La misura
Livorno, la “zona rossa” si amplia: arriverà in piazza della Repubblica
Il prefetto: «In piazza Garibaldi ha funzionato». Soddisfatto anche il sindaco Luca Salvetti. Verranno incluse nel perimetro anche via Terrazzini, via del Pettine, via della Pina d’Oro e piazza dei Mille.
LIVORNO. «La “zona rossa” in piazza Garibaldi ha funzionato». Per questo il prefetto Giancarlo Dionisi ne ha disposto l’estensione per due mesi alle aree limitrofe. Parliamo di via Terrazzini, via del Pettine, via della Pina d’Oro, piazza della Repubblica e piazza dei Mille. «I dati forniti dalle forze dell’ordine – spiega il Palazzo del Governo – hanno confermato che la zona rossa istituita a ottobre ha prodotto risultati evidenti: diminuzione dei comportamenti illegali, maggiore controllo del territorio, miglioramento della percezione di sicurezza da parte dei cittadini». Tutto è stato ufficializzato nella mattinata del 5 dicembre durante la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
«Area storicamente complessa»
«Un presidio che ha funzionato e che ha riportato ordine in un’area storicamente complessa. È anche la prova concreta e direi lampante – spiega Dionisi – che le forze di polizia dispongono di risorse umane, strumentali e tecnologiche pienamente adeguate alle necessità di Livorno e dell’intera provincia. Non vi è alcun deficit di organici o di capacità operative: lo dimostra il fatto che la loro presenza, sia nelle attività preventive, sia nelle azioni di contrasto, sia negli interventi di emergenza, è sempre immediata, costante e adeguata alle criticità. La risposta dello Stato è stata puntuale in ogni momento, segno di un sistema di sicurezza che funziona e che continua a garantire controllo e protezione sul territorio»
«Lo Stato agisce»
«Quando lo Stato interviene con decisione, i risultati arrivano. Dove c’è presenza, dove c’è fermezza, la criminalità arretra – prosegue il prefetto –. Tuttavia è emerso con chiarezza che le attività delittuose si sono spesso spostate nelle vie immediatamente adiacenti. Le analisi realizzate dalle forze di polizia – basate su strumenti tecnologici avanzati, sistemi informativi di sicurezza e sulla georeferenziazione puntuale dei reati e degli interventi – hanno mostrato come le zone limitrofe vengano utilizzate da soggetti dediti allo spaccio o a reati predatori come vie di fuga o punti di riparo. Le evidenze raccolte indicano un unico blocco omogeneo che comprende, oltre a piazza Garibaldi: via Terrazzini, via del Pettine, via della Pina d’Oro, piazza della Repubblica e piazza dei Mille». Per questo il prefetto ha disposto la conferma della zona rossa su piazza Garibaldi e la sua estensione all’intero perimetro adiacente, per la durata di due mesi. «Se la criminalità si sposta, lo Stato la segue. E, se necessario, la anticipa. Non permetteremo che un solo metro di questa città rimanga in mano a chi delinque. La sicurezza è una responsabilità comune. Io pretendo che tutte le istituzioni facciano la loro parte. E chiedo a tutti di fare qualcosa di più: la città ce lo domanda e noi abbiamo il dovere di rispondere», le sue parole.
Chiesta la chiusura dei minimarket
Il prefetto ha rinnovato al sindaco Luca Salvetti la richiesta di emanare un’ordinanza che disponga la chiusura alle 21 dei minimarket presenti nell’intera “zona rossa”. La richiesta nasce da una constatazione chiara: molti di questi esercizi commerciali – secondo la prefettura – soprattutto nelle ore serali e notturne, diventano punti di aggregazione incontrollata, favorendo situazioni di illegalità diffusa, consumo irregolare di alcol, triangolazioni utili allo spaccio e presenze che generano insicurezza. «Rinnovo la richiesta di chiudere i minimarket alle 21. Non possiamo permettere che, nelle ore serali e notturne, si trasformino in luoghi di aggregazione pericolosa, dove si concentrano persone che spesso gravitano intorno a comportamenti illegali. Su questi esercizi ci sarà un’attenzione costante e mirata delle forze di polizia». «Il prefetto ci ha chiesto di valutare un’ordinanza temporanea per gestire le chiusure anticipate dei minimarket della zona e noi come è successo lo scorso anno procederemo valutando come sempre le necessità di contemperare il tema sicurezza con il diritto dei gestori a lavorare. Contemporaneamente faremo ulteriori interventi sull’illuminazione e altri controlli secondo quanto è emerso dal Cosp», le parole del primo cittadino
«Via le baracchine»
