Droga e fucilate a Livorno, primo interrogatori: gli arrestati restano in silenzio
Ascoltate cinque delle nove persone attualmente in carcere: solo una, avvalendosi comunque della facoltà di non rispondere, ha reso dichiarazioni spontanee
LIVORNO. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, scegliendo la linea del silenzio davanti al giudice per le indagini preliminari Antonio Del Forno. Nel pomeriggio del 19 dicembre, in carcere, sono iniziati gli interrogatori di garanzia dell’operazione “Penny black”, quella delegata dalla pm Ezia Mancusi ai carabinieri, che nei giorni scorsi ha portato all’arresto di nove persone e alla richiesta, per altre tre, di una misura cautelare che è appunto subordinata all’esito dell’interrogatorio stesso. Diciotto, in tutto, gli indagati.
Linea del silenzio
Nel pomeriggio del 19 dicembre nel penitenziario di via delle Macchie sono comparsi in aula il trentacinquenne albanese Gilbert Karamani e i tunisini Salim Sghaier (31 anni), Mohamed Amine Laama (28), Ahmed Nebli (30) e Alaa Eddine Yahyaoui (21). Sono tutti in cella e indagati per spaccio di sostanze stupefacenti: Karamani anche per estorsione e Nebli per porto abusivo di armi. A difenderli gli avvocati Luciano Picchi, Massimo Landi, Edoardo Gabriele Castagnola e Barbara Luceri. Yahyaoui, avvalendosi come gli altri della facoltà di non rispondere, ha scelto però di rendere dichiarazioni spontanee.
Proseguono gli interrogatori
Sabato 20 dicembre il giudice per le indagini preliminari ascolterà anche un altro degli arrestati: Desuel Demiri. Il trentunenne albanese, residente a Livorno, è accusato di spaccio, estorsione e rapina. A difenderlo l’avvocato Picchi: l’interrogatorio avverrà in videoconferenza, dato che per altri reati l’uomo si trova recluso nel penitenziario di Porto Azzurro, all’Elba. Con lui sarà sentito pure il venticinquenne colligiano Mourad Fraiji, con il quale condivide il difensore. Dopodiché sarà la volta di un altro fermato, il ventinovenne tunisino (sempre residente a Livorno) Yassine Bahri, che si trova in carcere a Lucca per altre vicende. Quest’ultimo è assistito dalla legale Alessandra Natale. Lunedì 22 sarà invece ascoltato il venticinquenne libico Mohuamed Ferjani, difeso sempre da Natale.
La vicenda
Dall’inchiesta delegata alla Compagnia dei carabinieri di Cecina, comandata dal capitano Domenico Grieco, oltre a numerose cessioni di droga sono emersi un corriere della droga rapinato, un cliente in ritardo con i pagamenti “sequestrato” in auto, picchiato e minacciato («Ti porto nel bosco e ti faccio mangià dai cinghiali»), ma anche spari in mezzo alla strada: Nebli, dopo aver litigato con altre persone per degli sgarbi verso la moglie, ha infatti preso un fucile mettendosi a sparare di notte in piazza della Repubblica. Le indagini, andate avanti per oltre un anno (dal 2023 al 2024) hanno portato al sequestro complessivo di oltre 40 chili di droga, per un valore potenziale sul mercato di circa 400mila euro. Con gli stupefacenti, rinvenuti anche sotto forma di piccole piantagioni, sono stati trovati pistole, fucili e coltelli.
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