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Fede e inclusione

I Mayor da Livorno a Papa Leone: «Il nostro è un progetto di volontà»

di Francesca Suggi
I Mayor da Livorno a Papa Leone: «Il nostro è un progetto di volontà»

La compagnia teatrale con Ruffini in Vaticano. E Giacomo chiede l' ostia e l'acqua santa al Papa Leone

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LIVORNO «Ho fame, dammi l’ostia». Giacomo - per tutti “Giacomone” - rompe così, con simpatia, l’emozione di incontrare il Santo Padre. «L’ostia, oggi no: forse dopo», risponde Papa Leone. «L’acqua santa?», rilancia l’attore della compagnia teatrale che fa della contaminazione la propria bandiera, da quasi 30 anni.

Mercoledì 17 settembre, ore 10: la Mayor Von Frinzius è in Vaticano, all’udienza generale del pontefice. Sono una rappresentanza degli attori speciali, con Paolo Ruffini. Sono a Roma, a viversi un invito. «Un momento storico importante per noi, cose che non si cercano ma accadono e danno valore all’esperienza. Ha sorriso anche molto il Papa. Poco tempo, ma un tempo prezioso», commenta a caldo il deus ex machina della compagnia, Lamberto Giannini.

Alla fine dell’udienza generale il Santo Padre si avvicina. Si interessa al progetto della compagnia e allo show “Din don down, alla ricerca di D(io)” portato in giro per l’Italia a fianco di Ruffini. E in piazza San Pietro ci sono gli attori speciali protagonisti dello spettacolo: Federico Parlanti (primo speaker radiofonico italiano con sindrome di Down, personaggio su Radio24 con “Radio Up&Down – la trasmissione con un cromosoma in più”, in onda da gennaio ‘25 condotta da Ruffini), Erica Bonura, Marco Visconti, Massimiliano Silvestri, Andrea Lo Schiavo, Giacomo Scarno. E poi i registi della compagnia Lamberto Giannini, Rachele Casali e Giuditta Novelli con la musicista Claudia Campolongo. E ovviamente c’è lo showman Ruffini. «Federico Parlanti è il più grande speaker radiofonico con la sindrome di down al mondo. È l’unico», racconta Paolino a Papa Leone.

Il Santo Padre ascolta. Si diverte. «Il Santo Padre ha detto “non c’è limite alla speranza” - ripercorre l’incontro Ruffini - Per noi non c’è limite alla volontà, oltre che alla speranza. È stato un momento molto intenso: abbiamo regalato al pontefice la nostra locandina, era molto interessato e divertito. Credo che sia una persona estremamente cordiale, con un bel senso dell’umorismo».

Ruffini fa un passo indietro: «Papa Francesco ha lasciato anche questa eredità rispetto alla comicità, al valore della risata, diceva che si può scherzare anche con dio, e questo noi l’abbiamo capito bene e lo mettiamo in scena ogni volta, però questo non rende il nostro spettacolo meno spirituale». Ruffini spiega a Papa Leone il motivo per cui, nel titolo dello show, la lettera “D” di Dio è stata messa tra parentesi: «Quando levi la perfezione divina resta la fragilità dell’uomo, rimane l’io e l’io ha tante fragilità: qualcuno le espone, anche con disabilità, il fatto che ci siano persone disabili rimanda alla parola più scintillante di Dio, rimanda all’elemento che raccoglie quella mancanza di limite e quella divinità che trovo personalmente in tanti dei miei colleghi».

E continua: «Quando cerchi Dio non lo cerchi soltanto nelle cose perfette, lo cerchi nell’imperfetto. Quando la “D” si mette da parte, l’io raggiunge il massimo anche perché lo contiene. Dio non è solo nell’alto dei cieli, Dio è anche dentro di noi. Il nostro show lo dice bene questo e cerco di ricordarmelo sempre quando vedo qualcuno diverso da me, non è uguale a me, è unico come me». E cita un amico, Francesco, prete al monastero di San Luigi Magno: «Mi ha detto una cosa bellissima: la frase “ama il prossimo tuo come te stesso” potrebbe essere tradotto male, è ama il prossimo tuo perché è te stesso». Lamberto Giannini ribadisce il concetto di volontà: «Noi abbiamo detto che si crede più nella volontà che nella speranza: per noi non c’è limite alla volontà, il nostro progetto più che un atto di speranza, è un atto di volontà». Giannini chiude con una battuta e una risata: «Il Papa era molto emozionato nell’incontrarci e noi lo abbiamo rassicurato».l
 

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