Il Tirreno

Livorno

L’intervista

Confcommercio: «Grazie al crocierismo Livorno ha potenzialità turistiche enormi, ma servono scelte coraggiose»

di Iacopo Simoncini
Confcommercio: «Grazie al crocierismo Livorno ha potenzialità turistiche enormi, ma servono scelte coraggiose»

Bar, negozi e trasporti traggono vantaggio dai crocieristi, ma non tutta la città ne beneficia. Per Federico Pieragnoli (Confcommercio), serve una rete più ampia di operatori pronti ad accogliere

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LIVORNO. Un’estate altalenante, tra picchi di presenze e fine settimana rovinati dalla pioggia, conferma le fragilità e le sfide del turismo livornese. In questo scenario complesso, Federico Pieragnoli, direttore di Confcommercio Livorno, analizza le dinamiche che influenzano il settore: dalla dipendenza stagionale alla gestione dei crocieristi, fino alla necessità di trasformare Livorno in una città che sappia accogliere, raccontarsi e invogliare al ritorno. Ecco la sua visione per il presente e per il futuro del turismo cittadino.

Qual è la situazione attuale del turismo a Livorno, in particolare nei mesi estivi del 2025?

Quest’estate ha riservato alcune difficoltà, soprattutto nel mese di luglio, quando il maltempo ha frenato i movimenti degli italiani verso le località balneari. In generale, il flusso turistico sulla costa è stato altalenante: ci sono stati periodi molto intensi, ma anche momenti di rallentamento. Il maltempo ha compromesso i fine settimana per diversi operatori del turismo balneare e della ristorazione all’aperto. A Livorno e provincia, rispetto ad altre zone della Toscana, il turismo appare ancora condizionato da una forte stagionalità e da una permanenza media piuttosto breve.

Quanto incide oggi il traffico crocieristico sul flusso turistico generale in città?

Il traffico crocieristico ha assunto un ruolo centrale. Le navi portano ogni giorno migliaia di persone che transitano dal porto e si muovono, anche se per poco tempo, sul nostro territorio. Parliamo di numeri importanti che incidono direttamente su molte attività economiche. Oltre a lavorare sull’accoglienza e sull’organizzazione, in modo che questi arrivi si traducano in un ritorno concreto per la città, dobbiamo continuare a investire su decoro, pulizia, bellezza, affinché chi viene ritorni e faccia da passaparola.

Quali sono le attività che beneficiano maggiormente di questo turismo?

Ad avere un maggiore ritorno diretto dalla presenza dei crocieristi sono sicuramente i bar, i ristoranti, i negozi di souvenir, le guide e i trasporti. Anche alcuni negozi nei pressi del porto riescono a intercettare i flussi. Tuttavia, non tutto il tessuto commerciale cittadino sente davvero questo impatto. Spesso i turisti restano nelle vicinanze del porto o si spostano rapidamente verso altre mete. Serve una rete più estesa di operatori in grado di dialogare con questo tipo di clientela.

Come si sta lavorando per far sì, anche nel futuro, che i turisti non si limitino solo a una “toccata e fuga” dal porto ma restino più a lungo in città?

L'amministrazione comunale è sensibile al tema. Dobbiamo continuare su questa strada, creando itinerari brevi ma interessanti per chi ha solo poche ore, migliorando la segnaletica e l’accoglienza nelle zone chiave, per trasformare Livorno in una tappa che valga la pena vivere, non solo attraversare. Se un crocierista scopre un centro città vivo, ricco di offerte culturali, commerciali e gastronomiche, può decidere di fermarsi più a lungo o di tornare. È un lavoro che richiede coordinamento e continuità, soprattutto nel decoro urbano.

Quali sono le prospettive per la stagione turistica nei prossimi anni, anche in relazione all’ampliamento del porto o a nuovi investimenti?

Le potenzialità ci sono, ma serve una visione più ampia. L’ampliamento del porto, i nuovi investimenti sulle infrastrutture e le migliorie previste per l’area passeggeri possono rappresentare un’occasione vera di crescita. Però non basta costruire: dobbiamo essere pronti con un’offerta commerciale e culturale all’altezza. Livorno può diventare una meta riconoscibile, capace di trattenere i visitatori e non solo di riceverli per poche ore. Se sapremo far dialogare porto, commercio e città, allora il turismo potrà diventare davvero una leva strutturale di sviluppo.

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