Il mondo del basket piange Antonio Natalini, pilastro della Libertas Fargas
Aveva 82 anni, il ricordo del nipote Paolo Bonistalli: «Era un grandissimo lavoratore». Ha lavorato come magazziniere per un'azienda di via Lamarmora
LIVORNO. Era ricoverato in ospedale per alcuni problemi di salute, quando un’improvvisa emorragia cerebrale gli è costata la vita. È lutto in tutta la città per la scomparsa di Antonio Natalini, ex magazziniere alla Italtransport di via Lamarmora, ma soprattutto giocatore di basket con un brillante passato nella Libertas Fargas Livorno in Serie A negli anni 63/64 e, successivamente, nella Brill Cagliari.
Nato e cresciuto a Livorno, aveva 82 anni. Natalini fu uno dei protagonisti nella storica partita, vinta con uno scarto di 17 punti, disputata in città nel piccolo palazzetto contro la Simmenthal Milano, squadra fino a quel momento imbattuta vincitrice poi del Tricolore nel ’64. «Aveva grandi doti atletiche e un buon tiro dalla lunga distanza – spiega il nipote Paolo Bonistalli, anche lui conosciutissimo e affermato cestista – che hanno fatto di lui un giocatore molto apprezzato. Quando avevo 15 anni ho giocato pure con lui. Quella squadra, la Simmenthal, non aveva mai perso, ma cadde proprio a Livorno. Mio zio mise a segno 12 punti: una giornata che ha sempre ricordato con orgoglio, visto che aveva appese le foto della vittoria in camera da letto».
Fra Bonistalli e Natalini c’era un bellissimo rapporto, che andava oltre a quello familiare. «Non siamo stati solo parenti e compagni di squadra – prosegue il nipote – ma anche colleghi di lavoro, visto che ci assunsero nel magazzino della Italtransport di via Lamarmora, sul Pontino. Oggi, in quello stabile, ci sono degli appartamenti, all’epoca invece c’era l’azienda. Io facevo il facchino, successivamente sono entrato come dipendente di questa casa di spedizioni. Poi, dopo un po’ di tempo, abbiamo cambiato lavoro. Mio zio era un grandissimo lavoratore e non aveva altri pensieri che la sua famiglia, sempre stata molto unita: lascia la moglie Tina e i figli Andrea e Arianna Natalini».
Fra i due c’era anche grande stima. «È stato un grandissimo giocatore di pallacanestro – prosegue Bonistalli – e ogni volta che ci vedevamo mi ricordava scherzosamente come io non fossi mai arrivato al suo livello. Lo diceva come sfottò, ci volevamo bene».
Da ieri, alla cappella mortuaria dell’ospedale di viale Vittorio Alfieri, è stata allestita la camera ardente. Venerdì 18 luglio, alle 14,30, si terrà l’ultimo saluto. Qui i tanti familiari, amici e conoscenti potranno tributare l’ultimo saluto a Natalini, un uomo che ha fatto la storia del basket a Livorno e il cui ricordo rimarrà per sempre legato alla vittoria della Libertas Fargas contro la corazzata Simmenthal Milano, che proprio nella nostra città cadde.
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