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Parrocchiani in rivolta, duro attacco al vescovo Giusti: «Montenero ai monaci»

di Claudia Guarino
Parrocchiani in rivolta, duro attacco al vescovo Giusti: «Montenero ai monaci»

La prospettiva dell’accorpamento con Antignano preoccupa. I laici del consiglio pastorale e i catechisti attaccano il vescovo

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LIVORNO. Giù le mani dai monaci. Perché, in tanti anni, «hanno saputo valorizzare il santuario mantenendo i rapporti con i laici e dando impulso ai pellegrinaggi». Dopo la rivolta di genitori, studenti e docenti a seguito dell’annuncio del trasferimento di don Luca Giustarini, adesso la levata di scudi viene dai catechisti e dai fedeli laici della parrocchia. Temono che l’unità pastorale di Montenero e Antignano porti alla messa all’angolo dei Vallombrosani da santuario e parrocchia. O, comunque, in una loro subalternità ai sacerdoti diocesani che comporterebbe una perdita d’identità del santuario. «Lotteremo perché Montenero, cresciuto vallombrosano, resti vallombrosano». Firmato sedici fedeli laici tra appartenenti al consiglio pastorale, al consiglio degli affari economici e catechisti, che hanno scritto una lettera al vescovo Simone Giusti e all’abate generale Giuseppe Casetta lanciando l’allarme. «Con le prospettive esistenti – dicono – Montenero rischia di diventare una scatola vuota». Ma andiamo con ordine.

L’unità pastorale

È del settembre scorso la notizia del trasferimento, operativo a partire dal prossimo 9 dicembre, di don Luca Giustarini che lascerà Montenero per andare a Passignano in Chianti. Dopo aver perso la carica di priore dei vallombrosani, dunque, don Luca non sarà più parroco di Montenero né insegnante di religione nella scuola media della frazione. A tutto ciò si aggiunge la prospettiva di una comunità pastorale tra Montenero e Antignano. Come confermato tempo fa dallo stesso vescovo – che in questo contesto preferisce non rilasciare dichiarazioni – le due parrocchie presto saranno gestite da un unico parroco, quello di Antignano. E sebbene dalla diocesi facciano sapere che non cambierà molto, c’è invece chi teme che tutto ciò possa portare a una perdita di fedeli e che, alla fine, si arriverà a una guida non Vallombrosana almeno per la parrocchia se non anche per il santuario. Ecco, dunque, la rivolta dei laici.

«Ci opponiamo»

«Ci opponiamo energicamente – dicono i firmatari nella lettera indirizzata al vescovo e all’abate generale – che ai vallombrosani venga tolta la direzione e la responsabilità nel gestire tanto il santuario quanto la parrocchia. È vero che noi non siamo contrari all’unità pastorale con Antignano, ma pretendiamo la nostra autonomia con un parroco Vallombrosano e un responsabile, sempre Vallombrosano, del santuario. Noi non vogliamo entrare nelle dinamiche interne della congregazione vallombrosana e siamo ben coscienti che don Luca deve andare a Passignano per decisione dell’assemblea dei Monaci nel giugno scorso a Vallombrosa».

«Noi, esclusi»

Ma nonostante questo i firmatari della lettera si dicono «amareggiati che il cammino sinodale non sia arrivato da noi: nessuno si è presentato per domandarci se fossimo stati d’accordo, nonostante la lettera che abbiamo scritto all’abate generale, e tanto meno il vescovo di Livorno si è ricordato che qui esiste una parrocchia viva che ha sempre camminato secondo le direttive diocesane: catechesi-incontri-corale- comunione. Ora che si è sparsa la voce che i vallombrosani faranno solo da supporto ai superiori diocesani che prenderanno la direzione e del santuario e della parrocchia abbiamo perso già 25 ragazzi del cammino catechistico ed in più quest’anno nessuno si è iscritto al catechismo perché dopo il 9 dicembre avverrà il cambiamento di rotta».

«Lotteremo»

Ecco, dunque, che «noi laici impegnati nella nostra Parrocchia lotteremo fino in fondo perché Montenero cresciuto Vallombrosano rimanga Vallombrosano» e, inoltre, «i laici cattolici impegnati nella parrocchia di Montenero annunciano in massa di terminare il loro servizio insieme alla prossima scadenza di don Luca Giustarini». 

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