Livorno, allerta massima alle truffe agli anziani. Il procuratore: «Spesso per vergogna non denunciano»
L'analisi del magistrato Maurizio Agnello, a capo della procura labronica: «Non possiamo sapere esattamente l’andamento del reato»
LIVORNO. Non solo spaccio di droga. L’attenzione massima delle forze dell’ordine (e ovviamente della procura che le coordina) è rivolta anche agli altri reati, come ad esempio le odiosissime truffe agli anziani. Un’attenzione, fra l’altro, che recentemente ha portato anche ad alcuni arresti, in particolare quello di un uomo originario di Napoli (e ora in carcere, con il tribunale del riesame che ha confermato la decisione in merito all’applicazione della misura cautelare del giudice di primo grado) responsabile di due presunti raggiri.
Nel primo caso, gli agenti delle volanti della polizia di Stato, lo avevano seguito fino alla stazione sorprendendolo dopo il colpo con i gioielli nascosti nel marsupio. Nel secondo, dopo la querela di un’altra vittima, lo avevano indagato i carabinieri, notificandogli poi alle Sughere l’arresto-bis. Truffe da migliaia di euro di euro l’una in gioielli, spesso ricordi di una vita, con l’uomo che aveva inscenato un incidente capitato al figlio (o alla figlia) dell’anziano preso di mira per farsi consegnare i monili. «È un fenomeno molto attenzionato quello delle truffe agli anziani – spiega il procuratore Maurizio Agnello – e che non va assolutamente sottovalutato. Se le statistiche, ad esempio, per la provincia di Livorno dovessero certificarne un calo, io non le prenderei per forza per buone dal momento che le persone, per vergogna, possono anche non sporgere mai querela. Le statistiche vanno prese in esame nel loro contesto».
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