Livorno, addio a De Paz: cronista e negoziante che amava la cultura
Lascia il marito, la figlia e la nipote: «Il mio grande amore se ne è andato, la mia principessa era stanca»
LIVORNO. Proposte e idee innovative erano il suo pane quotidiano. E sapeva anche intrattenere chi le stava vicino con argomenti di rilevante interesse culturale. Elisabetta De Paz è morta lunedì mattina, 22 dicembre, a 76 anni, gettando nello sconforto il marito Gianfranco “Nanni” Fulvi, la figlia Anna Filippelli, la nipotina Anita a tutti coloro che la conoscevano. Da tempo accusava problemi di salute e il decesso è avvenuto all’ospedale di Livorno.
Elisabetta De Paz negli anni 80 e 90 aveva curato la biblioteca sanitaria ospitata nei locali della Circoscrizione 4 in via Menasci e in quella sede si era inoltre impegnata nel promuovere incontri e iniziative di vari argomenti di grande interesse generale. L’altra cosa in cui eccelleva era il giornalismo e in quegli stessi anno Elisabetta iniziò la collaborazione come giornalista con il Telegrafo e poi La Nazione.
I suoi vecchi colleghi ricordano come all’indomani di quell’8 novembre del 1989, data della caduta del Muro di Berlino, lei decise di partire per la capitale tedesca con la sua utilitaria, assieme alla figlia, per essere testimone dello storico evento e di conseguenza scrivere un reportage che guadagnò la prima pagina del giornale.
Ma Elisabetta era sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e, abbandonato il posto di impiegata comunale, decise di aprire con il marito Nanni “Portobello” un esercizio commerciale per la vendita di oggettistica usate, in zona Rombolino.
Commosso il ricordo sui social degli amici come Claudia Gazineo Messori che ricorda la giornalista come «una bella penna, originale, profonda, brillante, ironica proprio come era lei come era il suo carattere. E poi era una donna che sapeva guardare dentro le persone e capire subito com’erano nel bene e nel male». Anche Giuseppe Mascambruno ricorda la scomparsa: «Una cara amica che se ne è andata, una brava cronista che nella vita professionale avrebbe meritato di più. Il mio abbraccio al marito Nanni». Rossella Falchini, che con Elisabetta condivise la passione per il giornalismo, ricorda «l’entusiasmo che metteva nelle cose che le piaceva fare, dal suo impegno per la cultura alla pratica del giornalismo». Grande il cordoglio anche nella comunità ebraica di cui la scomparsa faceva parte. «Il mio grande amore se ne è andato, la mia principessa era stanca», è il ricordo del marito Nanni. Dopo la cremazione le ceneri sono state consegnate alla sua famiglia.
