Isabella, la nonna di Livorno in corteo per la Palestina col deambulatore: la guerra, la tragedia del figlio e un messaggio speciale
A 82 anni scende in strada e manifesta per i diritti del popolo palestinese: «Giusto così, giù le mani dai bambini»
LIVORNO. Ha preso il suo deambulatore, è scesa in strada e, appena ha potuto, si è unita ai manifestanti a Livorno. Temporaneamente, certo. Non cammina bene e non sarebbe riuscita a seguire il corteo dall’inizio alla fine. Ma ha voluto esserci perché «bisogna lottare per la pace. E la politica ha il dovere di intervenire per far cessare la guerra». Isabella Capodicasa ha 82 anni e sorride mentre alza le mani al cielo indossando in spalla, come se fosse un mantello, la bandiera palestinese.
Al corteo
Nel febbraio del 2024 è sopravvissuta all’incendio che ha devastato la sua casa alla Scopaia e che è costato la vita a suo figlio Milco. L’altro figlio, il sindacalista Filctem - Cgil Stefano Santini, è sempre accanto a lei. E c’era anche venerdì 3 ottobre. Isabella sapeva che era giorno di sciopero generale dopo l’arrembaggio israeliano della Flotilla. Non era in grado di convergere alla stazione ferroviaria insieme a tutti gli altri manifestanti ma, quando ha capito che il corteo stava per passare da casa sua, ha deciso che non poteva tirarsi indietro. Pian piano è uscita e ha aspettato i manifestanti a poca distanza dalla sua abitazione, all’incrocio tra via Provinciale Pisana e via Mastacchi.
«Per la pace»
Maglione viola, tuta e occhiali, ha lanciato anche lei un grido sottoforma di appello per la pace. «È andata bene – racconta la signora Isabella – queste manifestazioni servono e in strada c’erano molte persone». Chi con le bandiere della Cgil, chi con striscioni e chi con cappellini. Tutti, o quasi, con bandiere o oggetti vari che richiamavano la Palestina. «Non è la prima manifestazione a cui partecipo – racconta la signora Isabella – e mi piace prendere parte a queste iniziative». E ieri era lì per il popolo palestinese. Era lì per una pace che, secondo lei, deve essere recuperata, garantita e tutelata. «Sono nata in tempo di guerra – racconta ancora la signora Isabella – e so solo che dove c’è una guerra deve finire il prima possibile. I bambini, soprattutto, vanno protetti. E la politica, in questa situazione, può cambiare le cose. Perciò deve impegnarsi a farlo».
«Giusto esserci stata»
Eccola, dunque, sorridente tra i manifestanti del corteo. «Era lunghissimo, quel corteo. Non finiva mai. E mi sono sentita felice di essere lì». A fine mattinata la signora Isabella si guarda intorno mentre il corteo ha continua a sfilare davanti a suoi occhi. E, sostenuta dal deambulatore, a un certo punto si allontana con una certezza: «È stato giusto, oggi, essere qui».