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Città, cultura e promozione

Livorno e il progetto "W Fattori": la grande mostra per il bicentenario, il punto ristoro nel parco e rinasce il teatrino

di Maria Teresa Giannoni
Livorno e il progetto "W Fattori": la grande mostra per il bicentenario, il punto ristoro nel parco e rinasce il  teatrino

Un percorso complessivo di promozione culturale che ruota intorno all'artista rivoluzionario e a Villa Mimbelli tutta, col suo rinnovato museo: i dettagli

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LIVORNO W Fattori. Viva Livorno, viva uno dei suoi figli più illustri e viva il museo a lui intitolato. W Fattori è uno slogan che punta sulla grande mostra monografica “Giovanni Fattori. Una rivoluzione in pittura” curata da Vincenzo Farinella che si aprirà il 6 settembre per ricordare i duecento anni dalla nascita del grande maestro.

L’esposizione che porterà a Villa Mimbelli – che riaprirà dopo i restauri - oltre duecento opere è stata presentata in Comune con il sindaco Luca Salvetti che ha ricordato come l’omaggio a Fattori segua quelli già portati avanti nei confronti di Modigliani, di Mascagni con il Festival a lui dedicato, di Caproni, di Piero Ciampi, ma anche di altre personalità in altri campi così da valorizzare l’identità culturale della città. «Quello che è stato sempre definito come “il maestro dei macchiaioli” – ha detto Salvetti - in realtà è stato molto di più. La mostra ci fornisce l’opportunità anche per riqualificare complessivamente il polo museale di Villa Mimbelli. Come è successo con la mostra di Modigliani per i Bottini dell’Olio».

Quel W Fattori indica un progetto complessivo di promozione culturale che avrà una serie di iniziative e già si parla del ripristino del Piccolo Teatro Storico nel parco della Villa e dell’apertura di un punto ristoro, oltre che dell’istallazione di targhe interattive con QR Code disseminate sui luoghi legati a Fattori: la casa natale dell’artista, il Duomo, il Teatro San Marco la statua a Largo del Cisternino, fino alla Tamerice di Antignano o i Bagni Palmieri. «Lo slogan W Fattori l’abbiamo scelto – ha spiegato Angela Rafanelli assessora alla cultura – riecheggiando i moti risorgimentali a cui Fattori era legato. La sua opera ha attraversato la storia, in lui si rispecchiano i caratteri della sua città, prima fra tutti l’aspirazione alla libertà. Fattori aveva un grandissimo legame con i cittadini livornesi che spesso gli compravano i quadri quando lui non riusciva a venderli».

La mostra è organizzata dal Comune in collaborazione con l’istituto Matteucci di Viareggio e ha come Main Sponsor la Fondazione Livorno e la Camera di Commercio, oltre ad avere il patrocinio e il contributo della Regione, ma ha anche il contributo dalla Fondazione Piacenza, città dove si è appena chiusa una mostra su Fattori alla quale Livorno ha prestato diverse opere.

Il professor Farinella ha indicato i criteri che l’hanno guidato nella scelta delle opere che non saranno soltanto dipinti ma anche acqueforti e circa 200 disegni: «Abbiamo cercato quelle di più alta qualità ma anche le più rappresentative dei vari momenti dell’attività del maestro. La mostra avrà una struttura tradizionale, cronologica: metteremo le prime prove di quando era un ragazzo a Livorno fino ad arrivare ai capolavori, sessant’anni di storia e di pittura. Un artista che a 34 anni di colpo diventa un genio e ha avuto una vita artistica lunghissima. Il visitatore della mostra potrà seguire l’evoluzione della sua arte. Saranno esposte anche opere di altri artisti in dialogo con i suoi lavori».

«Giovanni Fattori – continua Farinella – è stato un vero rivoluzionario in campo artistico. La sua attività si può dividere in due grandi periodi. Dal 1859 partecipa alla Macchia, ne diventa un protagonista assoluto. Ma già dagli anni ’70 e ’80 comincia a realizzare evidenti alterazioni rispetto alle regole accademiche riguardo alla prospettiva e ai margini realistici di un dipinto. E sono queste immagini che hanno sconcertato gli studiosi ma hanno fatto capire come Fattori sia diventato un modello per artisti come Pellizza da Volpedo, Carlo Carrà o Ottone Rosai».

Fattori – è stato ricordato – dipingeva seguendo soltanto la sua ispirazione senza badare al mercato: le sue opere di grandi dimensioni scoraggiavano i compratori. «Le sue lettere – dice ancora Farinella – parlano di cambiali non pagate, testimoniano le continue difficoltà economiche in cui viveva. Eppure continuava per la sua strada, fedele a se stesso».


 

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