Dionisi ha poi richiesto la rimozione delle baracchine residue in piazza Garibaldi. «Si tratta di strutture ormai abbandonate, prive di funzione, che determinano disordine urbano e soprattutto offrono ripari che diventano teatro di attività criminali: spaccio, prostituzione, bivacchi e occultamento di sostanze o oggetti illegali», spiega la prefettura. «Le baracchine non sono più solo un elemento di degrado. Sono un pericolo. Offrono angoli bui, ripari nascosti e opportunità per delinquere lontano dagli sguardi. Devono essere rimosse immediatamente», sottolinea Dionisi. È stata inoltre richiesta la realizzazione di un potenziamento dell’illuminazione in tutto il perimetro della zona rossa. Una maggiore illuminazione favorisce il controllo del territorio, riduce le zone d’ombra, costituisce deterrente per i malintenzionati e rende più sicura la presenza dei cittadini. «La luce è sicurezza. Dove c’è buio, c’è rischio. Un’area ben illuminata mette in difficoltà chi vuole nascondersi e offre maggiore protezione a chi vive, lavora o transita in queste zone», prosegue il prefetto. Infine Dionisi ha chiesto di avviare immediatamente – con la guardia di finanza e con il supporto della municipale – un controllo approfondito e minuzioso della situazione degli affitti in tutta l’area. «L’obiettivo è verificare la regolarità fiscale, amministrativa, anagrafica e immobiliare degli immobili, perché proprio dietro affitti irregolari si celano spesso fenomeni gravi: sovraffollamento, ospitalità irregolare, basi logistiche per attività illegali, presenze non registrate», spiegano da Palazzo del Governo. «Serve un controllo rigoroso e senza eccezioni sulla situazione degli affitti. Troppi fenomeni di illegalità trovano rifugio in appartamenti affittati in modo irregolare. Vogliamo sapere chi vive lì, a quali condizioni, con quali titoli. Ogni irregolarità sarà affrontata con estrema fermezza», le parole del prefetto. «La sicurezza non è un lusso: è un diritto. E lo Stato ha il dovere di garantirlo. Ma ogni istituzione locale deve essere al nostro fianco. La città ha bisogno di risposte immediate. Con questo provvedimento nessuno spazio sarà lasciato all’illegalità. La zona rossa non è solo un confine: è il segno che lo Stato c’è, interviene e continuerà a farlo finché sarà necessario», prosegue.
Via Cambini
Al termine del comitato, su richiesta del sindaco, si è tornati nuovamente ad approfondire la situazione di via Cambini. Il prefetto è stato estremamente chiaro e ha puntualizzato che i problemi di via Cambini sono essenzialmente due: il disturbo della quiete pubblica e il pericolo connesso all’assembramento eccessivo di persone, ben superiore alla capienza consentita dagli spazi disponibili. «Il rischio principale non è solo il rumore o il disagio, ma l’accumulo di persone in uno spazio troppo ridotto. Un assembramento eccessivo può trasformarsi in pochi istanti in una situazione pericolosissima per l’incolumità pubblica. Basta un evento minimo – uno spray al peperoncino, una spinta, un improvviso movimento di panico – per generare una reazione di massa ingestibile», spiega Dionisi. Il prefetto ha ricordato episodi drammatici avvenuti in Italia ed Europa, come piazza San Carlo a Torino: migliaia di feriti e due vittime. «Non possiamo sottovalutare questi scenari». Ha inoltre spiegato che questo tipo di criticità rientra nelle competenze del Comune: «Quando il problema è solo l’assembramento, senza connotazioni di criminalità, la competenza è esclusivamente del sindaco. È il Comune che può intervenire con ordinanze specifiche e contingentamento degli accessi». Il contingentamento, disposto da Salvetti, in quanto ufficiale di Governo è già utilizzato in molte città italiane: Napoli (San Gregorio Armeno, via Chiaia), Firenze, Bologna, Roma. Il prefetto ha inoltre ricordato di aver contattato le associazioni di categoria presentando la possibilità di un accordo volontario basato sulle linee guida emanate dal ministro Matteo Piantedosi nel gennaio 2025, ma tali accordi non possono riguardare né prevedere il contingentamento, che può essere disposto solo dal sindaco, così come dispone qualsiasi limitazione al traffico veicolare (si pensi alle zone “ztl”) o al flusso pedonale quando ci sono pericoli per la pubblica incolumità fisica. «Il prefetto può intervenire con le forze di polizia quando emergono rischi o segnali di criminalità. Ma su via Cambini, lo dico con chiarezza, al momento non registriamo situazioni di natura criminale. Registriamo un problema di affollamento eccessivo. E questo compete al Comune». «In via Cambini – afferma Salvetti – è emerso che per le forze dell’ordine la zona non mostra criticità dal punto di vista dei reati e dell’ordino pubblico mentre il comune ha confermato l’assoluto rispetto dell’ordinanza emessa relativa a somministrazione musica e chiusure e gli interventi riguardo alla sosta non corretta. Nell’occasione il prefetto ha annunciato di aver avviato una interlocuzione con le associazioni degli esercenti in piena osservanza della “direttiva Piantedosi” sulla gestione delle aree oggetto di movida».
Soddisfatto Salvetti
Il sindaco si dice soddisfatto «circa il miglioramento netto della situazione che riguarda l’area di piazza Garibaldi alla luce dell’operazione compiuta nei mesi scorsi e al controllo specifico successivo. Tutto questo insieme al lavoro di riqualificazione e gestione di livello urbanistico, decoro e sociale fatta dal Comune portano ad un cambiamento radicale della visione su quell’area della città».
