Livorno, il negoziante rapinato di via della Pina d'Oro: «Fateci stare aperti almeno fino alle 22»
Il quarantatreenne poco più di due anni fa è finito in ospedale dopo essere stato preso a pugni nel minimarket: «Abbiamo il diritto di lavorare, dopo le 21 rappresentiamo un'alternativa ai supermercati»
LIVORNO. «Se devono farci chiudere prima, almeno ci lascino aperti fino alle 22. Non chiediamo di restare operativi fino a mezzanotte, ma almeno di riuscire a servire le persone che vengono da noi dopo la chiusura dei supermercati».
Saidul Islam è il titolare di un minimarket in via della Pina d’Oro, fra piazza Garibaldi e piazza della Repubblica, e se il sindaco Luca Salvetti dovesse decidere – come chiesto dal prefetto Giancarlo Dionisi – di far abbassare le saracinesche dei negozi di vicinato racchiusi nella “zona rossa” alle 21, lui si riterrebbe «ingiustamente danneggiato». Non capisce, infatti, il provvedimento: «Da qualche settimana – aggiunge – a differenza di prima qui non c’è più confusione. Non comprendo come mai noi dovremmo chiudere in anticipo mentre fuori dai bar e dagli altri locali le persone ubriache continuerebbero comunque a radunarsi».
La sua testimonianza è importante: Saidul, attorno alle 22,30 del 20 novembre scorso, è stato rapinato da due muratori ubriachi marocchini arrivati dalla provincia di Pisa, poi arrestati dalle volanti della polizia di Stato. Volevano rubargli, come poi hanno fatto, una decina di bottiglie di birra, anche se secondo i diretti interessati (ora liberi col divieto di dimora a Livorno) è stato tutto un malinteso e avrebbero voluto pagare. Un fraintendimento, insomma. Islam, 43 anni, a causa di un pugno preso in volto quella serata l’ha trascorsa al pronto soccorso. Così come un suo dipendente. «Fateci rimanere aperti almeno fino alle 22 – ripete il commerciante asiatico – perché abbiamo il diritto di lavorare. Siamo piccoli negozi e rappresentiamo un’alternativa alla grande distribuzione organizzata. La sera siamo gli unici a offrire questo servizio».
Di parere opposto il collega Shaha Polas, anch’egli imprenditore con un negozio nella stessa zona, già consigliere comunale aggiunto e attuale rappresentante delle comunità straniere di Livorno: «Bene la chiusura alle 21 se così sarà – le sue parole – e spero che il sindaco dia seguito alla richiesta del prefetto Giancarlo Dionisi. Dopo quell’ora nei minimarket vengono solo drogati e alcolizzati, non subiremmo alcun danno economico, dato che le persone perbene vengono prima a fare la spesa. Mi auguro che il Comune emani al più presto quest’ordinanza, anche perché con la “zona rossa” la situazione in piazza Garibaldi è notevolmente migliorata».
Del miglioramento della zona dopo il provvedimento prefettizio, aspetto su cui concordano sia Islam che Polas, ne aveva parlato lo stesso Dionisi riferendo i dati positivi ricevuti dalle forze dell’ordine. Forze dell’ordine che continuano a presidiare la zona: si alternano polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale. Parole che, naturalmente, l’inquilino numero uno del Palazzo del Governo aveva riferito anche durante la riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, aggiungendo che la dotazione organica di agenti e militari, a Livorno come in provincia, risulta adeguata alle esigenze di servizio.
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