Il Tirreno

Lucca

Immobili da salvare

Manifattura, fumata bianca: piace il progetto di Polimea

di Gianni Parrini
Una veduta della parte sud della Manifattura dalla passeggiata delle Mura
Una veduta della parte sud della Manifattura dalla passeggiata delle Mura

Chiusa l’indagine di mercato. Pardini: «Ora vediamo i conti»

09 giugno 2024
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LUCCA. Uno su cinque ce la fa. Potrebbe essere questa la risposta all’indagine di mercato avviata dal Comune di Lucca al fine di sondare l’interesse dei privati e raccogliere proposte (non vincolanti) inerenti al recupero e alla riqualificazione della Manifattura sud, i 14mila metri dell’ex fabbrica di sigari non interessati dagli interventi ex Piuss e dalle risorse del ministero.

La cinquina

Cinque le proposte arrivate: la più strutturata è quella di Music Innovation Hub, società di Milano che propone di realizzarvi un centro polifunzionale con una galleria della musica, sale prove e di registrazione, corsi e servizi di formazione legati alla cultura ed erogati da soggetti del territorio riuniti nel consorzio Polimea; c’è poi quella di Guild Living International, società specializzata nel “senior living” che vorrebbe realizzarvi un complesso residenziale di eccellenza per over 65; tra le proposte anche quella di Firenze Touring srl, società del gruppo Bulgarella che ha puntato due dei tre lotti per realizzarvi uno studentato e una sala polivalente (circa il 30% della superficie) ma soprattutto un grande albergo; Metro, la società dei parcheggi partecipata dal Comune, ha proposto un parcheggio multipiano in un o dei lotti; infine, Sidoti Engineering, società la cui proposta è risultata vaga. La commissione di valutazione ha analizzato i progetti e ha redatto un verbale. Il Tirreno ha interpellato il sindaco Mario Pardini, per sapere cosa è emerso. «Siamo soddisfatti di aver ricevuto cinque proposte – spiega il sindaco – segno che c’è interesse per Lucca e per il recupero dell’ex Manifattura. Sono cinque proposte diverse ma soltanto una rispetta i criteri indicati nell’avviso, ovvero quelli di uno spazio destinato primariamente ad attività socioculturali e formative. Da questo la proposta di Music Innovation Hub è l’unica che rientra nei canoni». Il progetto presentata dalla società di cui è presidente Andrea Rapaccini è piuttosto dettagliato per quel che riguarda contenuti e soggetti coinvolti: la società di Milano ha fatto da collettore per mettere insieme un gruppo di imprese locali attive in campo formativo, artistico e musicale (conservatorio Boccherini, Jam Academy, 9 Muse, Soecoforma, Mpl communication di Pier Luigi Stefani, Ems srl) ma anche attività legate alla ristorazione (Ottavo Nano e Franklin 33) e all’accoglienza (Ostello Bello di Milano) e che vorrebbero trasferire, in tutto o in parte, le proprie attività all’interno della nuova Manifattura. «Il numero dei soggetti coinvolti – spiega Pardini – si è allargato ulteriormente: nella proposta presentata al Comune sono entrati a far parte del gruppo Sago srl, società di cinema di Simone Gialdini, che vorrebbe realizzarvi un multisala senza però smantellare le altre sale già presenti nel centro di Lucca; Ego Wellness che vorrebbe realizzarvi una sala per il fitness e il benessere e infine l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Indubbiamente è un progetto affascinante, che nasce dal territorio visto il coinvolgimento di tante realtà già attive su Lucca, e se realizzato porterebbe funzioni importanti nell’ambito dell’alta formazione all’interno della Manifattura come da noi auspicato».

Sostenibilità

Detto questo, ora bisogna vedere i numeri: «Serve un’asseverazione del programma economico-finanziario (Pef, ndr) – dice Pardini – che in questa indagine esplorativa non era prevista. Un passaggio necessario per garantire la sostenibilità ed evitare che si ripeta quanto accaduto con lo stadio». La stima indicata da Music Innovation Hub è di 30-35 milioni di euro, non noccioline. Soldi che dovrebbero arrivare dagli investitori trovati e coinvolti dalla società di Milano. Chi siano non è noto: in passato c’era stato l’interessamento di società pubbliche (come Invimit), mentre nell’ultima intervista al Tirreno (a febbraio) Rapaccini ha parlato di investitori privati, in particolare di una società internazionale già attiva in questo genere di iniziative. Le risorse verrebbero sborsate da questo soggetto (pubblico o privato lo vedremo) che in cambio della concessione del diritto di superficie per 50 anni da parte del Comune si accollerebbe il pagamento di un canone annuale. Dopodiché il soggetto finanziatore stabilirà un contratto di locazione con Polimea, il soggetto gestore, costituito per lo più dalle imprese lucchesi, che avrà il compito di garantire un rendimento dell’investimento di almeno l’8 per cento annuo. Il modello di business si regge sul pagamento dei canoni di locazione, in parte versati da soggetti terzi che prendono in affitto gli spazi, in parte sostenuti dai soci di Polimea che svolgono l’attività all’interno della Manifattura. Ci sarà anche spazi commerciali, ma in misura minima.

La Stecca

Sulla carta torna tutto, ma come lo stesso Rapaccini ha sempre ripetuto, i soldi si ingaggiano su un progetto concreto, non su un’idea. E ora che la proposta presentata da Music Innovation Hub ha l’ok del Comune bisognerà entrare nel dettaglio per dare forma al partenariato pubblico-privato. Possibilmente includendo nel progetto anche la Stecca di 6mila quadrati, l’edificio compreso nella Manifattura sud a fine 2021 venduto a un privato che ad oggi non ha palesato le sue intenzioni. «È auspicabile che ci sia un dialogo e una visione condivisa – spiega il sindaco Pardini – tra i promotori della proposta e la proprietà della Stecca. Anche perché dovrà esserci un Piano attuativo unico. In questo senso ho ricevuto rassicurazioni dal rappresentare della proprietà della Stecca: c’è l’interesse a fare il bene della città». Oltre a entrare nel merito della sostenibilità economica bisognerà costruire il partenariato pubblico-privato che potrebbe assumere la forma del project financing, della finanza di progetto, del contratto di disponibilità, ecc. Scelta la forma, il Comune dovrà fare un bando per mettere a gara la concessione sulla base di un progetto, che potrebbe essere quello di Music Innovation Hub, che in tal caso avrà la priorità a parità di offerta. «Sono aspetti che andranno definiti – spiega Pardini – di certo c’è che la Manifattura non sarà venduta. Sarà data in concessione, bisogna vedere con quale formula e per quanto tempo, ma di certo rimarrà di proprietà del Comune. Una volta chiuso il verbale, avremo le idee più chiare e auspico che chi ha manifestato l’interesse arrivi con una proposta corredata da un Pef dettagliato e ci si possa subito mettere a un tavolo per costruire un progetto. Il mio sogno è veder partire i lavori nel giro di un anno».



 

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