Liberazione, il museo va avanti da solo

di Barbara Antoni
Liberazione, il museo va avanti da solo

Definiti orari e attività. «In futuro lo affideremo agli studenti»

14 aprile 2015
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LUCCA. Il museo della Liberazione va avanti. A partire dalla prossima settimana iniziano le aperture strutturate: tre volte a settimana, martedì giovedì e sabato in orario 10-12,30 per il pubblico e visite guidate per le scuole su prenotazione. Come sempre nessun biglietto da pagare, l’ingresso è gratuito.

Il museo va avanti nella sua opera di divulgazione della conoscenza sulla Seconda guerra mondiale nonostante l’incertezza sulla sua sopravvivenza nei locali al piano terra di Palazzo Guinigi in via Sant’Andrea, dettata da un documento dell’amministrazione comunale datato 30 dicembre 2014. Una delibera della giunta - la numero 319 - in cui nell’ottica di una riorganizzazione del museo della storia della città (Must) e dell’accesso alla torre Guinigi si avanzava la possibilità di rescindere la convenzione del 2012 fra Comune e Federazione Italiana Volontari della Libertà (Fivl) sull’utilizzo dei locali per il museo.

A seguito di quella delibera, spiega il colonnello Fausto Viola, presidente dell’Associazione Toscana Volontari della Libertà (Atvl, aderente alla Fivl)che si occupa del museo della Liberazione, «abbiamo consultato il nostro legale e scritto al sindaco Alessandro Tambellini chiedendogli in primo luogo un incontro. Ma siamo rimasti senza risposta».

Da qui la determinazione rafforzata a proseguire nella divulgazione della storia della Seconda guerra che poi, sottolineano sia il colonnello Viola che il segretario dell’Atvl Franco Lombardi, «è attività di promozione della pace».

«Noi dimostriamo - spiega Viola - che usiamo il museo, che questo è vivo e ha stabilità. Viviamo in una situazione poco piacevole, ma non abbiamo acceso noi il fuoco: cerchiamo solo di non scottarci. Ci sono faziosità, idee di parte che vorrebbero prevalere. Non è bello che facce dello stesso corpo non comunichino, perché una vuole prevalere sull’altra». Viola si riferisce alla diatriba annosa tra l’istituto storico della Resistenza e il museo della Liberazione. L’istituto storico, nella ricostruzione di Viola, è «quello che vorrebbe prevalere» inglobando il museo e togliendogli identità. La patata bollente è passata all’amministrazione comunale proprietaria degli immobili del museo, ma la situazione è in stallo.

Da parte dei volontari del museo l’amarezza è forte per una situazione del genere. Ma la decisione è chiara: si va avanti. La storica lucchese Simonetta Simonetti d’ora in avanti tirerà le fila della parte didattica, dei rapporti con le scuole. «Sentiamo il dovere morale di trasmettere il passato alle giovani generazioni - dice -. Il museo è un laboratorio didattico che fornisce molti spunti ed è molto apprezzato. Stiamo preparando anche un progetto sulla Prima guerra mondiale. Le scuole come sempre rispondono molto: abbiamo tante prenotazioni».

Proprio le scuole sono al centro dei progetti del museo della Liberazione per il futuro. Come spiega Lopmbardi, ci sono contatti avviati con l’istituto professionale per il turismo Pertini e con il liceo artistico Passaglia per consegnare agli studenti le redini del museo. Avvicinandovisi sempre di più, essendone sempre più coinvolti: prima come guide (in particolare il Pertini che ospita spesso studenti stranieri) ma anche come artefici di nuovi arredi e allestimenti (che più attiene agli studenti dell’artistico).

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