La guida
C’è un posto in Toscana dove a maggio i prati si riempiono di giunchiglie: come raggiungerlo e la leggenda
Fabbriche di Vergemoli, giovani coppie, gruppi di amici e famiglie con bambini hanno seguito il percorso fino ad arrivare alla vetta. Circa otto chilometri di camminata sospesi tra cielo e terra
FABBRICHE DI VERGEMOLI. Ogni anno, a maggio, sulla vetta del monte Croce si ripete lo spettacolo della fioritura delle giunchiglie, che la leggenda narra siano le lacrime versate da una pastorella per la morte del suo promesso sposo. E – come da tradizione – in moltissimi raggiungono la vetta per godersi lo spettacolo. È successo anche quest’anno. In questo weekend, peraltro baciato dal sole, in tantissimi non hanno voluto perderselo. In centinaia, armati di scarpe da trekking e cestini da pic-nic, hanno affrontato il percorso per raggiungere la vetta del Monte Croce e godersi la vista dei prati “imbiancati”. Giovani coppie, gruppi di amici ma anche tante famiglie con bambini, più o meno piccoli, si sono cimentati nell’impresa che non è proibitiva ma neppure da prendere sottogamba.
Gli itinerari
Ci sono vari itinerari per arrivare in vetta, e tutti all'incirca prevedono otto chilometri di camminata tra andata e ritorno. Quello a cui bisogna fare attenzione è il dislivello: il percorso che parte da Stazzema, ad esempio, seguendo i percorsi 6, 9 e 109 copre un dislivello di 700 metri. Partendo dalla Garfagnana, invece, i percorsi principali sono quelli che passano da San Pellegrinetto e da Palagnana, località il Pioppo, entrambi nel Comune di Fabbriche di Vergemoli. A Palganana è presente un grande parcheggio, dove è possibile lasciare l’auto. Da qui, a piedi, seguendo il sentiero n. 135, si arriva alla località detta “Il Termine”. Proseguendo sul sentiero 108 si arriva ai piedi del monte Croce. Da qui si segue il crinale erboso sul lato est fino ad arrivare in vetta dove si trova la celebre croce. Il monte è così chiamato poiché i quattro crinali principali che lo formano si intersecano più o meno perpendicolarmente, quasi a formare una croce.
Giunchiglie e leggenda
Tornando alla leggenda delle giunchiglie – altrimenti dette narcisi dei poeti – la storia narra che una giovane pastorella, avendo appreso la notizia della morte del suo amato, si recò sul monte, luogo della loro promessa di nozze. Qui inizio a piangere e ogni sua lacrima, per effetto di un'antica magia, si trasformò in un bianco e profumato fiore di giunchiglia, ricoprendo il monte con il suo candore. Le giunchiglie, che si vedono fiorire in primavera sul Monte Croce, sono quindi considerate le lacrime della pastorella trasformate. Uno spettacolo magnifico, ma che va osservato con rispetto. Come la maggior parte delle fioriture che si trovano in montagna, anche le giunchiglie sono piante protette e quindi è vietato raccoglierle. Un modo per far sì che lo spettacolo continui a ripetersi anno dopo anno.
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