Morto l’ultimo combattente livornese della Seconda guerra mondiale: addio a Bruno Locci
Nel Dopoguerra è stato maestro elementare, poi in via Fiume insieme ai fratelli ha gestito una delle prime assicurazioni della città
LIVORNO. Fra pochi giorni avrebbe compiuto 101 anni. E l’anno scorso, al raggiungimento dell’incredibile traguardo, a casa sua per festeggiarlo insieme ai tanti familiari e parenti arrivarono sette militari del quinto reparto dello Stato maggiore di Roma e della 46esima Brigata aerea di Pisa, oltre alla vicesindaca Libera Camici. Con il primo cittadino Luca Salvetti che, da parte del Comune, gli ha inviato una scatola di cioccolatini, come gesto di affetto, una tradizione ormai verso i labronici centenari. Livorno perde l’ultimo combattente della Seconda guerra mondiale, Bruno Locci, che dopo il conflitto armato rientrò in città e lavorò a lungo come maestro elementare. Poi, dopo la pensione, ha gestito insieme ai fratelli per tanti anni una delle prime agenzie assicurative di Livorno, la Locci assicurazioni, che si trovava in via Fiume, vicino alla questura.
Un pioniere in questo settore. Bruno era nato il 4 settembre del 1924 a Massa Marittima, in provincia di Grosseto, una delle tante località nelle quali aveva prestato servizio suo padre Raimondo, maresciallo dei carabinieri originario della Sardegna, fino al trasferimento definitivo a Livorno, sempre nell’Arma. A 19 anni, qualche mese dopo l’armistizio dell’8 settembre ‘43, fu arruolato e mandato al fronte a difendere la linea Gustav, ma presto capì da quale parte era giusto stare, riuscì a sfuggire ai tedeschi grazie all’ospitalità di una famiglia ed ebbe modo di aiutare i partigiani. Ha vissuto per anni con una scheggia conficcata alla base del collo, vicino alla vertebra dorsale, rimossa soltanto più avanti grazie ai progressi della medicina. «Ci ha lasciato alla soglia del suo centunesimo compleanno – così lo ricorda la sezione livornese dell’Associazione combattenti e reduci, guidata da Giovanni Bitossi, che è anche uno storico volontario della Misericordia di via Verdi – ed è l’ultimo combattente dichiarato della città di Livorno e dell’intera provincia. Arruolato nella Regia aeronautica italiana il 28 settembre 1942, fu congedato il 14 agosto 1946, dopo aver prestato servizio nelle regioni meridionali e centrali dell’Italia, duramente colpite dai bombardamenti durante il conflitto. Livorno stessa subì gravi distruzioni: secondo l’ufficio tecnico comunale, solo l’8,3% degli edifici del centro cittadino rimase illeso. L’aviere Locci fu ferito gravemente in pianura, colpito da frammenti metallici di una bomba d’aereo.
Le schegge gli causarono una lesione seria alla base del collo, vicino alla vertebra dorsale, che solo molti anni dopo poté essere rimossa con un intervento chirurgico complesso e rischioso. La sua vecchiaia è stata serena, circondata dall’affetto dei suoi cari. Oggi, i suoi cari non commemorano soltanto la fine di una vita, ma celebrano l’inizio di una memoria, quella che continuerà a vivere nei loro cuori e nell’Associazione nazionale combattenti e reduci, di cui era socio onorario come ultimo rappresentante dichiarato del territorio labronico e provinciale. Grazie, Bruno, per averci insegnato cosa significa vivere con dignità, passione e cuore. La Federazione provinciale Ancr di Livorno, fa le condoglianze alla moglie Clara e ai figli Antonio e Cristiana».
«Era una persona molto dinamica – prosegue Bitossi – e, nonostante l’età, ragionava ancora benissimo, mi ricordo quando festeggiò 100 anni che si intrattenne a lungo a parlare con i militari del quinto reparto dello Stato maggiore di Roma e della 46esima Brigata aerea di Pisa. Un uomo pulito nei sentimenti, nell’anima, ordinato. Ci mancherà moltissimo». Il presidente livornese dell’Associazione combattenti e reduci spiega che Locci «era l’ultimo combattente livornese dichiarato della Seconda guerra mondiale, non ce ne sono altri vivi adesso. Per noi la sua scomparsa rappresenta un grande dolore». «Può darsi che ce ne sia ancora qualcuno non dichiarato – prosegue Bitossi – ma noi non possiamo saperlo. Se ad esempio vi sono persone che hanno combattuto al fianco del regime fascista e, proprio per questo, non si sono mai esposti, nessuno li conosce, lo sanno solo loro. Bruno, a quanto noi sappiamo, era l’ultimo sopravvissuto in tutta la nostra provincia». Il funerale si svolgerà il 21 agosto alle 10 al cimitero della Misericordia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA