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Lucca, sigilli a tre centri massaggi: come funzionavano e com’è nata l’indagine

di Luca Tronchetti
La polizia in azione in uno dei tre centri massaggi
La polizia in azione in uno dei tre centri massaggi

Molti i clienti giovani che pagavano cifre dai 30 a 100 euro: l’accusa è di sfruttamento della prostituzione

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LUCCA. Ufficialmente erano centri massaggi, magari collocati in angusti appartamenti, veri e propri “buchi”, e poco visibili dall’esterno. Ma in realtà erano vere e proprie aree di prostituzione gestite da “maitresse” e con ragazze – tutte, eccezion fatta per una giovanissima risultata lavoratrice in nero e irregolare sul territorio, con permesso di soggiorno per studio o per turismo – di nazionalità cinese costrette a vivere in spazi ridotti e con rare possibilità di uscire.

In ogni città italiana abbondano i centri massaggi – mascherati da luoghi dove si esercita il meretricio – pubblicizzati attraverso inserzioni e annunci sui vari siti internet d’incontri. In Lucchesia la Squadra Mobile – nel corso di un’indagine durata poco meno di 18 mesi – ne ha scoperti tre: uno, con tanto di mini insegna, a poche decine di metri dalla chiesa di S. Anna, uno accanto alla stazione di Porcari e un terzo sulla via Pesciatina nel comune di Capannori. Sono stati sottoposti a sequestrato preventivo dal giudice delle indagini preliminari su richiesta della procura e che è stato eseguito dalla polizia. L’autorità giudiziaria ha anche denunciato per sfruttamento della prostituzione le tre presunte tenutarie responsabili dei “massage centers” – tutte cinesi di 47, 48 e 61 anni – che si occupavano di ricevere i clienti, concordare il prezzo della prestazione e incassare la somma pattuita.

Frequentatori e prezzi

Da registrare un’inversione di tendenza rispetto a quanto accadeva in passato quando i frequentatori di quel tipo di locale erano persone di una certa età. Dagli accertamenti della polizia è emerso che la maggioranza dei fruitori era formata da giovani dai 18 ai 30 anni. Le prestazioni variavano dai 30 ai 50 euro arrivando sino a un massimo di 100 euro per un rapporto completo. Le persone fermate dagli agenti in borghese all’uscita dei piccoli alloggi dove le ragazze cinesi effettuavano i massaggi sono risultate tutte italiane e molte delle quali residenti in Lucchesia. Le loro dichiarazioni si sono rivelate determinanti ai fini della ricostruzione dell’attività criminosa.

Locali in affitto

I tre centri massaggi cinesi utilizzati come copertura per lo sfruttamento della prostituzione erano stati presi in affitto dalle tenutarie cinesi, tutte in regola con il permesso di soggiorno, e pagavano regolarmente il canone ai titolari degli immobili la cui eventuale responsabilità è in fase di accertamento.

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