Un bel brindisi al 2024
Libertas. L’anno perfetto si chiude con la grande vittoria sull’Urania. Le parole per Banks, il colloquio con Hooker: così è nata la svolta
LIVORNO. Sotto l’albero di Natale e tra i tappi di spumante, la Libertas ha trovato la parola magica che cercava da settembre: continuità. Con tre vittorie nelle ultime cinque partite, la squadra di Andreazza è quella che in questo mese ha ottenuto più punti tra le pretendenti alla salvezza. Onestà intellettuale vuole che venga sottolineato come i tre successi siano arrivati nel fortino del PalaMacchia, mentre la LL formato trasferta deve ancora essere – diciamo così – plasmata.
Tuttavia, non può passare inosservata la crescita di personalità e di sicurezza palesata nelle partite casalinghe. Il grande freddo del debutto interno contro Torino (-22) è un ricordo lontano.
Da quel giorno (era il 2 ottobre) sul parquet di casa la Libertas ha di fatto sbagliato solo sette o otto minuti il primo dicembre scorso contro Verona. Per il resto ha perso di misura con le big Cantù, Cividale e Rimini. E ha vinto in scioltezza contro Cremona, Pesaro, la fortissima Udine, Piacenza e infine Urania Milano, incartata dall’inizio alla fine con una condotta tattica esemplare.
E c’è la pure la sensazione che la truppa abbiamo davanti grandi margini di miglioramento.
Fattore Banks
Un mese fa, dopo lo scivolone interno con Verona, Adrian Banks passò un brutto quarto d’ora perché era finito nel mirino di una minoranza di tifosi.
Da allora, questo eterno ragazzo che viaggia per i 39 anni, ha innestato le marce alte. Non solo ha dato una mano in fatto di punti (20,5 di media nelle ultime 4 con il 39% da 3 e il 55% da 2), ma ha pure mostrato di essere nel vivo del gruppo. Questione di atteggiamento, di piccoli particolari: high five, spallate ai compagni ad ogni canestro.
E anche quel neo delle palle perse (oltre 4 per partita) è perdonabile, perché spesso Adrian cerca di strafare. In sostanza sono causate da un eccesso di generosità.
Sicurezza Hooker
Domenica Banks ne ha messi 19. Hooker 21, per un totale di 40. E la Libertas è filata che è stato un piacere. È chiaro come il sole che le fortune degli Amaranto dipendano dalle prestazioni del duo stars & stripes.
Una nota di merito però va ascritta proprio a Quinton da Brooklyn. In avvio di stagione ha comprensibilmente pagato il dazio del noviziato sotto forma di intraprendenza offensiva inferiore allo standard richiesto. Dopo un fondamentale confronto con Andreazza, il 21 amaranto ha letteralmente preso in mano la squadra mettendo in ritmo tutti i compagni e trovando personalmente il canestro con continuità.
La chiave di volta di questo trend positivo ha come iniziali la Q e l’H di questo play muscolare. Che adesso non ha nessuna intenzione di fermarsi e vuole sempre più condurre per mano i suoi compagni.
Gli altri
Ridurre il buon momento libertassino alla buona vena degli Americani, è comunque riduttivo. Qui c’è una squadra intera che si sbatte. Da Fantoni, che gioca con la maschera antiurto, all’operaio specializzato Fratto. Da Allinei – che non si sgomenta se qualche volta le sue triple lo tradiscono, ma che difende alla morte spesso sull’avversario più pericoloso – a Tozzi che in questa fase è il più sacrificato. Dal ruvido talento di Italiano al fosforo di Bargnesi.
Tutto senza dimenticare la crescita di due giocatori che sono determinanti: Filloy e Buca. Il primo è uno dei leader silenziosi del gruppo. E il silenziatore ce l’ha anche la pistola che usa per spaccare le partite (è successo con Piacenza, ma anche con Urania). Il secondo – intimidatore in difesa – sta acquisendo maggiore sicurezza in attacco e questo lo fa essere un fattore.
Consistenza
C’è un’altra parola magica che la LL deve trovare nel 2025. Non è continuità, ma consistenza. Così l’ha definita Andreazza dopo la vittoria con Piacenza. Per la precisione, il tecnico di Montebelluna ha parlato di consistenza ‘in trasferta’.
Ecco. É proprio questa l’ultima scommessa da vincere in casa LL. É quella più importante perché può consentire alla Libertas di mettere le mani sulla salvezza. E di non rimanere impelagata fino all’ultimo nel mare della sofferenza.