Il Tirreno

Livorno

La manifestazione

Slnc Severn a Livorno, la ricostruzione di USB sulla mobilitazione al porto

di Iacopo Simoncini

	La manifestazione al varco Valessini (foto Stick)
La manifestazione al varco Valessini (foto Stick)

Dal primo attacco alla Global Sumud Flotilla fino ai tre giorni di presidio al porto: il racconto del sindacato sulle proteste

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LIVORNO. A settembre la città labronica è stata al centro di una vasta mobilitazione contro l’arrivo della nave americana Slnc Severn. La protesta si è intrecciata con le tensioni internazionali legate al conflitto in Medio Oriente e con la vicenda della Global Sumud Flotilla. «La questione risale in modo specifico ai giorni 8-9 settembre – spiega l’USB – date del primo attacco di droni avvenuto in Tunisia ai danni della Global Sumud Flotilla. Le assemblee cittadine successive hanno visto una partecipazione molto vivace e compatta, che non veniva riscontrata da anni».

Secondo il sindacato, nelle settimane seguenti si è consolidata una rete che ha visto coinvolti i lavoratori portuali della logistica e industria, gap, ex caserma, il collettivo studentesco Scuola di Carta, Ala. «Abbiamo continuato a riunirci fino alla proclamazione dello sciopero nazionale del 22 settembre», prosegue l’USB.

La tensione è salita quando si è diffusa la notizia del previsto arrivo, il 23 settembre, della Slnc Severn. «Appena saputo dell’arrivo, la parola d’ordine è divenuta: astensione dal lavoro e organizzazione di blocchi nei porti, nelle stazioni e nelle principali vie di comunicazione».

Il 22 settembre, in concomitanza con lo sciopero nazionale, a Livorno sono confluite davanti al Varco Valesini migliaia di persone. «Ne è seguito un affollatissimo corteo che è partito dal Varco Valessini, fino al Molo Italia, luogo deputato all’attracco della nave americana», sottolinea il sindacato. In quella sede, riferisce l’USB, «è stata formulata e accolta la proposta di iniziare un blocco permanente per impedire fisicamente alla nave di attraccare».

Il presidio è proseguito per tre giorni, con assemblee, iniziative e momenti di partecipazione. Secondo il racconto dell’USB, il sindaco Luca Salvetti e il commissario Davide Gariglio hanno sostenuto la mobilitazione, mentre i lavoratori portuali hanno organizzato un servizio navetta per facilitare l’afflusso.

La svolta è arrivata il terzo giorno: «Alle 18,30 il prefetto Dionisi ha dato la notizia tanto attesa, che la nave americana non sarebbe attraccata a Livorno», scrive il sindacato. L’annuncio è stato poi rilanciato dal sindaco.

Nonostante ciò, l’USB segnala che «il presidio non ha ancora concluso il suo compito» e si è trasferito al Varco Zara, dove proseguono le attività di vigilanza. La vicenda della Slnc Severn ha mostrato come, attorno al porto di Livorno, si sia attivata una rete sociale e sindacale capace di convergere su un obiettivo comune. Per l’USB, il trasferimento del presidio al Varco Zara rappresenta il segnale che la mobilitazione non si considera esaurita, ma parte di un percorso ancora aperto.

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