Livorno, rivoluzione al Santuario di Montenero. Ecco cosa cambia
A dicembre accorpamento con un altra parrocchia e i monaci indiani potrebbero andarsene
Livorno La pioggia cade, accarezzando il selciato monumentale che affaccia sulla città tutta. E il ticchettìo delle gocce sul tetto accompagna, leggero, i canti che risuonano tra centinaia di ex voto, segni di storie, dolore e speranza. “Monaci” è la scritta su uno dei campanelli esterni. Del resto il segno dei vallombrosani è ovunque, al santuario di Montenero. Ma qualcosa potrebbe cambiare. La congregazione monastica, infatti, sta lavorando alla stipula di una nuova convenzione con la Diocesi e ciò porterà a una revisione dei numeri e delle presenze. Il tutto, per adesso, con l’interrogativo della parrocchia. Se è vero infatti che fino ad ora il parroco è stato un monaco, non è detto che sarà per sempre così. Anche perché si va verso la creazione di un’unica comunità pastorale con Antignano e, dunque, verso il parroco condiviso (che per inciso sarà quello di Antignano, non quello di Montenero). Quindi caso mai la partita da considerare aperta è quella del vice parroco. Ma probabilmente è presto, per fare il toto nomi.
La convenzione
Certo è che «entro l’8 dicembre – spiega don Andrea Ferri, priore a Montenero – deve essere stipulata una nuova convenzione, che avrà durata di cinque anni, tra la congregazione vallombrosana e la Diocesi». Nella convenzione ci saranno le linee guida per la gestione del santuario con i monaci che, a quanto sembra, dovrebbero continuare a garantire – a supporto del parroco – la attività pastorali e liturgiche come preghiere, lodi e vespri. «La convenzione – spiega don Andrea Ferri – è ancora in fase di lavorazione in attesa di conoscere la disponibilità dei monaci che staranno a Montenero».
I monaci
Tutto ciò sta accadendo perché a breve saranno rimescolate le carte in quanto, spiega il vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti, «la Santa Sede ha chiesto che i monaci siano incardinati (nei propri territori, ndr) dunque quelli indiani potrebbero tornare in India». Attualmente a Montenero ci sono nove monaci vallombrosani. Sei di essi sono indiani, ma non è detto che saranno tutti trasferiti in India. A Montenero, insomma, si è in attesa di capire come la congregazione vorrà riorganizzare i monasteri e, in particolare, come si muoveranno le persone. Alcuni monaci resteranno a Livorno, altri se ne andranno e altri ancora potrebbero arrivare sul territorio.
Il parroco
Per quanto riguarda la convenzione, d’altra parte, il vescovo sottolinea che «per quella nuova abbiamo chiesto che i monaci continuino a servire il santuario come sacristi. Ora vediamo se potranno rispondere a questa richiesta in base a quanti sacerdoti ci diranno di poter mettere a disposizione». Nel frattempo, conferma monsignor Simone Giusti, «sta arrivando a scadenza l’incarico (da parroco, ndr) di don Luca Giustarini e il sacerdote sarà destinato ad altra sede. Fa piacere che le persone si affezionino, ma queste non sono cariche inamovibili». Ciò significa che a un certo punto andrà trovato un sostituto. «All’interno della nuova unità pastorale avremo un unico parroco (il prete di Antignano, ndr) mentre quello che sostituirà don Luca sarà viceparroco».
La storia
Ma potrà essere un monaco? «Me lo auguro». Del resto quello tra i monaci vallombrosani e la comunità di Montenero è un legame ultra centenario. «Il fatto che il parroco del santuario non sarà più un monaco – sottolinea Elena Del Corso, governatrice della Misericordia di Montenero – ci fa dispiacere, anche perché la nostra confraternita è stata fondata da un abate». Detto ciò «chiaramente la Diocesi prende le decisioni che ritiene più opportune». Il prossimo step, comunque, resta la firma della nuova convenzione. Solo a quel punto il quadro diventerà più chiaro. l