Lucca, chi è il nuovo padrone di casa dell'Ispettorato del lavoro
L’immobile comprato dalla Sercom della famiglia Lazzareschi
LUCCA. È una società immobiliare di proprietà di una delle famiglie più note del mondo imprenditoriale lucchese, la nuova padrona di “casa” dell’Ispettorato del lavoro. Il fondo in via Gramsci a San Marco, lato gradinata del Porta Elisa, è stato acquistato all’asta dalla Sercom Srl, sede legale a Porcari, quote paritetiche intestate a Luigi, consigliere delegato, e Cristina Lazzareschi, presidente.
Sono i figli di Giuseppe, il fondatore del gruppo con il socio Emi Stefani i cui figli, prima Edilio (scomparso il 30 gennaio) e ora Paola hanno ricoperto il ruolo di presidente di Sofidel Spa, leader mondiale nel settore della carta per uso igienico e domestico.
Sercom Srl è l’immobiliare della famiglia Lazzareschi che ha in pancia 31 unità immobiliari distribuite tra Lucca (viale Giusti, gli ex magazzini della Manifattura in via Filzi, fondi sulla via Sarzanese e in centro in Corte dell’Angelo) , Montecarlo, Pietrasanta e Porcari. Le destinazioni sono commerciali e uffici. Operazioni in linea con quella conclusa in via Gramsci. Di recente è stato trascritto il decreto di trasferimento dell’immobile comprato a gennaio. La Sercom Srl se l’è aggiudicato staccando un assegno di un milione 368mila e 562 euro all’incanto gestito dall’Ivg nell’ambito dell’esecuzione immobiliare subìta dalla Re. Co. Carta Srl di Lucca. A procedere era la Amco – Asset Management Company Spa, società partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze che si occupa di cartolarizzazione di crediti deteriorati del sistema bancario.
Al primo incanto il prezzo di partenza era stato fissato in 2 milioni e 433 mila euro. Andata deserta la prima asta nell’ottobre 2024, alla seconda si è presentata la società dei Lazzareschi che ha chiuso in solitudine l’affare. Nessun concorrente che abbia tentato un’offerta al rialzo.
Tra i motivi della soluzione veloce di sicuro ha pesato l’esistenza di un inquilino solido e pagatore come l’Agenzia del Demanio, ma anche il prezzo ribassato che consente al nuovo proprietario a fronte di un investimento di quasi 1, 4 milioni di euro di incassare un affitto annuale di 146mila euro: oltre il dieci per cento di quanto è servito per acquistare il bene.
Il capiente e non del tutto utilizzato immobile si sviluppa su cinque piani, oltre a quello seminterrato, che si trova nei paraggi anche della vecchia entrata dell’ospedale Campo di Marte. Una posizione che colloca il lotto in una zona con parcheggi, vicino al centro storico, ma senza i limiti degli accessi dentro le Mura. Non ci saranno richieste di cambi di destinazione d’uso che resta direzionale pubblica con un alloggio di servizio e area esterna adibita a cortile con viabilità di accesso, parcheggi ed area a verde. La proprietà deve, però, fare i conti con diverse lacune presenti nel fabbricato. Il geometra incaricato dal Tribunale di periziare il bene aveva scritto che «per l’immobile in esame, il sottoscritto non ha rintracciato il certificato di agibilità, pertanto il suo ottenimento, se necessario, resterà a totale cura e spesa dell’aggiudicatario». Altri aspetti mostrano qualche problema. Scrive il tecnico: «Si precisa che non sono state prodotte allo scrivente e pertanto se ne ignora l’esistenza, le certificazioni di conformità degli impianti tecnologici esistenti e fra la documentazione esaminata in ordine all’incarico ricevuto, niente è stato rintracciato in merito al certificato di prevenzione degli incendi»l
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