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Il caso

Lucca, consigliere comunale messo alla gogna sui social perché frequenta un locale gay

di Valentina Landucci

	Il consigliere comunale Daniele Bianucci in aula
Il consigliere comunale Daniele Bianucci in aula

Daniele Bianucci nel mirino di “odiatori” replica con una sua foto davanti al Mama Mia di Torre del Lago: «È squadrismo, un’azione organizzata»

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LUCCA. Tecnicamente si chiama argumentum ad hominem, una argomentazione retorica “contro” che già aveva ben presente Aristotele. Detto con una espressione un po’ più popolare si tratta di quel che potremmo definire un “avvelenamento dei pozzi”, espressione che ha una storia interessante: era una tecnica di guerra, si avvelenavano i pozzi d’acqua lungo il percorso degli eserciti nemici. Minimo sforzo e massimo risultato.

Ora che i pozzi da avvelenare sono diventati altri la tecnica ha cambiato “medium” ma continua ad essere largamente diffusa e maneggiata, piuttosto maldestramente da chi pensa, con poco sforzo, di poter delegittimare (o perfino diffamare) il proprio avversario spostando il confronto dal tema di discussione alla persona che pone quel tema. È un pozzo dal quale si può pescare di tutto e certamente niente di buono: xenofobia, razzismo, omofobia, misoginia, antisemitismo. E la lista potrebbe continuare ancora per un bel po’.

Ed è su questo terreno, o meglio direttamente da questo pozzo avvelenato, che ormai da settimane appaiono, sotto alcuni post sui social relativi a notizie giornalistiche diffuse o comunque che riguardano il consigliere comunale Daniele Bianucci, commenti a dir poco fuori luogo.

I fatti

Trovarne traccia non è difficile, sono tutti ancora lì. Come nel caso della notizia, apparsa sul tutte le testate locali, della prossima apertura del punto vendita di un supermercato a Borgo Giannotti. Giusto? Sbagliato? Colpa di una parte politica o dell’altra? In proposito è normale avere opinioni. Ma a un certo punto un lettore e utente del social scrive “la domenica non fa comunicati (riferendosi a Bianucci, ndr) perché gli garba anda’ a ballare a Torre del Lago”. E poi sottolinea di non aver offeso nessuno: “che male c’è? forse qualcuno ha la coda di paglia? È come dire va a ballare a Marina di Pietrasanta”. Ma la questione è tutta qui: il commento parla di Torre del Lago, località turistica conosciuta anche a livello internazionale per il turismo Lgbt Friendly. La questione, cioè, non è commentare il supermercato a Borgo Giannotti ma dire ai lettori del commento che il consigliere comunale frequenta una nota località gay e i suoi locali.

La reazione

«Commenti del genere vanno avanti da settimane, direi dall’inizio dell’estate» spiega Bianucci, contattato al telefono dal Tirreno. «Non ho le prove ma ho il sentore che si tratti di una cosa organizzata, un’azione orchestrata da gente che fa politica ed è pronta a tutto». Bianucci, che del proprio orientamento sessuale non fa mistero, che è impegnato da sempre sul fronte dei diritti delle persone, non ha esitazioni nel dare una definizione a quanto gli sta accadendo: «È squadrismo». E così ha deciso di dare un segnale postando sui propri social una foto di se stesso di fronte a Mama Mia, uno dei locali della Marina di Torre del Lago. «Si è trattato di un’ondata di commenti sulla mia frequentazione del Mama Mia – racconta – un’ondata di discredito contro la quale ho deciso di fotografarmi di fronte al locale. In tantissimi hanno commentato e condiviso. E qualcuno ha anche detto che non mi devo giustificare. Ma non l’ho fatto per questo, non ho bisogno di giustificarmi». La finalità di Bianucci è tutt’altra: «Non posso pensare che ancora oggi ci sia chi punta il dito, non posso pensare che tante persone, famiglie intere, temano il rischio dell’onta sociale per l’orientamento sessuale di un proprio familiare, vivano nella preoccupazione un percorso che non è certamente facile ma che si può e si deve affrontare invece nella più assoluta serenità perché anzi contribuisce alla crescita di ciascuno. Trovo che sia inaccettabile attaccare le persone e i loro percorsi di vita in questo modo: non per me che ho le spalle larghe, anche se ammetto di averne sofferto, ma per chi affronta questo percorso, ora basta! Cerco di vivere la mia vita personale in maniera riservata, ma credo ci sia un momento in cui la testimonianza serve per rasserenare le persone che vivono questa situazione. Per questo ho deciso di renderla pubblica». Anche perché nell’intera vicenda, di per sé grave, c’è un fatto che la rende tutt’altro che trascurabile: la volontà di discredito non colpisce un comune cittadino ma un rappresentante di una istituzione pubblica. «No, non è qualche squilibrato a scrivere quei commenti che arrivano sempre dai soliti profili e sempre su notizie politiche. Per questo non dobbiamo sottovalutare il tema: quello di uno squadrismo nei commenti che avvelena il clima politico della città, che attacca persone che ci mettono la faccia fino all’onta della vita privata. Non è purtroppo la prima volta, era capitato anche in passato e con contenuti e offese anche peggiori».

Scriveva Dante, facendolo dire da Virgilio: «Non ti curar di loro, ma guarda e passa». Non sempre un buon consiglio: andare avanti – come comunità oltre che come individui – qualche volta impone di non lasciar perdere. Che, in fondo, è il senso dell’impegno politico.

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