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Livorno, è fuga da via Grande: perché i fondi sono sempre più vuoti

di Martina Trivigno

	Fondi chiusi in via Grande a Livorno
Fondi chiusi in via Grande a Livorno

Marco Favati: «Ogni giorno ricevo decine di telefonate ma quando sentono il prezzo dell’affitto scappano»

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LIVORNO. Sulla vetrina c’è ancora affisso un grande cartello rosso con su scritto “fuori tutto” insieme al dettaglio delle offerte su maglie, felpe, camicie, pantaloni e jeans. Ma basta guardare meglio per capire che il negozio d’abbigliamento “Malcolm” ha lasciato il posto a un grande buco nero tra le insegne illuminate. E non è il solo. Altre attività hanno abbandonato via Grande: dietro di sé serrande abbassate e fondi vuoti, soprattutto nel tratto che dal porto conduce verso il centro. I numeri della Camera di commercio della Maremma e del Tirreno confermano questa tendenza: a Livorno in cinque anni (mettendo a confronto i secondi trimestri del 2021 e del 2025) le imprese sono passate da 3.873 a 3.512 (-361) – in media una settantina all’anno in meno – con una riduzione delle attività pari al 9,3 per cento. C’entrano (perlomeno un po’) i lavori di riqualificazione della strada ma è soprattutto colpa – spiegano gli addetti ai lavori – di quegli affitti troppo cari diventati insostenibili per i piccoli commercianti. «E le grandi aziende, che ancora oggi mettono gli occhi addosso alla principale via cittadina, alla fine sono costrette a ripiegare sui centri commerciali per trovare un fondo di media superficie di vendita», sottolineano.

Il colpo d’occhio

Da una parte le vetrine illuminate, i clienti che entrano ed escono con le buste in mano, le commesse impegnate a dare consigli e a servire chi oltrepassa la soglia. Dall’altra quei bandoni giù dove un cartello (in genere “affittasi”) indica che un tempo lì c’era quello stesso movimento, ma ora non più. Non solo “Malcolm”: più avanti troviamo il negozio (ormai vuoto) dove “Joker One”, specializzato nella stampa digitale, vendeva le sue t-shirt. E poi c’è il fondo che ha ospitato la profumeria “Armonie”, per 40 anni punto di riferimento per tanti affezionati clienti.

Gabriele Bandecchi è l’head of retail & capital markets di “Sviluppo Retail” di Vicenza, azienda che opera nel panorama immobiliare nazionale offrendo servizi focalizzati sullo sviluppo commerciale, l’innovazione immobiliare e la consulenza strategica, ed è lui a fare un quadro sulla situazione attuale. «Le aziende interessate ad aprire a Livorno ci sono eccome – sottolinea – . In prima battuta scelgono proprio la via Grande perché, con i suoi portici, è un centro commerciale all’aperto che, ad esempio, consente di fare una passeggiata all’insegna dello shopping anche quando piove. Poi, come seconda scelta, c’è via Ricasoli».

Ma secondo quanto spiegato da Bandecchi, capita anche che grandi catene (che vorrebbero avviare lì la loro attività) alla fine siano costrette a ripiegare su zone più periferiche o, in alternativa, verso i centri commerciali perché magari – evidenzia l’esperto – sono alla ricerca di un fondo di media superficie di vendita (compresa tra i 150 e i 1.500 metri quadrati). «Partendo dalla prima via Grande, il fondo ex “Malcom” sta già attirando l’attenzione di diversi potenziali locatari – evidenzia – : ha una superficie di 200 metri quadrati con quattro vetrine ad angolo, ma il canone mensile richiesto dalla proprietà è abbastanza importante. Va detto, infatti, che via Grande non è mai scesa come valore di locazione anche se, per la verità, dopo la pandemia c’è stata un po’ una revisione e adesso i prezzi sono tornati più nella norma». Ma evidentemente non abbastanza da consentire alle attività commerciali di resistere e quindi restare. E poi ci sono i lavori di riqualificazione della via principale della città. «Che sicuramente hanno inciso sulle difficoltà incontrate dai commercianti – aggiunge Bandecchi – ma, una volta terminati questi interventi, la strada acquisterà un altro fascino. L’importante, però, che poi venga mantenuta con un certo decoro: la pulizia è fondamentale così come l’illuminazione».

Tante richieste

Quando Marco Favati, titolare dell’omonima agenzia immobiliare di viale Carducci, risponde al telefono, racconta che per tutta la mattina il suo telefono ha squillato. E le diverse voci dall’altro capo del cellulare – almeno una decina – hanno manifestato interesse per lo stesso fondo. «Ampio circa 70 metri quadrati – spiega – per un affitto mensile pari a 3.500 euro. E, ovviamente, tutti hanno risposto che non se ne faceva niente. Il punto è proprio questo: via Grande ha dei prezzi sproporzionati. Per un fondo di 50 mq, infatti, i proprietari possono richiedere anche 2mila euro con un risultato su tutti: i commercianti fanno una grande fatica a sostenere il pagamento del canone di locazione e così c’è chi proprio non ce la fa e abbandona. Poi, però, c’è anche un altro aspetto da tenere in considerazione: adesso sempre più spesso le grandi catene trainano il commercio e, in questa direzione, Porta a Mare ha penalizzato la via Grande. E se la seconda parte della strada è “aiutata” da due brand forti come Zara e H&M, la prima soffre di più per la sola presenza di negozi di vicinato. E chi non ce la fa, molla lasciando alle sue spalle una saracinesca abbassata». Chissà per quanto.

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