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Il più grande spettacolo siamo noi. Livorno onora il grande volley

di Flavio Lombardi
Il più grande spettacolo siamo noi. Livorno onora il grande volley<br type="_moz" />

Vince Conegliano che alza la SuperCoppa battendo Milano al PalaModì ma a far stropicciare gli occhi sono gli ottomila e il fiume di entusiasmo

29 ottobre 2023
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LIVORNO. Fuori è già movimento dall’apertura dei cancelli. Alla biglietteria dove si ritirano gli accrediti, ma anche disseminati all’interno della struttura, i ragazza del liceo sportivo. Hanno tutti la maglietta uguale. Volti belli, ragazzi puiti. “Ottomila persone qui a Livorno. Mamma miaaaa”. Le parole dello speaker, dicono tutto. Dicono che Livorno, quando la si chiama, risponde.

I grandi eventi sono a casa, nella città dello sport, nella città che vanta i maggiori primati a livello italiano per medaglie olimpiche e titoli mondiali e europei assoluti (sono esclusi quelli giovanili), nella città che se si fa il nome di una disciplina e si volesse elencare tutti i suoi protagonisti, ci vorrebbe un libro. Tanta gente, biglietti esauriti da due settimane, un fenomeno bis pensando al match della nazionale di basket contro l’Ucraina. La dimostrazione che qui, c’è tradizione e cultura.

Mischiata allo spettacolo, come il gruppo di ragazzi che ha partecipato a Italian’s Got Talent, un inno al ping pong che diventa danza. La break nel sangue. Non c’è partita senza giochi di fiamme e già qui, lo spettacolo scalda i muscoli. Un po’ troppo holiwoodiano, ma ormai, usa così. Anche il pallone insegna. Poi, la banda della Marina, dodici elementi più il direttore, il microfono a Marco Voleri, tenore al sapor di salmastro che ha l’onore di cantare l’inno.

Le squadre sono schierate, la fanfara suona, il canto sale perchè il palazzetto segue le note e partecipa mostrando piccoli tricolori tenuti dagli spettatori e distribuiti all’esterno. Ci sono le bimbe della Libertas, del Volley Livorno, del Tomei, del Vicarello già sistemate a bordo campo per porgere i palloni alle giocatrici. Il pubblico si alza, si cominciano a notare le maglie delle tante società del basso Tirreno che sono venute non volendo perdersi l’appuntamento. Sono duemilacinquecento i ticket staccati, sono 450 le richieste pervenute solamente da piccoli e piccole atlete del Tomei e loro familiari.

Poco prima, l’incontro con Maurizio Giacobbe, uno dei tecnici di grande spicco che questa città ha saputo dare al volley, attuale responsabile del settore giovanile Tomei. L’osservazione che muove è di quelle giuste. Livorno ha una storia, porta 8000 persone alla partita, tanti sono del posto. Il movimento è sano e forte. E perché mai non si hanno da tanto tempo squadre di livello in questa città? Occorre l’imprenditore che investa e permetta di trattenere i talenti che riusciamo comunque e sempre ad esprimere. A distanza di dieci anni dall’ultima volta, a giugno prossimo arriverà dagli States John Kessler, un guru. Sarà organizzato al Coni di Tirrenia un workshop allenatori ed un camp per ragazzi. Serve fare uno scatto, la pallavolo costa, ma non quanto il calcio. Con uno sforzo, si può portare maschile e femminile ai massimi campionati e prendere quel che ci spetta. Proviamoci. Ce lo meritiamo.

L’impianto è esaurito ma sarebbe stato interessante scoprire che richiesta ci sarebbe stata se i campionati di serie D, C e B della regione fossero stati fermati per permettere a tutti di poter seguire il match. Almeno quelli femminili. Un atto dovuto secondo il pensiero di molti, ma non per chi decide. Il Fratelli d’Italia, elettrizza il sindaco, poco distante dal prefetto e il delegato provinciale Coni, Giannone. Salvetti, prende il telefonino, riprende alcune immagini per una cartolina ricordo. Mentre alle sue spalle, una macchia rossa si staglia. Sono una parte dei ragazzi del vivaio dei Vigili del Fuoco. Ormai ci siamo, la partita è pronta per il decollo e ad infiammarsi. Da una parte il Conegliano campione d’Italia e detentore anche della Coppa, squadra spumeggiante come il prosecco che la sponsorizza, dall’altra, le milanesi del Vero Volley con effigi Allianz. Una polizza che copre e garantisce con la capitana azzurra Sylla, bella, brava e grintosa, e la Egonu con una treccia lunga un metro di extenction biondo platinato. La Barbie nera del PalaModigliani che picchia come un fabbro su quelle palle che devono frantumare la difesa avversaria. Le ragazzine, quando lei colpisce, vanno in estasi.

Dalla provincia, con furore, espongono uno striscione: Sarah Fahr orgoglio piombinese. Peana per la centrale nel giro azzurro. Il primo set è per le venete, 26-24, al cambio campo è Milano che sprinta, subisce un parziale ritorno Imoco, ma chiude e pareggia il conto, 25-21. Uno a uno, gli scambi sono ricchi di preziosismi e recuperi. Tecnica alla massima espressione, con qualche errore di troppo che si può perdonare. Visto il livello e vista la posta in palio. Lo spettacolo va avanti, con i Dunking Devils, gruppo sloveno di acrobati, che deliziano mentre le atlete fanno un intervallo lungo negli spogliatoi. E’ l’esatto momento in cui, dal Marocco, si collega attraverso Rai Play, Paolino Montagnani, attuale cittì della nazionale africana. Mentre anche suo padre, una delle massime istituzioni tecniche coniugate in labronico, guarda l’incontro da casa, trattenuto da impegni familiari. Per loro il volley non è solo maschi. La “bimba”, Asia è in Usa per giocare, prospetto interessante, nella squadra di College.

Scorre la musica, tutti in piedi, questa è una festa disco che carica anche le atlete mentre schiacciano a rete in attesa di riprendere le danze. Cellulari accesi, lucine, eppoi l’invito all’urlo di Livorno. Cuori impavidi, lo spirito è quello, la parrucca della Egonu, vacilla. Anche Antonio Giabobbe, fra i personaggi livornesi, cittì della Tunisia, ma che per 8 anni lo fu anche delle azzurre, guarda interessato. Una cornice di pubblico che «meriterebbe di vedere in campo una squadra coi nostri colori». Altri tempi, quando c’era Cecina in A1 con tante livornesi di scoglio, e la Vecchia Marina che la sfiorò, allenata da Roberto Montagnani, perdendo la partita decisiva al palazzetto davanti a 3500 spettatori.

Con Sylla fuori quasi subito per crampo e la Egonu a sedere per gran parte, Conegliano strappa di nuovo, fa 25-22 e si porta ancora in vantaggio. E’ punto a punto, con vantaggi che si passano il testimone, mentre la famosa canzone degli Europe si avvia. Malelingue, attribuiscono matrice piellina. La Fahr fa il punto 24 e si porta in battuta. Ace a casa sua che vale la vittoria. Conegliano porta via la Supercoppa col risultato di 3-1.
 

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