Livorno, migrante morto in mare: all'alba riprese le ricerche. Si cerca lui e un disperso
Guardia costiera e vigili del fuoco impegnati senza sosta con vedette ed elicotteri. L’Usb: «L'altro è stato visto nuotare verso la sposta opposta del canale». Nessun cadavere ritrovato: uno dei due profughi respinti deceduto perché visto scomparire nell’acqua, l'altro notato tuffarsi e nuotare ma poi perso di vista
LIVORNO. Da una parte le ricerche senza sosta di guardia costiera e vigili del fuoco, dall’altra l’indagine scattata subito con la polmare e la stessa capitaneria che stanno agendo in totale sinergia. La speranza degli “angeli in divisa” è che almeno uno dei due ragazzi che nel primo pomeriggio di giovedì 30 ottobre si sono buttati in mare dalla cargo “Stena Shipper” sperando di entrare clandestinamente in Italia sia ancora in vita, dato che l’altro, visto dai marittimi scomparire sott’acqua, e non si esclude risucchiato dall’elica della Eco Napoli Grimaldi, è purtroppo morto.
 La persona dispersa, invece, è stata notata solamente tuffarsi, quindi – anche se l’ipotesi è purtroppo remota – potrebbe anche essere riuscita a risalire in superficie. Entrambi i giovani, all’incirca sui 20 anni, erano stati sorpresi in mattinata in un container sulla stessa nave, identificati dagli agenti della polizia di frontiera come cittadini marocchini (ma senza documenti) e affidati al comandante dello stesso mezzo che avrebbe dovuto custodirli in sicurezza fino al rimpatrio nel porto di Radès. La “Stena Shipper”, battente bandiera danese, sarebbe tornata in rotta verso il Paese africano dopo una seconda tappa in Italia, a Genova.
 
 Le indagini
 
 Mentre le ricerche non si fermano e dopo la pausa notturna sono riprese all’alba di venerdì 31 agosto, la stessa polmare insieme alla capitaneria ha avviato le indagini per stabilire com’è potuta avvenire la tragedia. Dal momento dell’identificazione gli agenti avevano affidato alla responsabilità del comandante della “Stena Shipper” – un cittadino danese – entrambi i giovani, che avrebbero dovuto rimanere in un luogo sicuro (in custodia) per tutto il resto del viaggio verso il porto ligure e la Tunisia. A loro era stata destinata una cabina, che sono in qualche modo riuscire ad aprire dall’interno. Non è chiaro se abbiano forzato o meno la serratura o se semplicemente abbiano aperto la porta, questo lo dovranno stabilire gli investigatori coordinati dalla procura. Sta di fatto che sono riusciti a eludere la sorveglianza dell’equipaggio gettandosi in mare.
 
 Usb all’attacco
 
 Nel frattempo il sindacato Usb va all’attacco: «Nonostante le prime ricerche i corpi delle due persone non sono stati trovati. Uno – si legge – sembra sia stato visto risucchiato dalle eliche di un’imbarcazione. Mentre l’altro, secondo i nostri testimoni, è stato visto nuotare verso la sponda dalla parte opposta del canale. Ci chiediamo come sia possibile che solo poche ore dopo le operazioni siano state interrotte. Ci chiediamo come sia possibile che la Msc Agadir, sia stata autorizzata a transitare nel canale senza che vi sia ancora certezza rispetto alle sorti di almeno uno dei due dispersi. Da quale ente è stata data tale autorizzazione?».
 
 Il precedente
 
 Non è la prima volta che a Livorno accadono drammi simili. A fine luglio 2020 dalla “Maria Grazia Onorato” della Moby, cinque migranti sorpresi a bordo da un marittimo si sono gettati in mare , al terminal Ltm. Erano quattro sudanesi e un egiziano: due di loro si sono calati con una corda, uno neanche sapeva nuotare, ma per fortuna tutti furono salvati.
 
   
