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Spaccio di droga a Livorno, l’analisi del procuratore Agnello: «Incidono i sequestri verso ignoti»

di Stefano Taglione
Un controllo anti-droga della polizia (foto d'archivio)
Un controllo anti-droga della polizia (foto d'archivio)

Nell'indice della criminalità de Il Sole 24 Ore Livorno è la seconda provincia italiana (e toscana): «In realtà sono amministrativi, ma vengono inclusi fra i penali e non portano a indagati: 583 solo nell’ultimo anno. Dati in realtà non allarmanti e in linea con i territori di simile popolazione»

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LIVORNO. Cinquecento sequestri di droga contro ignoti solo nell’ultimo anno. Indagini che poi hanno portato all’archiviazione, visto che lo spacciatore – e sarebbe difficile il contrario, in assenza di telecamere o testimonianze – non è stato mai individuato. Nel 2024 la provincia di Livorno – secondo i dati de Il Sole 24 Oreè stata la seconda d’Italia per spaccio di droga, come certificato dal cosiddetto “Indice della criminalità”, con 71 denunce ogni 100mila abitanti, dietro solo a Grosseto (73,8) e davanti a Milano (68).

Ma la cifra, che a livello nazionale emerge quindi come molto alta, non convince il procuratore Maurizio Agnello, che – senza chiaramente sottovalutare il problema – spiega come mai i numeri siano risultati così elevati: «Finora ogni sequestro di droga a carico di ignoti – le sue parole – veniva poi convalidato come penale, ma la realtà purtroppo è che non porta quasi mai a rintracciare lo spacciatore, ce lo dicono le statistiche. La persona che, ad esempio, viene sorpresa con un quantitativo di stupefacenti sotto la soglia penale difficilmente dice chi gliel’ha venduta. Per questo, nei giorni scorsi, ho inviato una bozza di circolare a tutte le sezioni di polizia giudiziaria della provincia spiegando, in questi casi, di non procedere automaticamente al sequestro penale, ma di restare sull’ambito amministrativo, a mio parere quello più corretto. Mi sono raccomandato che ogni atto venga trasmesso alla procura, in modo che poi io e i miei colleghi si possa valutare se andare avanti nelle indagini. Affinché questa metodologia sia definitiva, in ogni caso, dovremo ragionarne con la prefettura, che si occupa delle sanzioni amministrative a carico dei consumatori. Se viene rinvenuta della droga vicino a una scuola, ovviamente, bisogna proseguire negli accertamenti. Ma, lo ripeto, non può diventare un automatismo».

Un cambio di rotta non certo per evitare di ingigantire le future statistiche del Sole 24 Ore, ma per evitare di perdere troppe energie dietro a sequestri che poi rischiano di non portare a niente. Di non dare, quindi, un volto e un nome al pusher. Dai 500 sequestri contro ignoti negli ultimi 12 mesi, infatti, non è arrivato alcun risultato. Viceversa quando il sequestro viene fatto verso persone identificabili l’inchiesta va avanti, visto che lo spacciatore è fin da subito noto. «Le statistiche vanno analizzate nel loro contesto, io non so come i procuratori agiscano nelle altre città, ma qui sicuramente i numeri aumentano a causa dei numerosi sequestri contro ignoti che vengono inclusi nell’ambito penale, 500 appunto solo negli ultimi 12 mesi».

Secondo i dati de Il Sole 24 Ore Livorno è seconda in Italia (in Toscana, visto che in testa c’è Grosseto) per spaccio di droga con “solo” 231 denunce. Molte meno delle 500 contro ignoti degli ultimi 12 mesi. Questo vuol dire che nel 2025, ovvero quando il principale quotidiano economico italiano riproporrà fra un anno la stessa statistica, forse sarà prima. «Possibile, credo che i dati de Il Sole 24 Ore provengano dal ministero dell’Interno – continua Agnello – i nostri invece si riferiscono agli ultimi 12 mesi, quindi non al 2024 (il periodo analizzato dal cosiddetto “Indice della criminalità” ndr). Lo spaccio di stupefacenti a Livorno resta in linea con le città inferiori ai 200mila abitanti, ovvero quelle con una popolazione comparabile alla nostra. Non c’è più o meno o spaccio, essenzialmente è uguale. Qui le piazze dove si verificano le cessioni sono limitate e identificabili. Con questo non voglio dire che il fenomeno non esista, anche perché con le nostre indagini lo abbiamo dimostrato, solo aggiungere che non c’è una situazione peggiore rispetto alle altre province con una simile popolazione. Ho rintracciato una circolare del passato in cui esortava la polizia giudiziaria a indagare per ogni sequestro di droga contro ignoti, ho capito dunque come mai le forze dell’ordine procedano sempre, in occasione di ogni sequestro, in modo automatico. Ora ho deciso di inviare una diversa comunicazione proprio per valutare caso per caso se andare avanti o meno con le indagini, lo ritengo più equilibrato».

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