Marco Conte, da Livorno alla serie Sky firmata Neil Cross: «Tutto è iniziato con Ovosodo...»
Livorno, “The Iris Affair” del regista McDonough in uscita. Ci sarà anche l’attore anima del Teatro Vertigo: «Dalla prima esperienza in Ovosodo nel 1997 ho partecipato a quasi 30 film italiani e stranieri»
LIVORNO. "The Iris Affair", Niamh Algar in fuga per l’Italia con la sua “Missione ad alto rischio”. La serie britannica creata da Neil Cross - già autore dell’acclamata Luther - girata nel Bel Paese e anche a Cinecittà uscirà su Sky entro la fine del mese (doveva uscire il 16 ottobre, ma è stato tutto rinviato al 27 ottobre) e parlerà anche un po’ livornese. Nel cast del thriller d’azione che vede anche Tom Hollander e Maya Sansa, infatti, compare il “nostro” Marco Conte, deus ex machina del Teatro Vertigo, da 30 anni sinonimo di corsi di teatro e compagnia stabile con la sua scuola di arti sceniche Enzina Conte, sua madre, la signora del teatro che a questa arte ha dedicato la sua vita.
«Dalla prima esperienza di Ovosodo, ho sempre alternato il teatro al cinema: da allora ho partecipato a quasi 30 film e serie tv», racconta alla vigilia della nuova uscita su Sky. Che si godrà a casa della sorella. «Mi sono reso conto che soprattutto alle produzioni americane e inglesi la mia faccia piace molto, probabilmente perché incarno secondo loro la tipicità italiana, la mediterraneità: il regista Terry McDonough mi ha ripetuto un sacco di volte che ho una bella faccia da film», racconta, tra aneddoti, film e set in giro per l’Italia. Lui che addirittura nel 2013 a Los Angeles ha vinto il premio come miglior attore per la mini serie “Aglien” del regista Camerini.
È onorato di aver preso parte a quest’ultima serie britannica girata quasi interamente in location italiane, tra la Sardegna, Firenze, Roma e anche a Cinecittà, diretta da McDonough, regista di alcuni episodi di Breaking Bad e Better Call Saul, e vede come protagonista Niamh Algar, conosciuta per ruoli in serie come Pure e Raised by Wolves. «Della parte che farò posso dire che è piccola ma si tratta di una scena importante, un impiegato delle poste. La cosa curiosa è che questa scena, inizialmente, non era prevista, poi il regista ha deciso di aggiungerla, richiamando tutti gli attori che pensavano di aver terminato di girare».
Perché ogni lavoro ha aneddoti e retroscena. «Sono stato invitato a Roma a vedere l’anteprima: la scena l’ho girata a Roma, ma di fatto è ambientata in Sardegna. Ho proposto al regista di girare con un leggero accento sardo e lui ha ritenuto questa cosa carina. Il regista è una persona squisita, veramente un gentleman, affettuoso e alla mano». Una serie ben fatta. Di alto livello: Conte rimarca questo aspetto, sottolineando che anche in questo caso non ha fatto provini. E non è la prima volta che succede. Marco Conte attore, che a dicembre festeggia nientemeno che 50 anni di carriera, lui che di anni ne ha 69 e ha cominciato poco più che maggiorenne è seguito da un’agenzia romana che lo promuove. «Mia madre Enzina sarebbe orgogliosa, so che ovunque è, mi vede. E io la ringrazio per avermi portato in questo mondo». E mamma Enzina Conte gli esordi di suo figlio attore cinematografico li ha vissuti. Era il 1997, il film quello che i livornesi portano nel cuore, “Ovosodo” di Paolo Virzì. «Il primo film non si scorda mai, per me è stato un sogno: interpretavo il bidello zoppo e la mia parte è cresciuta sul campo, con più battute rispetto al copione».
Con Virzì c’è un vero e proprio legame. Ci sono parti in “Baci e abbracci”, “N io e Napoleone”, “La prima cosa bella” e “La Pazza gioia”.
Grandi esperienze. Come quella in “Il paradiso all’improvviso” di Leonardo Pieraccioni nel 2004: qui Conte vestiva i panni di un avvocato divorzista. «Anche qui tutto senza provino: Pieraccioni è carinissimo e alla mano, una volta arrivato a Roma sul set, venne lui a salutarmi e non è certo scontato».
E rispetto al film sgorga un aneddoto. Legato a Monica Bellucci che faceva parte del cast: «Eravamo accanto nella stanza del trucco: il truccatore mi diceva di stare fermo perché non riuscivo a non guardarla, di una bellezza unica senza trucco, pelle di madreperla». Tanti i film e le serie. Altrettante le parti parlate: Delitti del Barlume; “Il colibrì” regia di Francesca Archibugi 2022; “Il commissario Manara 2” regia Luca Libuori ; “Crimini 2” regia Davide Marengo; “Carabinieri”. «E adesso aspetto di vedere, a novembre, se la scena girata sul set con George Clooney per il film “Jay Kelly” sarà mantenuta nel fil m oppure no: nei casi in cui alcune scene vengono tolte non si fa perché non sono venute bene, ma perché alla fine non vengono ritenute necessarie alla trama».
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