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Livorno, maestra di 52 anni cade in un pozzo: salvata dal cane. «Aggrappata al bordo, ce l’ho fatta a resistere»

di Federico Lazzotti

	Il pozzo in cui è caduta la maestra
Il pozzo in cui è caduta la maestra

L’incidente in zona Borgo di Magrignano: la donna si è fratturata due costole: «Farò causa, sono una miracolata»

26 aprile 2024
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LIVORNO. Federica, 52 anni, maestra elementare, risponde al telefono dal letto di casa, nella zona del Borgo di Magrignano a Livorno: «Scusi, ma devo stare sdraiata per via delle fratture alle costole», dice quando la voce si fa un po’più flebile.

La sua odissea è iniziata lunedì pomeriggio a pochi metri di distanza dall’abitazione, in via Gino Romiti, dove vive dal 2012 con il marito e il figlio, oggi adolescente. Intorno alle quattro, dopo essere uscita da scuola ha preso il suo cane Zeus, un bassotto di sette anni, e come accade spesso, è andata a fare un giro nei campi che ci sono tra un gruppo di case e l’altro. «Stavo camminando – racconta – tra l’altro l’erba era stata tagliata al mattino. A un certo punto ho messo il piede su un tombino e sono precipitata giù. Credo che il tappo fosse stato messo male, perché era chiuso, altrimenti me ne sarei accorta. In ogni caso mentre cadevo ho avuto la prontezza di riflessi di lasciare il guinzaglio per non trascinare il cane con me e di aggrapparmi al bordo del pozzo con le mani. Purtroppo però, non ho potuto evitare che il tombino mi colpisse al petto cadendo e procurandomi così le fratture alle costole che poi mi sono state diagnosticate».

Quello che succede nei minuti successivi è una storia a lieto fine che fa bene al cuore. «Zeus – ricorda Federica – ha cominciato ad abbaiare andando verso le case che sono a pochi metri di distanza. Qui ha trovato un altro cane che conosce, che a sua volta ha iniziato ad abbaiare attirando l’attenzione del padrone. A quel punto si sono tutti avvicinati al tombino, hanno chiamato anche mio marito e mi hanno trovata aggrappata al bordo. Ero ferita e nel panico, per fortuna che sono un tipo sportivo, altrimenti non so se avrei saputo resistere: il pozzo artesiano mi hanno detto che è profondo sei metri».

Federica a questo punto va in pronto soccorso «con la minima a 140», dove le vengono diagnosticate le fratture e una prognosi di trenta giorni. «È una bella noia – ammette – anche perché a scuola avevamo da finire l’anno, abbiamo avviato dei progetti. Per fortuna hanno subito nominato una supplente con la quale ho parlato per spiegarle tutto. Al di la di questo – prosegue – mi sento una miracolata. Ecco perché appena mi rimetterò in piedi ho deciso che andrò a Montenero a piedi come voto alla Madonna».

Oltre all’aspetto personale, Federica è preoccupata perché quei pozzi possono essere un pericolo per molti: «Pensi – dice – che non hanno ancora recitato la zona. Eppure ho subito chiamato i vigili e il curatore fallimentare dell’area pensando che fosse di sua competenza. Invece pare che sia una zona del Comune quella dove è successo l’incidente. Personalmente mi sono già rivolta a un avvocato per fare causa. Ma la preoccupazione è per tutte le persone che abitano nella zona. I pozzi artesiani sono tre, uno addirittura è coperto con un pezzo di legno. Adesso dove sono caduta io hanno messo delle sedie per segnalare il pericolo, ma sono state messe dai condomini. Credo che l’area vada chiusa. Invece ogni giorno nel prato vicino a via Gino Romiti ci giocano i bambini, se uno cadesse in uno dei pozzi?» .

La riflessione poi si allarga alla situazione del quartiere: «Ormai è terra di nessuno. Un parte è stata finita, la parte nostra, invece, è completamente abbandonata. Addirittura la strada ce la stiamo pagando noi condomini perché il Comune ha detto non ha soldi. Davanti alla mia abitazione c’è lo scheletro di un palazzo abbandonato che attira topi, ne ho trovato perfino uno nella mia auto». 

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