Lucca, sotto inchiesta per corruzione il commissario degli assi viari nella Piana
L’indagine non riguarda il progetto lucchese, ma appalti nel nord Italia
 LUCCA. È un effetto collaterale la cui portata sarà messa a fuoco nei prossimi giorni. Tocca anche la Lucchesia, sia pure in maniera indiretta, l’inchiesta della Procura di Milano su appalti e tangenti. Tra gli indagati figura anche l’ingegner Eutimio Mucilli, 63 anni, dirigente Anas, commissario per la realizzazione degli assi viari nella Piana lucchese.
 
 Per il 23 ottobre era stata indetta dal commissario la conferenza di servizi di tutti i soggetti interessati al progetto del sistema tangenziale di Lucca. Il gruppo di lavoro tecnico aveva finito la sua opera di valutazione delle singole osservazioni e richieste inviate da diversi soggetti comprese le amministrazioni interessate. Dopo la bufera divampata ieri mattina c’è da capire se il commissario avrà ancora i suoi poteri o se sarà sostituito. E se questo “inciampo” potrà avere riflessi sul progetto al centro delle contestazioni degli ambientalisti.
 
 Nell’inchiesta ci sono 9 indagati per corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreto d’ufficio. Sono 9 le persone indagate e 3 società, tra cui due funzionari della stessa Anas: i due avrebbero ricevute mazzette in cambio dell’assegnazione di appalti per un valore di 400 milioni di euro.
 
 Tra i presunti episodi di corruzione ipotizzati dalla procura di Milano, quello centrale riguarderebbe un ex dirigente Anas e Mucilli, attuale responsabile della direzione investimenti e realizzazione della società del gruppo Fs, accusati di aver percepito, dal 2018 al 2021, dal Consorzio Stabile Sis, vincitore dell’appalto milionario per la progettazione ed esecuzione della variante Tremezzina per la Strada statale Regina, nel Comasco, rispettivamente quasi 486mila euro e 360mila euro “non disponendo, né l’uno, né l’altro, di alcuna struttura d’impresa ovvero personale ausiliario in grado di compiere attività in favore del Consorzio, così ampiamente remunerate «ciò – si legge nel decreto di perquisizione – rende del tutto plausibile l’ipotesi che le somme percepite dai due pubblici ufficiali fossero funzionali a garantire al Consorzio Sis la fedeltà e la benevolenza dei due alti dirigenti pubblici».
 
 In sintesi, Stefano Liani e Eutimio Mucilli, secondo le ipotesi accusatorie, avrebbero «percepito ingenti somme dal Consorzio Sis, precisamente nel contesto temporale in cui questo si aggiudicava un ingentissimo appalto bandito dalla struttura di Anas diretta dai medesimi» ma «non è sinora emersa evidenza di quale tipo di prestazione, proporzionata ai compensi percepiti, i due abbiano reso al Consorzio Sis, tenuto conto dell’assenza in capo ad entrambi di alcuna struttura in grado di giustificare l’entità di tali compensi». l
 
 P. B. 
 
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