Il Tirreno

Livorno

La testimonianza

Tentato omicidio fuori dall'Appendaun, parla il padre di Gonzaga: «Non ho mai contattato la famiglia peruviana»

di Stefano Taglione
L'area dove è avvenuto il fatto
L'area dove è avvenuto il fatto

Secondo la sorella della vittima, lui le avrebbe chiesto al telefono di non denunciare il figlio. L’uomo smentisce tutto

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LIVORNO. «Non ho mai contattato queste persone e mai ho detto loro di non denunciare mio figlio». A parlare è il livornese Emilio Gonzaga, padre di Federico, l’istruttore di pugilato di 38 anni arrestato dieci giorni fa per lesioni gravi nell’ambito del tentato omicidio avvenuto fuori dall’Appendaun di via Provinciale Pisana. L’ex boxeur – come disposto dal tribunale dopo l’udienza di convalida – deve rispettare l’obbligo di dimora a Livorno e il divieto di uscire di notte, mentre la compagna trentaquattrenne italo-cubana Ievanet Cambara Zorril – la donna alla guida dell’auto che in quei minuti di follia ha travolto una diciassettenne peruviana e un connazionale diciottenne – per la stessa vicenda è indagata per tentato omicidio e si trova ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Gonzaga, di quanto accaduto all’esterno della discoteca, non vuole parlare. Vuole però replicare alla sorella della minorenne ferita, che in un’intervista al Tirreno aveva raccontato che a seguito di quanto accaduto fuori dal locale era stata contattata da una persona che si era spacciata per Emilio Gonzaga.

Nel frattempo le condizioni della diciassettenne rimangono stazionarie ed è ancora in ospedale. Le indagini della Squadra mobile della polizia di Stato, che da dieci giorni sta cercando di fare luce sulla vicenda, stanno andando avanti. Cambara Zorril è accusata di essersi messa alla guida della macchina travolgendo la comitiva di giovani, ferendone due, mentre Federico Gonzaga di aver picchiato il diciottenne amico della diciassettenne mentre cercava di soccorrerla dopo l’investimento. «In questo momento – aveva spiegato all’indomani dell’udienza di convalida dell’arresto l’avvocato della coppia, Massimo Tuticci – l’aspetto più importante verso cui rivolgere le nostre attenzioni sono le condizioni di salute della ragazza coinvolta nella dolorosa vicenda e alla quale rivolgiamo i più sinceri auguri affinché possa ristabilirsi al più presto e completamente. Quanto all’interrogatorio i miei assistiti hanno fornito degli elementi ricostruttivi della vicenda che potranno essere, almeno auspichiamo, oggetto di sviluppi investigativi ulteriori, ma che si ritiene debbano rimanere nell’esclusivo alveo processuale. L’unica precisazione che allo stato riteniamo consentita è che la ricostruzione della vicenda fornita non corrisponde, almeno nella sua integralità con quanto sin qui divulgato dai mezzi di informazione».

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