in città è molto alta, come rilevano anche i principali portali del settore – aggiunge Maraviglia – ma dobbiamo pensare all’insieme dei servizi, all’ospitalità, all’assistenza al cliente, al commercio». Per questo il problema non è tanto il prezzo della stanza, concordano gli operatori del settore, ma se la qualità della stanza non è all’altezza delle aspettative, o se chi pernotta a 600 euro si trova a far colazione in mezzo ai gas di scarico, o a pagare un insalata quanto una bistecca, costretto a trascinare la valigia in stazione perché non ha trovato un mezzo per arrivarci o a spostarsi fino a Forte dei Marmi per concedersi una passeggiata tra vetrine scintillanti.
 

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