Il Tirreno

Livorno

Fuori tema: a Livorno le voci dei detenuti diventano podcast

di Luca Balestri
Fuori tema: a Livorno le voci dei detenuti diventano podcast

Ricci, Gallo e il progetto dell’Arci: «Dentro il carcere c’è un mondo da raccontare»

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LIVORNO "Fuori tema" è il nome del primo podcast di sempre realizzato all'interno della casa circondariale di Livorno. Frutto di un laboratorio di scrittura creativa prodotto alle Sughere, l’idea è nata dalle operatrici culturali di Arci Francesca Ricci e Lara Gallo.

«Il nostro progetto racconta come all’interno di un carcere sia importante ogni forma di comunicazione. E lo fa attraverso le parole dei protagonisti -presenta il podcast Ricci-. Con questa attività affianchiamo il laboratorio teatrale che già facciamo in carcere». Continua Ricci: «C’è stata una grande cooperazione per il progetto, c’è stato un confronto e un processo di evoluzione di quelle che erano le nostre conoscenze, da fruitrici di podcast, non da produttrici. Al di là del risultato finale, è stato bello l’arrivarci. I ragazzi si sono raccontati, e sono stati ascoltati. Questo secondo me deve essere, e spero lo sarà, una goccia per contrastare il processo di disumanizzazione che sta dentro quelle celle». Undici le puntate del podcast. Per l’esattezza, otto episodi saranno dedicati a otto detenuti, e saranno direttamente loro a parlare.

Nelle altre puntate, invece, ci saranno le voci del presidente di Arci Alessio Simoncini, della vicedirettrice del carcere di Livorno Fabiana Massaro, del Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Livorno di Livorno Marco Solimano. E la puntata finale sarà un bonus track dal titolo “Oggi, di solo questo vivo”, una raccolta di lettere scritte da un detenuto politico sul finire degli anni di piombo, nel 1983. «Fuori tema è un lavoro fatto sulle voci, sull’ascolto e sul bisogno di comunicare di chi sta in carcere -continua Ricci-. Ad emergere sarà il tema della scrittura. Scrittura e carcere sono termini che vanno a braccetto, dato che in carcere si scrive molto. Noi abbiamo pensato di raccontare la scrittura sul corpo, che è quella dei tatuaggi. Le “domandine”, cioè le istanze e le richieste che i detenuti fanno, che vanno da un lenzuolo ai libri, dai soldi a un colloquio, sono un altro tema. E in carcere si vive di lettere che arrivano e che escono. Si aspetta con ansia, si ha sempre voglia di rispondere».

Commenta il nuovo lavoro il presidente di Arci Alessio Simoncini. «Rappresenta un impegno importantissimo per il nostro impegno quasi trentennale in carcere -sottolinea-. È importante cercare di far emergere per quelle che sono le voci delle persone che stanno dentro la casa circondariale. Cercare di fare emergere le varie identità, e far emergere che dentro ci sono persone con un passato». Entusiasta anche il garante dei detenuti Marco Solimano. «Esprimo apprezzamento per il grande lavoro fatto. Noi spesso abbiamo una costruzione immaginaria del carcere quasi di tipo cinematografico. Spesso non ci rendiamo conto che c’è un universo fatto di persone là dentro». Il podcast è a cura di Arci Livorno, col sostegno del Provveditorato previdenziale dell’amministrazione penitenziaria (Prap) e da Regione Toscana, nell’ambito di progetti culturali dedicati alla popolazione carceraria.

Oltre a Ricci e Gallo, hanno lavorato al podcast Alberto Battocchi, fonico in presa diretta e post produzione; Carlo Bosco, per le musiche originali; Raffaele Commone per la grafica. Le prime due puntata sono già disponibili sul canale Spotify Fuori Tema. Le altre puntate della serie usciranno a due a due, ogni martedì.l
 

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