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Livorno, «Ci hai occupato la casa»: giovane massacrato di botte sugli scogli

di Stefano Taglione
Un'ambulanza della Svs e una volante della polizia sul viale Italia (foto d'archivio)
Un'ambulanza della Svs e una volante della polizia sul viale Italia (foto d'archivio)

Soccorso con gravi ferite alla testa, ora è in rianimazione. Un gruppo di ragazzi ha avvertito due persone di passaggio: «Chiamate l'ambulanza perché è messo male...»

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LIVORNO. Lo hanno massacrato di botte sul moletto di fronte alla Baracchina bianca, lasciandolo esanime con gravi ferite al cranio. «Ci ha occupato la casa, è messo male, chiamate l’ambulanza», avrebbe poi detto il gruppo di aggressori, descritti come magrebini, a due ragazzi di passaggio vicino alla chiesa di San Jacopo in Acquaviva, prima di far perdere ogni traccia. È in rianimazione un giovane straniero soccorso poco dopo l’una di della notte di venerdì 4 luglio sul lungomare. Per riportarlo in strada, dal moletto, sono stati i vigili del fuoco, allertati attraverso il 112.

Cosa sappiamo

Le informazioni sono molto frammentarie, anche perché chi lo ha picchiato è fuggito. Nessuno ha assistito alla scena, solo i due ragazzi – un uomo e una donna che si trovavano lì e hanno sentito le urla – poi avvicinati dai presunti aggressori che hanno intimato loro di chiamare i soccorsi prima di scappare. Sul posto, insieme ai pompieri, sono sopraggiunti i volontari della Svs di via San Giovanni, con un’ambulanza, oltre all’automedica dell’Asl con a bordo il medico e l’infermiere del 118. La partenza delle squadre di soccorritori è avvenuta in codice giallo, anche se poi il trasporto al pronto soccorso si è trasformato in un più grave codice rosso, il livello massimo dell’emergenza-urgenza sanitaria, viste le gravi ferite al cranio riportate dal giovane. Allertata subito la shock room dell’ospedale, con il ricovero istantaneo nel reparto di rianimazione. Le condizioni di salute restano chiaramente molto preoccupanti.

Le indagini

Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra volante dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, diretto dal commissario capo Gabriele Nasca, con gli agenti che hanno ascoltato i due testimoni. I ragazzi hanno riferito ciò che era stato detto loro dai presunti aggressori, che difficilmente saprebbero riconoscerli. Dopodiché i poliziotti hanno raggiunto l’ospedale per sincerarsi delle condizioni del ferito, con il quale chiaramente non hanno potuto parlare a causa del difficile quadro clinico. Ora a indagare sono i colleghi della Squadra mobile di via Fiume, coordinati dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli, i quali hanno innanzitutto proceduto all’identificazione, non semplice visto che non avrebbe avuto con sé i documenti, del picchiato. Dopodiché gli investigatori cercheranno di dare un volto e un nome al gruppo responsabile di aver massacrato di botte il giovane di fronte alla chiesa, anche con l’ausilio delle telecamere della zona che forse potrebbero aver ripreso la banda in arrivo o in fuga dal lungomare.

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