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Soldi svaniti nel Capannorese, il liquidatore di Bitcoin Point: “Mai raccolto denaro, società vittima della vicenda Swag”

Soldi svaniti nel Capannorese, il liquidatore di Bitcoin Point: “Mai raccolto denaro, società vittima della vicenda Swag”

L’intervento dopo l’apertura di un’inchiesta a seguito della denuncia di un risparmiatore. Petroni: “Siamo creditori per 181mila euro, nessuna responsabilità sui flussi finanziari”

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CAPANNORI.  «Bitcoin Point Srl non ha mai raccolto, né gestito denaro di clienti/investitori ed è creditrice di Swag International per 181.763 euro». Alfredo Petroni, liquidatore della società che aveva sede sulla via Pesciatina a Lunata, precisa il ruolo della Srl rispetto all’indagine della Procura aperta dopo la denuncia di un pensionato per la perdita di 50mila euro in un investimento in bitcoin. «I versamenti richiamati nell’articolo venivano eseguiti direttamente a favore di soggetti terzi (Swag OU e successivamente Swag International), giuridicamente distinti dalla nostra società – spiega Petroni –. Il “Bitcoin Point” operava come punto informativo e promozionale nell’ambito di un rapporto di franchising con Swag, per il quale Bitcoin Point Lucca corrispondeva fee (canoni, ndr) annuali. Non svolgeva attività di intermediazione finanziaria, non custodiva fondi, non aveva disponibilità dei conti dei clienti né poteva “bloccare/sbloccare” account o prelievi».

Il liquidatore rileva, nel chiarire l’attività della società, che «Bitcoin Point Lucca Srl è stata, a propria volta, vittima della vicenda Swag. La chiusura dell’attività è conseguenza dell’inadempienza di Swag International rispetto agli impegni economici contrattuali assunti; ad oggi Bitcoin Point Lucca Srl risulta creditore nei confronti di Swag International per 181.763 euro, importo ratificato dal curatore fallimentare nell’ambito della procedura. Passaggi quali “si era affidato al Bitcoin point” e “riferimento locale dell’investimento”, letti senza le dovute precisazioni, inducono il lettore a ritenere che il punto locale abbia avuto un ruolo nella raccolta e/o gestione dei fondi. Tale interpretazione è non corrispondente alla realtà e rischia di attribuire, anche solo implicitamente, responsabilità operative a soggetti che non avevano controllo sui flussi finanziari né sulle piattaforme/servizi di Swag».

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