Versilia, strutture in spiaggia: 100 bagni rischiano di vederle finire allo Stato
Gli effetti della sentenza del Consiglio di Stato: «Anni di contenziosi». Alessandro Del Dotto: per cambiare l’articolo 49 del Codice della navigazione serviranno 4-5 mesi
 VIAREGGIO. «Come andrà a finire? Ci aspettano decenni di contenziosi di varia natura, che bloccheranno gli investimenti, congelando le visioni amministrative, caricando i comuni di spese e affollando i ruoli di udienza delle corti».
 
 Alessandro Del Dotto, già sindaco di Camaiore, ma nel contesto avvocato specializzato in diritto amministrativo e demanio marittimo, conosce nel profondo non solo i mille rivoli normativi innescati dalla Bolkestein, ma anche la realtà versiliese.
 
 Una realtà che porta in dote numeri importanti con i suoi 20 km di spiaggia e circa 440 stabilimenti balneari nella fascia compresa fra Forte dei Marmi e Viareggio.
 
 La recente sentenza del Consiglio di Stato che vede le opere non amovibili presenti sul demanio andare, gratis, allo Stato, ha ulteriormente allarmato, anche se probabilmente non del tutto sorpreso, i concessionari. 
Cento bagni coinvolti
 Difficile però quantificare con esattezza il numero dei balneari versiliesi chiamati in causa dalla sentenza in questione anche se si ipotizzano oltre un centinaio di casi. Balneari che promettono battaglia in scia a una procedura destinata appunto a tracimare nelle carte bollate a vari livelli.
 
 «Un quadro esaustivo, sotto l’aspetto numerico – le parole di Del Dotto – lo hanno solamente i singoli comuni della Versilia: personalmente non ho dati, ma di certo siamo di fronte a una situazione veramente complessa».
 
 «Detto questo la sentenza ha oggetto – prosegue Del Dotto – una controversia nata davanti al Tar Toscana nel 2015 e finita al Consiglio di Stato nel 2021. Come accade, i provvedimenti vengono giudicati in base alle normative del tempo in cui furono emessi, quindi, per la vicenda specifica, la sentenza della VII Sezione chiude il percorso della giustizia nazionale. A questo punto bisogna vedere se vi saranno ulteriori iniziative verso la giustizia comunitaria o la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, come sempre più spesso avviene». 
L’articolo 49 (quello chiave)
 Nel frattempo il vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini si dice pronto a intervenire sull’articolo 49 del Codice della Navigazione per prevedere giusti indennizzi per i balneari che perderanno la concessione,
 
 Una presa di posizione che più che alimentare le speranze dei concessionari ha innescato discussioni, punti di domanda e polemiche, anche in relazione a una sua fattibilità.
 
 «La modifica dell'articolo 49 del Codice della Navigazione è nei fatti possibile ovviamente con gli ordinari passaggi di legge – leggi Commissioni, Camere –. Con quali tempi? Presumibilmente 4 o 5 mesi. In realtà se fosse inserito nella legge finanziaria sotto forma di modificazione, i tempi a sarebbero molto più brevi. Tuttavia è da capire con che cosa sarebbe sostituito, perché non è detto che la soluzione trovi il gradimento dei giudici amministrativi o delle istituzioni comunitarie. In poche parole è un tema di contenuti come in realtà è sempre stato» spiega Del Dotto che poi entra nel merito della questione degli incameramenti. «Dinanzi alla questione specifica degli incameramenti, l'attuale normativa lascia, come noto, pochi spazi di manovra: sono le autorità che intervengono a valutare. E tuttavia, non credo che queste valutazioni siano insindacabili, perché esistono strumenti giuridici (anche civilistici) in merito alla definizione tecnica della qualità di opere edili (Consulenze tecniche d'ufficio e via dicendo) che verranno sicuramente invocati dai concessionari». 
Lo scenario
 E si torna, così, allo scenario di partenza, quello che prevede un numero importante di contenziosi nei prossimi anni in scia alle evidenze pubbliche.
 
 Contenziosi che renderanno ancora più complesso l’iter che si accompagnerà alle aste. «Non potrà andare diversamente – ribadisce Del Dotto – perché così finiscono tutte le situazioni in cui le leggi sono scritte male e le parole si prestano a interpretazioni». 
La prossima data cruciale
 Nel frattempo il prossimo 13 novembre il Tar si pronuncerà sul ricorso dell’Antitrust contro le proroghe automatiche delle concessioni balneari al 30 settembre 2027. Proroga che sempre l’Antitrust certifica come illegittima: una sentenza che i comuni versiliesi, su tutti Pietrasanta e in particolare i concessionari, attendono con grande apprensione. 
 
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