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Firenze, 25mila cuori in piazza per Gaza: l'arcobaleno della pace attraversa la città

di Mario Neri

	In 25mila a Firenze contro il genocidio a Gaza
In 25mila a Firenze contro il genocidio a Gaza

Lavoratori, studenti e famiglie in corteo contro il «genocidio». In piazza la Cgil, i sindaci e Giani per chiedere una mobilitazione globale e libertà per la Palestina

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FIRENZE. Un fiume di bandiere della Palestina, voci e corpi stesi sull’asfalto. Firenze si è fermata per Gaza: venticinquemila persone oggi hanno attraversato la città, partendo da piazza Dalmazia e arrivando fino all’Isolotto, in un corteo che è insieme grido di dolore e richiesta di giustizia. È la Cgil a chiamare, ma a rispondere sono in migliaia: lavoratori e studenti, famiglie con i bambini, sindaci dell’area metropolitana – la prima cittadina Sara Funaro, il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi – e il presidente della Regione Eugenio Giani. Con loro i segretari della Cgil Toscana e Firenze, Rossano Rossi e Bernardo Marasco, e l’imam Izzedin Elzir, voce autorevole di dialogo interreligioso.

La manifestazione ha avuto momenti di forte impatto simbolico: in via Mariti centinaia di persone si sono sdraiate a terra, simulando le vittime dei bombardamenti, mentre dagli altoparlanti esplodevano le sirene dei raid su Gaza. Una lunga bandiera arcobaleno della pace ha fatto da ponte tra le tante bandiere palestinesi che sventolavano lungo il percorso. «Quello che sta accadendo a Gaza – denuncia Rossi – è uno sterminio, un genocidio che non pensavamo di poter vedere nel 2025, così vicino a noi. Il mondo del lavoro oggi dice basta».

«Non c’è democrazia senza umanità», aggiunge Marasco, ricordando che lo sciopero generale indetto dalla Cgil ha avuto adesioni altissime, soprattutto nelle fabbriche di Firenze, Prato e Pistoia. E se la piazza è straripante, le parole dei rappresentanti istituzionali segnano una presa di posizione netta. «Palestina libera, capace di autogovernarsi», dichiara Giani. «I crimini di guerra del governo Netanyahu richiedono una mobilitazione globale. Firenze, città di pace, non può tacere».

C’è anche la voce di chi vive il corteo come gesto quotidiano di resistenza civile. Una giovane insegnante stringe la mano alla figlia mentre avanza dietro lo striscione “Stop al genocidio”. Un gruppo di studenti universitari espone cartelli con scritto “Libertà per la Palestina, giustizia per tutti i popoli”. Accanto a loro, l’imam Elzir richiama il dovere del dialogo: «Essere qui significa riconoscere l’umanità di ogni persona». Una donna solleva un cartello. Ricorda che “Bambino/a” è un sostantivo maschile e femminile ed è «dove comincia l’umanità». Stop genocidio. Stop terrorismo.

Le immagini parlano: la folla compatta, le bandiere al vento rosse bianche verdi e nere, e poi l’arcobaleno della Pace, le barchette di carta alle Cascine come simbolo della Global Sumud Flotilla, lo striscione appeso a piazza Puccini contro gli accordi militari ed economici con Israele. Tutti tasselli di un mosaico che ha trasformato Firenze in una capitale mediterranea della protesta e della pace. Ma il messaggio non si esaurisce qui.

Domani sera (sabato 20 settembre) la comunità delle Piagge darà vita alla camminata “Dalla notte alla luce”: quindici chilometri nel buio, a partire dalle 21, per illuminare con i passi la richiesta di cessare il fuoco, dalla periferia a San Miniato al Monte. È la prosecuzione naturale di questo corteo: il filo rosso, o meglio arcobaleno, che lega la rabbia e la speranza, il dolore e il desiderio di futuro. Firenze non smette di camminare, e lo fa insieme, con la forza collettiva di chi non vuole più essere spettatore.
 

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