Il Tirreno

L'intervista

«Se Saccaggi torna al massimo la Libertas ha l’arma letale»

di Giulio Corsi
«Se Saccaggi torna al massimo la Libertas ha l’arma letale»

Paolo Capitani «Rieti e Orzinuovi le migliori, subito dietro le due livornesi PL più lunga e D’Ercole è un vincente. Ma nessuno ha Fantoni e Andrea»

6 MINUTI DI LETTURA





Paolo Capitani, l’anno scorso direttore sportivo della Libertas, quest’anno è rimasto alla finestra dopo l’esclusione, la scorsa estate, dal campionato di serie A2 dell’Eurobasket Roma, dove era stato chiamato nelle vesti di general manager.

Capitani, un’annata sfortunata…

«La Fip ci ha esclusi il 9 luglio. Abbiamo fatto una serie di ricorsi, continuando a prepararci per il campionato e arrivando a settembre con la squadra finita e gli americani pronti. Purtroppo tutti i ricorsi sono stati bocciati. Ma la società non ha smesso di combattere a livello legale: è stata fatta una richiesta di accesso agli atti alla Fip riguardo alla documentazione presentata da altre quattro squadre alla Comtec per l’iscrizione al campionato. La Fip ha respinto la richiesta e adesso dovrà esprimersi il Tar».

E lei?

«A ottobre mi ha chiamato Caserta, sono stato lì due giorni, poi non se n’è fatto di nulla. Intanto studio e mi aggiorno, anche in giro per l’Europa».

La Libertas le manca?

«La separazione è stata consensuale. Con gli amaranto è stata un’annata sfortunata: sono convinto che avevamo lavorato bene. La chiamata di Roma è stata un premio al lavoro svolto anche negli anni precedenti. Ma sarei andato via ugualmente anche se non mi avesse chiamato Eurobasket».

A mente fredda cos’è mancato l’anno scorso alla Libertas?

«Abbiamo avuto una serie di situazioni sfortunate, in particolare mi riferisco agli infortuni. Con la squadra al completo saremmo stati competitivi e potevamo arrivare a giocarcela fino in fondo. Guardate la Libertas di quest’anno: senza infortuni gravi sta facendo un bellissimo percorso. Gli infortuni fanno parte del gioco, ma condizionano».

Ritiene che via Pera abbia davvero influito negativamente?

«Quel parquet duro, detto dallo staff medico, ha pesato sulle tendiniti, gli affaticamenti, le infiammazioni».

Quanto è più forte la Libertas di quest’anno rispetto alla sua?

«È una squadra diversa, con un gioco più interno ed è più lunga. Una squadra che Andreazza ha plasmato secondo le sue idee, mentre l’anno scorso si trovò una squadra non fatta da lui».

Fatta da lei?

«No, assolutamente no. Io arrivai con la squadra già completata, d’altra parte confermarono tutti quelli dell’anno prima».

In più c’era Morgillo…

«Che prese Fantozzi. Ma avete visto le percentuali di Ivan quest’anno? Impressionanti: 40 per cento da tre, l’anno scorso tirava col 19…».

La colpa era di Livorno?

«Arrivò con un infortunio che nessuno sapeva. Ivan è un giocatore migliore di quel che si è visto qui. Il valore che aveva è ora sotto gli occhi di tutti».

Al palazzetto viene?

«Ogni tanto, ho visto alcune partite sia della Libertas che della Pielle».

Che ne pensa di questa prima parte di stagione?

«Mi fa piacere vedere le due livornesi prime: hanno due roster molto competitivi».

Quale le piace di più?

«La Pielle. Ha dieci giocatori veri, con rotazioni ampie. La Libertas è più corta secondo me, nonostante sia tornata sul mercato per rinforzarsi, e alla lunga la non profondità può pesare, anche se…».

Anche se?

«Il potenziale e l’esperienza di Saccaggi e Fantoni non li ha nessuno. E se trovano il giusto ritmo a maggio gli amaranto diventano una corazzata. Ma tutto dipenderà dagli incroci con gli altri gironi».

