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Livorno, offese sui social al sindaco e il tribunale ferma un pensionato: il limite della libertà di parola

di Giulio Corsi
Livorno, offese sui social al sindaco e il tribunale ferma un pensionato: il limite della libertà di parola

Vito Borrelli ritenuto responsabile di diffamazione aggravata. Salvetti: «C’è un confine alla critica, continuerò a denunciare»

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LIVORNO. C’è un limite alla libertà di scrivere ciò che si vuole sui social network. Dove troppo spesso, sempre più spesso, tanti ritengono di poter offendere e insultare personaggi pubblici, politici, giornalisti andando ben oltre il diritto di critica. Si chiama diffamazione, articolo 595 del codice penale. E il tribunale di Livorno ha ribadito in questi giorni che quel limite va rispettato. Lo ha fatto condannando Vito Borrelli, 77 anni, ingegnere livornese in pensione da Casalp, molto attivo sui social dove quotidianamente, fornisce un’analisi dei fatti cittadini con occhio attento e fortemente critico verso l’amministrazione comunale.

Il 10 e il 22 ottobre dell’anno scorso però, secondo la Procura di Livorno e secondo il Tribunale, Borrelli ha superato il limite della critica e ha valicato quello della diffamazione. Scrivendo a proposito di Luca Salvetti di “un sindaco sempre più ignobile sul piano politico e detestabile su quello umano”. Ma anche agitando lo spettro di comportamenti non trasparenti a proposito di questioni urbanistiche nell’area di Levante e Scopaia: “Ad avvelenare ancor di più gli animi – scriveva Borrelli in uno di quei post – è il conflitto di interessi del sindaco, minimizzato, mal gestito e rimasto irrisolto, un sindaco dipendente di Fremura/Telegranducato che si trova a decidere di rilevanti questioni urbanistiche nelle quali è coinvolto Fremura l’immobiliarista. Ma qualcuno – osserverà – c’è una maggioranza politica che questo sindaco lo sostiene. .. M’oppongo! Di politico questa maggioranza non ha alcunché. Per gran parte è un grumo di interessi di cui il potere costituisce il collante”.

Nei giorni successivi a questi attacchi, Salvetti decise insieme alla giunta di querelare Borrelli per diffamazione aggravata. Affidando il fascicolo all’avvocatura comunale. Una scelta che diventò un caso politico, con una mozione presentata in Consiglio comunale da Movimento 5 Stelle e Buongiorno Livorno che chiesero alla giunta di procedere al ritiro della querela (ne parliamo a fianco).

Ma l’amministrazione decise di andare avanti: «Non siamo nei limiti della critica politica, che anche se aspra non può mai giungere ad offendere l’onorabilità mia e dell’intero corpo politico e tecnico comunali, con affermazioni che ne contestano la fedeltà e la lealtà all’istituzione che rappresentiamo», spiegò Salvetti motivando la sua volontà di procedere per vie legali.

Gli atti sono dunque arrivati in Procura dove il sostituto procuratore Ezia Mancusi rinvenendo il reato di cui all’articolo 595 comma I e III (diffamazione aggravata a mezzo stampa) ha chiesto l’emissione di un decreto penale di condanna alla pena di 500 euro di multa. E il gip Marco Sacquegna ritenendo che la sussistenza del reato risultasse provata dalla documentazione così come la responsabilità dell’imputato, ha condannato Borrelli alla pena determinata dal pm col beneficio della sospensione condizionale.

Una cifra esigua, ma una condanna dal forte significato che riafferma il diritto a non essere diffamati semplicemente in quanto personaggi pubblici, rappresentando un monito rispetto alla deriva social sempre più dilagante. Lo stesso Salvetti, contattato dal Tirreno, dà una lettura in questo senso dicendosi «soddisfatto di un’altra cosa che ritengo fondamentale: in questo mondo dove i social stanno corrodendo il tessuto della comunità e i rapporti sociali e politici c’è chi sa giudicare con sensibilità e puntualità il fatto che non ci si può alzare la mattina, andare su una piattaforma e offendere, fare illazioni o insinuare dubbi sulla rettitudine e l’onestà delle persone senza poi doverne rispondere».

«Questo – sottolinea Salvetti – vale naturalmente se la cosa vede come bersaglio una qualsiasi persona ma, senza ipocrisia alcuna, sono fermamente convinto che Luca Salvetti, in questo momento, per il ruolo che gli è stato dato dal libero voto dei cittadini abbia ancor più il dovere di tutelare il “portato istituzionale” del ruolo di Sindaco. Ed è per questo che ogni qualvolta percepirò che si è superato il limite del libero confronto di idee non avrò esitazione alcuna a ricorrere in giudizio. Sul rispetto delle e per le Istituzioni si basa la democrazia, almeno per come la intendo io e per come questa città da sempre intende. Vito Borrelli ormai da 6 anni, ogni giorno riserva critiche all’amministrazione, e questo è del tutto lecito, ma è arrivato a fare affermazione del tutto inaccettabili sul sottoscritto e su tante altre persone. Questo decreto penale di condanna, indipendentemente dall’entità della multa e indipendentemente dal fatto se sarà impugnato o meno, rappresenta un elemento che rafforza in me il confine che deve esistere tra il dibattito e il confronto politico e l’offesa alla reputazione e della dignità della persona, offesa che mai ho accettato e mai accetterò nel mio percorso professionale e amministrativo». l
 

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