Il Tirreno

Lucca

Economia

Industria cartaria. Numeri in crescita ma tante incognite

Industria cartaria. Numeri in crescita ma tante incognite

L’analisi del presidente di Assocarta Poli: «I costi energetici continuano a preoccupare»

29 giugno 2022
5 MINUTI DI LETTURA





PORCARI. Il settore, nonostante tutte le traversie mondiali degli ultimi anni, non solo tiene, ma cresce, confermandosi una voce importante dell’economia nazionale (e fondamentale a livello locale, guardando alla Piana Lucchese). Ma il cartario, perché di questo settore parliamo, adesso si trova a far fronte a un’altra sfida, l’ennesima: quella energetica e ambientale.

Una sfida che il settore ha iniziato ad affrontare già da tempo, e che negli ultimi mesi – seguendo in certo senso il principio per cui dietro ogni crisi si nasconde un’opportunità – è stata accelerata dai pesanti rincari energetici. Ma, parallelamente, questa transizione, moralmente necessaria ancor prima che obbligatoria, viene frenata da una macchina amministrativa ancora troppo inefficiente.

È quanto emerso nell’ultima assemblea annuale di Assocarta, dal significativo titolo “Energie per la transizione”. Lorenzo Poli, Presidente Assocarta, ha illustrato l’andamento del settore cartario italiano nel 2021-2022 con un focus sulle richieste del comparto al governo per poter allineare l’industria cartaria italiana a quella europea sui temi della transizione ecologica ed energetica. All’assemblea hanno partecipato anche Laura D’Aprile, capo dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi del Mite, Alessia Rotta, presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, Giorgio Zampetti, direttore di Legambiente, Chicco Testa, presidente di Assoambiente, e Giovanni Baroni, vice presidente di Confindustria e presidente di Piccola Industria.

«Nel 2021 – ha detto Poli – la produzione italiana di carte e cartoni si attesta a oltre 9,6 milioni di tonnellate (+12,5% dopo il -4,1 % del 2020) il che, per la prima volta, pone l’Italia al secondo posto in Europa, dopo la Germania. Se, poi, guardiamo i risultati ambientali ci rendiamo conto del “doppio dividendo”: gli obiettivi economici sono stati conseguiti insieme a quelli ambientali. Il settore utilizza il 90% di fibre vergini certificate Pefc e Fsc ed è il secondo riciclatore in Europa, dopo la Germania, oltre ad aver ridotto le emissioni di Co2 del 30% dagli anni ’90 a oggi».

L’andamento del settore cartario italiano è trainato dagli sviluppi del comparto dell’imballaggio (+14,7%), anche per effetto di nuove capacità entrate in attività tra fine 2020 e inizio 2021. In recupero anche la produzione di carte per usi grafici (+21,4%) dopo le riduzioni registrate nel 2020 (-26,5% sul 2019) per l’effetto combinato delle misure adottate per arginare la pandemia. Positivo anche il trend presentato dalle altre specialità (+13,5% dopo il -3,5% del 2020). Dopo le espansioni sperimentate nel 2020 (+3,3% sul 2019), trainate dal segmento domestico, la produzione di carte per usi igienico-sanitari non ripete, invece, l’incremento.

Nel 2021 il consumo di carta da riciclare è aumentato di oltre il 16% rispetto al 2020, collocandosi a oltre 6 milioni di tonnellate. Con tale livello di consumo, l’Italia è il secondo utilizzatore di carta da riciclare a livello europeo (era terza nel 2020), dopo la Germania, seguita da Spagna e Francia. Il settore della carta, grazie al sistema consortile e al ruolo delle cartiere nel riciclo finale, ha già raggiunto l’obiettivo di riciclo del’85% al 2030.

«Risultati economici e ambientali positivi – prosegue Poli – ma l’attuale situazione di emergenza continua legata ai costi energetici causa forti preoccupazioni nel settore. I prezzi del gas, dopo il record di dicembre (oltre 113 euro per Mwh) e i leggeri allentamenti di gennaio e febbraio (86 e 81 €/Mwh), a marzo hanno raggiunto quota 126,6 €/Mwh, che vuol dire in media sei volte di più rispetto ai prezzi di giugno 2021 (ma in una giornata si è arrivati a 15 volte in più). E a seguito delle riduzioni delle forniture di Gazprom a Italia e Germania, si attendono nuovi rialzi».

Inoltre, le quotazioni dei crediti di emissione di CO2 sono in salita pressoché continua da marzo 2020. Il nuovo record assoluto è dell’8 febbraio 2022: 96,38 euro su tonnellata. Da una media di 25 €/ton del 2019-2020 questa voce di costo si è attestata su quasi 54 €/ton nel 2021, per arrivare in questi primi mesi 2022, in prossimità di 83 €/ton, senza alcun vantaggio in termini di raggiungimento di obiettivi di riduzione.

«Se aggiungiamo inflazione, crescita dei tassi d’interesse, inversione nei consumi a seguito del conflitto russo ucraino, l’incertezza cresce ancora e viene ulteriormente accentuata dalla minor efficienza della nostra macchina amministrativa – evidenzia Poli – i dati dei primi quattro mesi del 2022 non rilevano ancora l’impatto di questi fattori in quanto la produzione è in aumento del 3,4% rispetto ai volumi di crescita dello stesso periodo 2021 (+7,1% sul 2020). La produzione di carte per usi grafici ha fatto rilevare un incremento del 4,5% rispetto ai livelli del gennaio-aprile 2021. In aumento anche i volumi dei prodotti destinati all’imballaggio (+4,9%), per le buone dinamiche presentate dalle carte e cartoni per cartone ondulato (+4,4%) e dai più contenuti volumi di altri cartoni da imballaggio (+5,9%) e di altre carte per involgere ed imballo (+5%). In riduzione, invece, la produzione di carte per usi igienico-sanitari (-1,4%) e di altre specialità (-3,2%). Non possiamo più permetterci una minore efficienza amministrativa a causa dell’emergenza geo-politica e delle decisioni della bio-politica, che chiede di andare sempre più veloci sulla strada della decarbonizzazione, con l’obiettivo di incassare un doppio dividendo. Le politiche energetiche e la decarbonizzazione devono seguire un‘equazione che tenga in considerazione le filiere industriali e i lavoratori, altrimenti c’è il rischio che si riducano a una forma di giardinaggil

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
Paura

Livorno, maestra di 52 anni cade in un pozzo: salvata dal cane. «Aggrappata al bordo, ce l’ho fatta a resistere»

di Federico Lazzotti