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Livorno, appello ai giovani medici di base per coprire le zone carenti in città

di Martina Trivigno
Livorno, appello ai giovani medici di base per coprire le zone carenti in città

Massimo Angeletti (Fimmg Livorno): «L’obiettivo? Poter aprire almeno un poliambulatorio»

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LIVORNO. Un appello ai giovani medici di famiglia per coprire le zone carenti in città. Soprattutto in quei quartieri – tra cui Corea e Shangai, come raccontato nei mesi scorsi dal Tirreno – in cui con il tempo gli ambulatori si sono svuotati. Massimo Angeletti, coordinatore dei medici di medicina generale di Livorno e segretario provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), racconta di aver contattato personalmente i giovani colleghi e di essere in attesa di una risposta. «Ho già chiamato diversi giovani colleghi che mi hanno promesso una risposta entro l’estate ma siamo pronti ad accogliere chiunque sia disposto a farsi avanti – sottolinea Angeletti – . In ogni caso si tratta di un percorso che deve essere condiviso con il Comune e per questo è fondamentale collaborare in questa direzione con il sindaco Luca Salvetti. Il primo cittadino si è fin da subito dimostrato disponibile nell’offrire locali idonei per aprire in quelle zone un piccolo poliambulatorio che possa fornire un servizio adeguato con un infermiere. Insomma con un lavoro di gruppo che, ribadisco, sta diventando sempre più indispensabile».

L’impegno

Secondo quanto spiegato da Angeletti c’è il «massimo impegno a coprire quelle zone che soffrono a causa del contemporaneo pensionamento di colleghi che lavoravano singolarmente e che poi non sono stati sostituiti».

«È chiaro che il loro posto dovrà essere necessariamente preso da medici a cui venga offerta la possibilità di creare un’associazione che significa poter lavorare con personale di studio e infermieri: è questa, secondo me, la chiave di volta per risolvere la questione», evidenzia Angeletti.

Il punto

Ma qual è la situazione sul fronte delle zone carenti? Analizzando il numero di ambulatori, Attias, Porta a Mare e viale Carducci sono le principali zone in cui c’è un concentrato di ambulatori di medici di medicina generale. Ma i livornesi possono trovare risposte anche in centro e nella zona sud, ad Ardenza e Antignano. Al contrario, la carenza di medici di base si registra nei quartieri più popolosi: Corea, Shangai e Garibaldi. «La situazione nella nostra provincia è abbastanza variegata – analizza Angeletti – . È vero, ci sono delle zone in cui la carenza si fa più sentire, anche se nelle grandi città è meno accentuata. A Livorno, ad esempio, l’ingresso di nuovi medici che già hanno finito il corso di formazione e l’ingresso di altri nel prossimo futuro ci lascia abbastanza tranquilli: stiamo per raggiungere il picco della gobba pensionistica e dal prossimo anno dovremmo ottenere una graduale normalizzazione con il ritorno dei medici di famiglia al numero ottimale di pazienti che, in media, corrisponde a circa 1.300 persone». Un numero che però ad oggi – precisa il segretario della Fimmg – è impossibile da rispettare con quasi tutti i dottori che hanno raggiunto il massimale (1.800 assistiti).

Le aree

«Diversa la situazione in altre zone della provincia in cui ci sono, a macchia di leopardo, delle problematiche che speriamo di andare a colmare in futuro con l’ingresso dei giovani – sottolinea Angeletti – . E se a Livorno in questo momento mancano dai cinque ai dieci medici di medicina generale, nella zona sud della provincia, come a San Vincenzo e Donoratico, la carenza è stata tamponata attualmente con il mantenimento in servizio dei medici di famiglia oltre i 70 anni. Questo meccanismo ha impedito che interi gruppi di cittadini rimanessero senza assistenza sanitaria».

Il numero ottimale

Anche perché – secondo quanto spiegato da Angeletti – l’obiettivo deve essere quello di raggiungere il numero ottimale. «Perché consentirà che non tutti i medici siano al massimale – conclude – . Il fatto che ci siano più medici che possano operare su un territorio permette una scelta più libera da parte della popolazione rispetto al fatto che ci siano medici “bloccati”. Con i nuovi ingressi di medici contiamo di poter raggiungere questo risultato così importante per noi e per i nostri assistiti».

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