Domanda secca: quali sono le due squadre più forti della B secondo lei?

«Rieti e Orzinuovi. Anche Roseto col ritorno di Nikolic diventa pericolosa. Ma le due favorite sono Rieti e Orzinuovi, poi subito a ruota le due livornesi. Queste 4 squadre sono le migliori d’Italia. Ai playoff si resetta tutto e sia Pielle che Libertas potranno giocarsi le loro chance per la promozione».

Dicevamo del mercato: la Pielle ha fatto un colpo che dice chiaramente quanto la società voglia giocarsi le sue chance fino in fondo…

«D’Ercole è un giocatore eccezionale. Due anni fa con Roma ci abbiamo giocato contro in semifinale playoff per la serie A, lui con la maglia di Tortona. È un vincente, sa come si portano a casa le partite, ha esperienza nelle squadre di alta fascia in serie A. Può dare tantissimo al gruppo. Mancandogli il play titolare l’acquisto di Lollo è fondamentale. E poi è un tiratore eccezionale dalla lunga, un ottimo lettore sui pick and roll».

Con questo colpo la Pielle supera la Libertas in una griglia di partenza?

«No. Per me come possibilità hanno entrambe il 50 per cento. Il derby sarà l’ago per giocarsi il primo posto».

E Vigevano?

«Entrambe devono andare a giocare il ritorno lì, saranno trasferte decisive per scrivere la griglia playoff».

Il mercato della Libertas come lo giudica?

«Hanno preso due giocatori che li aiutano ad allenarsi in maniera più competitiva e a tamponare problemi di infortuni nel corso della stagione ma che non cambiano il valore della squadra».

La squadra amaranto è in grande crescita. La vittoria di Legnano ha un peso enorme.

«Un campo difficilissimo, anche se pure l’anno scorso si vinse a Legnano. Si pensava che fosse la svolta e invece fu il canto del cigno».

Cosa sarà decisivo nel finale oltre al non avere infortuni?

«Conta stare bene fisicamente e psicologicamente. Se arrivi con entusiasmo e autostima alta, non hai paura di niente. E questo vuol dire molto, quando hai di fronte tante partite concentrate in pochi giorni. Alla fine non inventi niente, a livello tattico e tecnico quel che hai fatto durante l’anno lo ritrovi».

Lei conosce bene l’A2 e che cosa comporta a livello societario: le livornesi sarebbero pronte in caso di salto?

«Sono due società che hanno lavorato bene ma per fare l’A2 con le difficoltà che ci saranno l’anno prossimo con l’innalzamento del livello e dei budget hanno bisogno di strutturarsi in tante cose, penso al marketing, alla comunicazione, al ticketing. Nessuna ha professionisti dedicati».

Loschi, D’Ercole, Lenti? Fantoni, Saccaggi, Lucarelli? Ci dica due giocatori decisivi ai playoff.

«D’Ercole e Saccaggi. Andrea l’ho anche allenato per anni, insieme a Sodini al Don Bosco. Nella sua carriera ha dimostrato di essere un killer, è uno che quando le partite contano ha le palle quadrate. La stessa cosa vale per Lollo: tra l’altro hanno giocato insieme in nazionale giovanile, a Livorno con la Td Shop si sono sfiorati, Andrea si ruppe la spalla e gli saltò la stagione. Hanno anche disputato una finale scudetto juniores uno contro l’altro: a Pescara nel 2005. Perdemmo contro Montepaschi Siena, D’Ercole fece 33».

Secondo lei che lo conosce così bene, quali margini ha Saccaggi rispetto al gran giocatore che abbiamo visto finora limitato dai problemi alla schiena?

«Può diventare devastante. Basta vedere cosa ha fatto finora: ogni volta che prende palla bum bum, la mette dentro. Immaginate cosa può fare se torna al cento per cento, un’arma letale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA