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Recupero record

Balenottera a Livorno, 12 ore per portarla via: «Sezionata in Darsena Petroli»

di Claudia Guarino
Le operazioni di rimozione
Le operazioni di rimozione

La difficile opera di rimozione effettuata da quattro aziende: Neri, Stmp, Bettarini e Petracchi oltre a decine di volontari

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LIVORNO. Ci sono volute 12 ore per rimuoverla. D’altra parte era lunga quasi 17 metri, pesava dei quintali ed era sugli scogli a ridosso della Terrazza. Ma alla fine le decine di persone coinvolte nell’operazione ce l’hanno fatta: intorno alla mezzanotte la carcassa della balenottera (già sezionata dal macellaio) era su un furgone in direzione dello smaltimento. «Ringrazio – ha detto il sindaco Luca Salvetti – tutti coloro che hanno partecipato al recupero» tra cui varie ditte livornesi.

La scoperta e il traino

Tutto è iniziato con lo “spettacolare” ritrovamento, mercoledì mattina, di una balenottera spiaggiata sugli scogli alla Terrazza Mascagni. Ecco, dunque, che si è messo immediatamente in moto tutto il meccanismo previsto per il recupero. Con l’arrivo dei militari della guarda costiera accompagnati dal loro comandante, l’ammiraglio Giovanni Canu, e degli addetti comunali di protezione civile e polizia locale. Sono quindi state attivate le ditte del territorio: Fratelli Neri, Stmp, Bettarini e Petracchi. Scartata l’ipotesi di sollevare la carcassa in loco, in quanto c’era il rischio di danneggiare la Terrazza, si è optato per l’opzione B: trainare la balenottera fino al porto per poi sollevarla in banchina. Sono quindi entrati in campo i sommozzatori Stmp e la squadra della Fratelli Neri col rimorchiatore Pacini e col personale di terra. I sub, nello specifico, hanno fatto arrivare un cavo dal rimorchiatore fino alla carcassa, che nel frattempo era stata imbracata. Poi, una volta pronta, la balenottera è stata tirata via dal Pacini e trascinata fino banchina 12.

Il sollevamento

Ad aspettarla c’era il mezzo della ditta di Fabrizio Bettarini che ha issato il cetaceo in banchina con un’imbracatura particolare. All’operazione hanno partecipato Paolo Iafrate, Massimiliano Poli, Daniele Bilotta, Samuele Giusfredi e Leonardo Pellissero. «Abbiamo una certa esperienza nel recupero dei cetacei – spiega Fabrizio Bettarini – e abbiamo portato a termine l’operazione con successo». In questo caso la difficoltà principale era legata sostanzialmente al fatto che la carcassa, essendo in decomposizione, rischiava di sfaldarsi perciò «andava presa in tanti punti, altrimenti si spezzava. In questo modo l’abbiamo messa in banchina». A supervisionare le operazioni in porto c’erano i volontari del comitato livornese della Croce Rossa, della Svs, della Misericordia di via Verdi e della Misericordia di Montenero.

Il sezionamento

La balenottera è stata quindi presa in consegna dalla ditta Petracchi, con l’addetto che si è occupato di sezionare l’animale per poi caricarlo su appositi camion dotati di cassoni stagni, portandolo all’azienda, che è specializzata nella gestione di residui di origine animale. Dopodiché c’è stata la pulizia dell’area con le idrovore, che è terminata intorno alla mezzanotte. Ieri Arpat ha prelevato i campioni messi a disposizione «dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per le opportune indagini diagnostiche – fanno sapere da Agenzia – finalizzate a individuare le cause di morte, compatibilmente con lo stato di organi interni e tessuti dell’animale».

I ringraziamenti

Il sindaco Luca Salvetti, da parte sua, ringrazia «gli uffici comunali di Manutenzione e Cura della Città, e Demanio, guidati rispettivamente da Silvia Borgo e Lorenzo Lazzerini, che hanno permesso di mettere in moto una macchina efficientissima. Un ringraziamento speciale va alla ditta Neri, nella persona di Piero Neri, che ha altruisticamente messo a disposizione il rimorchiatore, i sommozzatori e i tecnici dell’azienda. Esprimo la mia riconoscenza all’ammiraglio Giovanni Canu, comandante della Capitaneria di Porto di Livorno, alla polizia locale, alla polizia provinciale e alla protezione civile provinciale, ai vigili del fuoco, all’Arpat, al Museo di Storia Naturale, all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e alle ditte livornesi Bettarini e Petracchi. Di grande sostegno, come ormai di consuetudine nella nostra città, è stato poi l’intervento delle associazioni di volontariato della protezione civile intervenute».

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