Ius sanguinis, Del Bianco contraria: «Al lavoro per modificare la legge»
La presidente dei “Lucchesi nel mondo” teme le eccessive ristrettezze del decreto sulla cittadinanza
LUCCA. Fa discutere il decreto legge sullo Ius sanguinis: solo chi ha nonni o genitori italiani potrà ottenere la cittadinanza alla nascita.
Un provvedimento governativo che non piace a Ilaria Del Bianco, presidente dell’associazione Lucchesi nel mondo (4800 famiglie aderenti nel mondo ed 80 tra delegazioni e circoli sparsi in ogni continente), e presidente emerita di Unaie (l’Unione Nazionale delle Associazioni degli Immigrati ed Emigrati che rappresenta 20 associazioni storiche) .
«Nel tempo, anche durante precedenti governi, si è rafforzata l’intenzione di mettere mano alla legge sulla cittadinanza ed apportare ad essa delle modifiche onde regolamentare una questione effettivamente delicata – afferma – . Il taglio apportato è però forse eccessivo, andando ad escludere una larghissima, enorme fetta di oriundi che si sentono davvero italiani». Una decisione vissuta dai conterranei all’estero come una manovra in totale contrasto con le politiche dello stesso ministero degli Esteri che sul turismo delle radici, nel 2024, ha investito 20 milioni di euro del Pnrr.
Il decreto legge 36 del 28 marzo introduce significative modifiche alla normativa sulla cittadinanza italiana. La misura, adottata con carattere d’urgenza, interviene su diversi aspetti chiave della normativa vigente, in particolare sulla legge 5 febbraio 1992, n. 91 che disciplina la cittadinanza italiana e in particolare pone nuove restrizioni sulla trasmissione automatica della cittadinanza ai nati all’estero limitandole alla seconda generazione e richiedendo la dimostrazione di vincoli effettivi con la Repubblica Italiana.
«È poco coerente invitare i nostri conterranei all’estero a tornare nella propria terra di origine e poi dire loro che, no, non sono e non potranno essere italiani» dichiara la presidente.
«Il senatore Menia (FdI) è stato molto disponibile nell’ascoltare e recepire le istanze portate da Unaie in rappresentanza di tutte le associazione ad essa aderenti – precisa la presidente – comprendendo con immediatezza la necessità di trovare un equilibrio tra i sentimenti di italianità dei nostri all’estero (ed i diritti sinora a loro garantiti) e l’urgenza di perimetrare in qualche modo la questione del riacquisto di cittadinanza anche nell’ottica – non secondaria – di evitare storture talvolta ai limiti della legalità».
Questa restrizione ha generato grande preoccupazione tra le comunità lucchesi all’estero, in particolare in Sud America, dove il legame con le radici è ancora molto sentito.
La presidente Del Bianco ha convocato, per l’esame nel dettaglio delle misure previste dal decreto, un direttivo della Lucchesi nel Mondo per domani: in quella sede saranno discusse anche eventuali azioni dell’associazione al fine di portare al massimo livello politico la richiesta di una modifica al decreto che riequilibri le diverse istanze.l
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